BSMT, Amadeus e i suoi 5 Festival di Sanremo tra soddisfazioni e rimpianti. Ecco cosa ha raccontato

di Cecilia Martello

Pubblicato il 2024-03-02

Ex presentatore e direttore artistico di Sanremo, Amadeus, ha deciso di raccontarsi con ironia ai microfoni di BSMT, tracciando un bilancio delle sue 5 edizioni. Ecco cosa ha dichiarato. Tanti in questo ultimo mese hanno speso parole su quella che, a detta di molti, è stata l’edizione record del Festival di Sanremo. Non poteva certo …

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Ex presentatore e direttore artistico di Sanremo, Amadeus, ha deciso di raccontarsi con ironia ai microfoni di BSMT, tracciando un bilancio delle sue 5 edizioni. Ecco cosa ha dichiarato.

Tanti in questo ultimo mese hanno speso parole su quella che, a detta di molti, è stata l’edizione record del Festival di Sanremo. Non poteva certo mancare allora l’intervento tanto atteso di chi ha creato, plasmato e visto crescere giorno dopo giorno il grande spettacolo che abbiamo visto tenersi per una settimana sul palco dell’Ariston. E proprio ai microfoni del podcast BSMT di Gianluca Gazzoli, l’uomo dei record Amadeus ha risposto con ironia ad alcune domande sul suo incredibile viaggio al Festival di Sanremo che (per adesso) lo ha visto 5 volte alla conduzione e direzione artistica. Un contributo, il suo, non indifferente che ha portato negli ultimi anni ad un lento ma graduale cambiamento nel modo di intendere la musica, l’intrattenimento e il fare televisione a Sanremo.

La scelta dei cantanti in gara a Sanremo

L’intervista si apre su un commento a caldo sull’edizione di Sanremo appena conclusa. Un Festival senza precedenti testimoniato da ascolti record e da canzoni che continuano a riscuotere, anche a distanza di un mese, enorme successo infrangendo qualsiasi record e e arrivando a dominare anche a livello internazionale.

Merito di una scelta sicuramente ben ponderata del direttore artistico che, interrogato sul criterio usato per selezionare le canzoni, ha ammesso si tratti di un lavoro particolarmente gravoso, che comincia già durante l’estate interamente dedicata all’ascolto delle canzoni:

«Dei 400 brani che ricevo, ce ne sono un centinaio interessanti. Li ascolto in continuazione e ne taglio 50. Tagliare le ultime venti diventa complicato, però è una selezione spontanea: piano piano comincio a sottolineare le canzoni che secondo me non possono mancare. Alla fine il cast definitivo lo decido nelle 24 ore prima di annunciarlo al TG».

Di certo un compito non semplice ma facilitato da anni di lavoro in radio, che gli hanno permesso di affinare l’orecchio sui vari generi musicale e di captare quello che potrebbe essere un brano destinato alla vittoria o a durare nel tempo, mischiando i generi senza trascurare certamente l’interesse del pubblico, giudice sovrano di ogni cosa. A lui sicuramente il merito di aver unito mondi diversi, dai Ricchi e Poveri a Fred De Palma e Gazzelle, perchè “Sanremo è di tutti ma bisogna partire dai giovani, mentre prima si partiva da canzoni non proprio attuali. Io invece parto da quello che può funzionare nelle radio e sulle piattaforme, coinvolgendo anche alcuni che non sono più giovanissimi e che poi funzionano”. 

Ma Amadeus ha fatto molto di più in 5 anni di Sanremo. Tanti gli artisti, all’inizio poco conosciuti, su cui ha voluto puntare nelle varie edizioni: da Dargen D’Amico a Colapesce e Dimartino che ammette di aver conosciuto solo in occasione dell’appuntamento musicale quando, dopo averne ascoltato i brani, non potè fare a meno di volerli in gara a Sanremo. Tanti anche gli artisti affermati che ha dovuto scartare perchè i loro brani non erano in linea con l’idea di Festival che si voleva portare avanti. Con loro ha rivelato di aver agito con onestà, “Come per il giocatore di calcio devi far giocare quello che in quel momento ritieni essere il giocatore ideale”.

E anche la scelta delle canzoni in gara quest’anno non ha deluso le aspettative. Amadeus ha dichiarato di essere rimasto letteralmente rapito da alcune canzoni, come per “Tuta Gold” di Mahmood, “Sinceramente” di Annalisa e “La noia” di Angelina Mango, diventate hit già dopo la prima serata. E per artisti come loro, Marco Mengoni e Emma che anno dopo anno rinnovano la loro riconoscenza nei confronti del Festival e di quel suo palco tanto temuto quanto magico, ci sono anche artisti fortemente desiderati negli anni che hanno preso parte per la prima volta alla gara canora. L’artista che gli ha dato più filo da torcere? Amadeus non ha dubbi: Ghali.

