I reality degli influencer, quando il web impone i suoi personaggi

di Giuseppe Scuccimarri

Pubblicato il 2021-06-08

E così anche questa edizione de “L’ Isola dei Famosi” se ne va in soffitta, probabilmente una delle più lunghe e noiose della storia del reality di sopravvivenza, con un finale già scritto come anche forse la rassegnazione del pubblico a casa ormai spettatore di un teatrino di cui si conoscono dall’inizio le dinamiche e …

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E così anche questa edizione de “L’ Isola dei Famosi” se ne va in soffitta, probabilmente una delle più lunghe e noiose della storia del reality di sopravvivenza, con un finale già scritto come anche forse la rassegnazione del pubblico a casa ormai spettatore di un teatrino di cui si conoscono dall’inizio le dinamiche e addirittura il finale.

Grande Fratello Vip e Isola dei Famosi, un reality che cede posto all’altro senza però spezzare quel filo conduttore che ormai sembra alla base di spettacoli che ormai di reale hanno ben poco, i protagonisti sembra si muovano su un copione dettato o “consigliato” dagli autori in confessionale e perchè no dalla psicologa di turno e quando qualcuno preferisce seguire i propri sentimenti invece di sottostare a dinamiche già scritte, viene ostracizzato o fatto fuori.

I protagonisti sono ormai semisconosciuti al grande pubblico, le produzioni sembrano ormai schiave degli agenti di questo o quel personaggio con parecchi followers sul proprio profilo Instagram che cercano un posto al sole nel panorama televisivo. Due reality con un unico finale, la vittoria del personaggio conosciutissimo sul web che cerca nuovi spazi,  l’influencer o youtuber di turno che stanco di vivere nella sua nicchia cerca di guadagnare visibilità in altri ambiti. Probabilmente il web sta soppiantando la tv e mentre prima serviva il talento per approdare in prima serata adesso servono i followers su Instagram per garantire ascolti.

Mai come in questi ultimi due reality si è avuta la netta impressione che questa sia la nuova tendenza, sia Zorzi che Awed hanno potuto contare su una squadra di autori compiacenti che hanno costruito su di loro delle storie dandone la chiave di lettura che potesse entusiasmare il pubblico. Si tratta di due ragazzi abbastanza semplici, ma che se ben guidati possono tirar fuori la giusta dose di cattiveria e di cinismo per portare avanti un meccanismo televisivo e per di più alle spalle hanno un folto gruppo di estimatori nel caso sfortunato gli autori di turno non riescano ad evitar loro la nomination.

Due esempi di cosa siano diventati i reality oggi, qualche personaggio con una carriera quarantennale alle spalle a fare da contorno a personaggi creati dal web e che si vuole portare avanti. Awed ha potuto contare su una clip a puntata, su una prova ricompensa ad personam per aver tenuto in braccio Isolde Kostner, su un approdo in finale senza dover passare per un  televoto che sarebbe potuto diventare problematico e su una sorpresa del fratello in finale con il televoto tassativamente aperto, senza parlare di due piatti di parmigiana e un panino mangiati in perfetta solitudine senza condividere nulla con i compagni di avventura.

Zorzi è stato più fortunato, non ha avuto bisogno di dover guadagnarsi da mangiare attraverso le prove ricompensa in compenso ha potuto contare su una regia fissa su di lui per ore mentre dormiva, su una porta rossa prontamente lucchettata dagli autori per paura scappasse, su un programma serale confezionato appositamente per lui e su una corte di adepti che resosi conto di quanto fosse portato avanti il ragazzo lo hanno assecondato in tutto comprese le scenate di gelosia alla amica del cuore quando si è fidanzata. In tutto ciò c’è chi ancora candidamente afferma in diretta tv che il pubblico è sovrano, soprattutto mentre si annulla un televoto per due giorni e se ne fa partire un altro di due ore.

Fino a quando il pubblico televisivo resterà legato a questo tipo di programmi? Fino a quando avrà voglia di andare a cercare su internet i nomi degli sconosciuti in cerca di gloria che dal web vogliono arrivare in tv? Ma soprattutto fino a quando il pubblico, padrone se non di votare quantomeno di cambiare canale darà fiducia a questo tipo di offerta? Il calo di consensi del format non sarà anche dovuto alla linea che gli autori stanno cercando di dare ? Un cambio di passo sarebbe più che auspicabile e se proprio volessero farla sporca quantomeno non si facessero sgamare.

 

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Giuseppe Scuccimarri

Giuseppe Scuccimarri, classe 1969, esperto di televisione e cronaca rosa con interessi anche per l'attualità e la politica nazionale e internazionale. Autore della commedia "Il delitto di Lord Arthur Savile" (2002) e del musical "La vita è una splendida canzone" (2014), ghostwriter per diversi autori e paroliere, amante della scrittura e della letteratura italiana e straniera.

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