Red Ronnie contro i Maneskin, i Tiromancino li difendono: “Hanno imposto la loro musica e la loro personalità”

di Giuseppe Scuccimarri

Pubblicato il 2021-08-11

Tra le tante chiacchiere da fare sotto l’ombrellone in questa estate 2021 ci sarà senz’altro la querelle tra Antonello Cresti di Visione Tv.it e i Maneskin. In verità la rock band romana non ha risposto alle provocazioni del critico musicale che ha giustificato il successo della band non come espressione di talento, ma come modello …

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Tra le tante chiacchiere da fare sotto l’ombrellone in questa estate 2021 ci sarà senz’altro la querelle tra Antonello Cresti di Visione Tv.it e i Maneskin. In verità la rock band romana non ha risposto alle provocazioni del critico musicale che ha giustificato il successo della band non come espressione di talento, ma come modello imposto dalle case discografiche. Per Cresti insomma il successo a Sanremo 2021 e all’Eurofestival, l’entrata nelle classifiche statunitensi di “Zitti e Buoni“, l’interesse di personaggi del calibro di Iggy Pop, sono solo frutto di una grande operazione commerciale.

Queste nello specifico le affermazioni di Cresti “Se i Måneskin sono stati capaci di raggiungere in poche settimane tutti i successi appena descritti, soprattutto da una posizione “periferica” come quella italiana, significa che l’intera industria discografica li ha scelti come assoluta priorità per veicolare i disvalori a cui è interessata. Il loro dilettantismo, la loro pochezza, è funzionale a svuotare di ogni significato il passato. L’estetica del glam rock, che possedeva un senso e una poetica, diventa una sorta di Carnevale da adolescenti, ed è dunque un mero meccanismo di superficie, pronto ad aderire alla propaganda di questi giorni.”  Non abbastanza appagato da quanto scritto, il critico ha voluto aggiungere una ulteriore perla “Con i Måneskin, il rock, già dichiarato morto più volte, viene ucciso una seconda volta” 

 Pur rispettando il punto di vista di un critico musicale tra i più affermati, le dichiarazioni appaiono un pò too much, anche perchè da sempre sono stati i fruitori della musica a decretare un successo discografico, nonostante gli sforzi delle case discografiche. Cosa strana è sembrata la condivisione delle parole di Cresti da parte di Red Ronnie, gran conoscitore di musica e soprattutto supporters di generi musicali innovativi in Italia. Ai Tiromancino altra band famosissima tutto ciò non è andato giù e in un lungo commento hanno contestato quanto esposto da Cresti, ma soprattutto l’appoggio di Red Ronnie “Io credo che questo articolo sia solo l’insieme di grosse idiozie spalmate con il solito livore tutto italiano che puntualmente si scatena nei confronti di tutto ciò che riesce ad emergere. Questi ragazzi  hanno imposto la loro musica e la loro personalità. Non si riesce a mandare giù? Fa male vero?  Chiaro! In questo Paese funziona così. Chi lo scrive è palesemente il classico rosicone che si nasconde dietro i soliti complotti di cui non se ne può più. Mi sorprende che tu Red dia spazio a queste cose, dopo una vita nella musica non sei stanco di queste dinamiche? Mah…”

Probabilmente gran parte dei fruitori di musica  si ritroveranno più nelle parole di Federico Zampaglione leader dei Tiromancino che in quelle di Antonello Cresti e non comprenderanno la posizione di Red Ronnie, per quanto ci riguarda come detto sono i risultati che fanno i fatti, delle dietrologie non sappiamo proprio cosa farne.

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Giuseppe Scuccimarri

Giuseppe Scuccimarri, classe 1969, esperto di televisione e cronaca rosa con interessi anche per l'attualità e la politica nazionale e internazionale. Autore della commedia "Il delitto di Lord Arthur Savile" (2002) e del musical "La vita è una splendida canzone" (2014), ghostwriter per diversi autori e paroliere, amante della scrittura e della letteratura italiana e straniera.

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