“Il mio primo festival è venuto come super ospite ed ha fatto una performance incredibile e l’anno dopo lo volevo in gara. Era indeciso e non aveva un progetto pronto, poi per sfinimento ha accettato. Mi sono anche giocato la carta che fosse il mio ultimo Festival. Però a funzionato, con lui come per i Negramaro e Alessandra Amoroso.”

Chi condurrà Sanremo 2025? Amadeus risponde così

Una decisione che racconta di aver preso con tranquillità: “Ritenevo al di là degli ascolti che dopo cinque anni fosse giusto fermarsi. Se no fai una cosa e la fai a loop. Non è che ogni anno hai sempre delle idee per trovare una novità per Sanremo perché Sanremo è un evento. Per cinque eventi è andata molto bene, poi c’è sempre un momento per cui ti devi fermare un attimo prima. La decisione l’ho presa al termine dello scorso Festival, ma la decisione è arrivata senza alcun motivo particolare e infatti con lo stesso entusiasmo ho lavorato a quest’ultimo”.

In pochi sanno però l’altro motivo di tale scelta: “Pippo Baudo e Mike Bongiorno ne hanno fatti cinque di seguito. L’idea che io potessi in qualche maniera superarli non mi piaceva. Superare la storia della tv mi sembrava irrispettosa. Per me è già motivo di orgoglio essere inserito nell’elenco della storia del Festival per cinque edizioni condotte consecutivamente con Bongiorno e Baudo”.

Amadeus rivela anche di aver ricevuto la proposta di fare solo il direttore artistico ma che l’incarico non rientrerebbe nei suoi progetti futuri: “Penso che ogni direttore artistico debba fare il proprio Festival e lo debba fare a propria immagine e somiglianza, ognuno lo ha adattato a sé. Chi presenta per me deve essere anche direttore artistico. Lo dico senza sembrare modesto il Festival è esistito 69 anni prima di me e ne vivrà altrettanti anche dopo di me. Mi hanno chiesto di fare solo il direttore artistico, ma poi che così ti prendi un problema doppio. Un conto è che fai il direttore artistico di un game o un varietà. Sanremo è tanta roba. Il lavoro del direttore artistico è talmente uguale a quello del conduttore tv che dici: tanto vale che ci vado io a fare la parte più divertente e meno stressante ossia condurre il Festival”.

Amadeus e la frecciatina sul caso Travolta

Ma non è tutto oro quel che luccica e anche l’ultima edizione della kermesse, come le precedenti, si è distinta oltre che per momenti belli ed emozionanti anche per polemiche che non hanno potuto far a meno di attirare l’attenzione del web e della stampa.  E proprio con riferimento al caso Travolta, che ha inevitabilmente fatto discutere per giorni, Amadeus decide di togliersi qualche sassolino e dichiara:

Non ce l’ho con la stampa, ma spesso c’è in alcuni il desiderio di trovare il problema, come se questo grande successo desse fastidio. Credo che quello che abbiamo di forte vada protetto. Sanremo è come il carnevale per i brasiliani. L’Italia intera si ferma, abbiamo questa cosa fortissima ed è giusto proteggerla. Invece di valorizzare tutto quello che abbiamo, cerchiamo di trovare il cavillo che può distruggere. Fai tante cose, poi i titoloni a nove colonne sono su di lui; mi sono arrabbiato per questa ragioneLa stampa tende a criticarti a priori, si usa sempre criticare una cosa che ancora non vedi, che è una cosa terribile. La mia salvezza sono i numeri. Se un programma fa ascolto nessuno ti può dire niente, se non fa ascolto ti massacrano tutti. In questi cinque anni è il pubblico che mi ha protetto, sennò mi avrebbero massacrato.”

Come dargli torto!! Le ultime due edizioni hanno registrato ascolti record, ma per Amadeus la sua migliore edizione rimane quella del 2020 in piena pandemia Covid. Sebbene abbia registrato un numero di ascolti inferiore, “dal punto di vista umano e mediatico passerà alla storia”.

E a chi gli chiede se ad oggi abbia qualche rimpianto o qualche sogno nel cassetto, risponde tranquillo: “Quello che ho fatto è quello che sognavo di fare, anzi tutto è andato anche al di là delle mie aspettative. Ringrazio il pubblico e affronto tutto con serenità. Non ho sovrastrutture e non cerco di apparire in modo diverso. Alla lunga questo paga, se insisti e non ti abbatti alla fine c’è una giustizia divina e qualcosa accade”

 

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Cecilia Martello

Cecilia Martello vive a Torino, dove studia alla Facoltà di Giurisprudenza. Appassionata di letteratura, scrittura e musica ha conseguito il diploma di maturità classica presso il liceo classico V. Alfieri di Torino, indirizzo comunicazione, approfondendo aspetti legati alla comunicazione giornalistica e pubblicitaria. Dopo il conseguimento della laurea Cecilia ha intenzione ampliare le sue conoscenze nel mondo della comunicazione frequentando un master in giornalismo radiotelevisivo e multimediale.

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