Raffaella Carrà, la docu-serie non fa “Furore”

di Gianluca Paganotti

Pubblicato il 2024-02-15

L’agiografia ha imprigionato la figura di Raffaella Carrà, celebrando solo il suo successo e trascurando la libertà di espressione. La regina del Tuca Tuca, icona indiscussa, è stata protagonista di una docuserie in tre episodi su Disney+, caratterizzata da un tono discreto e didascalico. La vita di Raffaella viene dipinta in modo lineare e inesorabile, …

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L’agiografia ha imprigionato la figura di Raffaella Carrà, celebrando solo il suo successo e trascurando la libertà di espressione.

La regina del Tuca Tuca, icona indiscussa, è stata protagonista di una docuserie in tre episodi su Disney+, caratterizzata da un tono discreto e didascalico.

La vita di Raffaella viene dipinta in modo lineare e inesorabile, con una lentezza che potrebbe far impazzire anche lo spettatore più paziente.

La ricerca di materiali d’archivio e le testimonianze, spesso poco incisive, non riescono a dare vivacità alla narrazione.

Gli autori Barbara Boncompagni e Salvo Guercio emergono, mentre le testimonianze di Fiorello e Tiziano Ferro non aggiungono particolare interesse.

L’assenza del popolo e di Sergio Iapino, compagno di vita, è evidente e lascia un vuoto significativo.

L’Argentario, rifugio di Raffaella, diventa un personaggio a sé stante nella narrazione.

La malattia della showgirl è affrontata superficialmente, senza approfondimenti significativi.

Il confronto tra Carrà e Pelloni solleva dubbi sulla costruzione del personaggio, mancando di chiarezza.

L’approccio generale manca di vivacità e di enfasi, considerando l’importanza di Disney+ e la figura iconica di Raffaella.

La mancanza di dati numerici sorprende e delude allo stesso tempo.

L’interruzione del racconto con “Carramba che Sorpresa” lascia un senso di incompletezza, mentre “The Voice” viene dimenticato.

Il dubbio su un possibile seguito della docuserie resta sospeso, mentre la mescolanza tra Carrà e Pelloni risulta poco approfondita.

Momenti significativi come il trasferimento accanto a Gianni Boncompagni o le passeggiate all’Argentario vengono ignorati.

In definitiva, la docuserie su Raffaella Carrà sembra essere un tributo affrettato e poco approfondito, riproponendo storie già conosciute. Che delusione!

Gianluca Paganotti

Mi definisco un creativo nel mondo della televisione e della radio. Ho lavorato con figure di spicco nel panorama mediatico. Mi occupo di critica televisiva con una prospettiva imparziale. Il perseguimento di obiettivi e la realizzazione di progetti rappresentano la mia passione.

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