“Cari Papà, oggi è la vostra festa.
È la festa di ognuno di voi, di quelli che ci sono e di quelli che non ci sono più, di chi è appena diventato papà e di chi lo è già da un po.
Lo sappiamo.
Lo sappiamo anche noi figli che questo momento per voi non è facile.
Non lo è anche per noi.
Oggi dovrebbe essere un giorno di festa, un giorno in cui ci abbracciamo, ci baciamo, ci teniamo per mano.
Per la maggior parte di noi, questo non è possibile.
Non possiamo abbracciarci, non possiamo vederci, per paura di questo mostro invisibile e subdolo, che ci attacca quando meno ce lo aspettiamo.
E anche voi non potete andare dai vostri papà per fargli gli auguri, per ringraziarli.
Non potete farlo per paura di contagiare anche loro, che sono più fragili, più esposti.
Ma questo non ci impedisce di sperare che domani sia migliore, che domani saremo insieme.
E non ci impedisce di pensare a voi oggi, e di ringraziarvi.
Vogliamo dirvi grazie per averci insegnato ad andare in bicicletta, per averci incoraggiati e messo i cerotti sulle ginocchia quando ce le sbucciavamo, ma, allo stesso tempo, per averci fatto alzare e averci fatto provare di nuovo, cacciando via la paura.
Vogliamo dirvi grazie per aver nascosto alla mamma di aver rotto il vaso di porcellana o la tazzina del caffè, perché
sennò si sarebbe arrabbiata con entrambi.
Vogliamo dirvi grazie per le partite a pallone nel salotto di casa, con la paura di rompere qualcosa, o di lasciare il segno su una parete.
Vogliamo ringraziarvi di essere stati voi il nostro mostro sotto le coperte, quello che ci rincorreva per casa con un lenzuolo sulle spalle e che ci faceva ridere a crepapelle per il solletico quando finalmente ci catturava.
Se eravate voi il mostro che ci voleva mangiare, il buio non ci faceva più paura.
Volevamo ringraziarvi per i puzzle, le costruzioni, le macchinine e le bambole che ci avete regalato, e che a noi piacevano tanto.
Volevamo ringraziarvi per tutto quello che avete sempre fatto per noi, in silenzio, restando nell’ombra, senza mai fare rumore.
Volevamo ringraziarvi anche per le parole che non riuscite a dire, ma che sappiamo vorreste urlare al mondo intero.
Sapete Papà, noi siamo diventati grandi.
Ed esserlo vuol dire aver capito che voi siete degli splendidi supereroi imperfetti, proprio come tutti quanti noi.
Abbiamo capito che siete esseri umani, e non esseri invincibili e mitologici che non hanno paura di niente e non si arrabbiano mai.
Abbiamo capito che i sentimenti vanno esternati, non vanno nascosti, perché ogni attimo è prezioso e non va sprecato, perché di sentirsi dire “Ti voglio bene” non ci si stanca mai.
E se siamo diventati grandi, è anche grazie a voi, che ci avete mostrato le vostre debolezze e le vostre fragilità, tentando inutilmente di nasconderle.
Volevamo ringraziarvi, Papà, per essere i migliori Papà del mondo, perché senza di voi non sarebbe la stessa cosa.
E in questo giorno così speciale eppure così malinconico, volevamo dirvi che noi figlie saremo sempre le vostre principesse da proteggere e coccolare, e noi figli saremo sempre il vostro braccio destro in ogni sfida che dovremo affrontare.
Buona festa del Papà, cari Papà, e ricordate che, anche se non ce lo diciamo mai, noi vi vogliamo sempre un mondo di bene.”
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