Pooh, la magia dell’Arena si fonde con quella di 57 anni di musica, tre ore di note e di emozioni

di Giuseppe Scuccimarri

Pubblicato il 2023-09-30

Vedere i Pooh suonare all’Arena di Verona è come rendere omaggio alla sacralità del luogo, il tempio della musica scaligero da sempre punto di arrivo per chiunque sogni una carriera nella musica e soprattutto una esibizione live davanti al pubblico. Questa sera due sacralità si sono incrociate in un connubio perfetto, la maestosità dell’Arena e …

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Vedere i Pooh suonare all’Arena di Verona è come rendere omaggio alla sacralità del luogo, il tempio della musica scaligero da sempre punto di arrivo per chiunque sogni una carriera nella musica e soprattutto una esibizione live davanti al pubblico. Questa sera due sacralità si sono incrociate in un connubio perfetto, la maestosità dell’Arena e i 57 anni di musica della più famosa band italiana, quella degli “amici per sempre”, coloro che sono riusciti a cavalcare epoche musicali, generi, modi, portando uno stile.

Musicisti veri oltre che cantanti, comunicatori, poeti, incantatori di folle e chi più ne ha più ne metta, riuscire a mettere insieme oltre 22.000 spettatori per tre serate di fila in Arena, riuscire a fare altrettanto a Milano e Roma triplicando i numeri potendo contare su una capienza degli impianti più ampia, rende l’idea dell’amore che questa band ha trasmesso e di quanto i loro pezzi siano entrati nei cuori di chi li ama.

A Verona è stata una festa di musica, il popolo dei Pooh ha esaltato i propri Re e Roby, Red, Dodi e Riccardo, con loro per l’occasione, hanno mostrato riconoscenza verso chi li ha accompagnati per oltre mezzo secolo, non prima di aver rivolto il loro pensiero a Stefano D’Orazio, una parte di loro, l’amico per sempre volato via quando ancora aveva da dare nonchè a Valerio Negrini, fondatore della band e fino al 1971 batterista prima dell’avvento di Stefano.

Oltre tre ore di spettacolo, 56 brani cantati con una energia invidiabile, cavalcando il palco come se fosse il pavimento di casa loro, arringando la folla, commuovendosi, facendo piangere e strappando sorrisi. Da Amici per sempre a Chi fermerà la musica, passando per classiconi come Piccola Katy e Uomini Soli, quest’ultimo brano che è valso la vittoria a Sanremo 1990 davanti a Toto Cutugno, questa sera il pensiero e il ricordo è andato anche a lui.

Si va via con l’impressione di aver visto da vicino la storia della musica italiana, di cosa significhi suonare dal vivo, di aver toccato con mano la voglia e la passione che spinge 4 over 70 a mettersi ancora in gioco per fare emozionare i propri fan con la musica, si torna a casa con le loro note, quelle che hanno accompagnato almeno tre generazioni. Grazie eterni ragazzi, grazie di cuore, con voi la musica davvero non si ferma mai.

Giuseppe Scuccimarri

Giuseppe Scuccimarri, classe 1969, esperto di televisione e cronaca rosa con interessi anche per l'attualità e la politica nazionale e internazionale. Autore della commedia "Il delitto di Lord Arthur Savile" (2002) e del musical "La vita è una splendida canzone" (2014), ghostwriter per diversi autori e paroliere, amante della scrittura e della letteratura italiana e straniera.

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