Morte Papa Francesco, un cardinale italiano favorito alla successione

Negli ultimi mesi, complice l’età avanzata di Papa Francesco e i suoi noti problemi di salute, si è tornato a parlare della possibilità della di un futuro Conclave e dei possibili successori al soglio pontificio. Sebbene il Pontefice continui a ribadire la sua volontà di portare avanti il proprio ministero fino a quando Dio lo vorrà, il dibattito su chi potrebbe essere il prossimo Papa si fa sempre più intenso nei corridoi vaticani. E tra i papabili, un nome su tutti si impone con forza: quello del cardinale Pietro Parolin.
Il profilo di Pietro Parolin
Veneto, classe 1955, Parolin è Segretario di Stato vaticano dal 2013. Considerato uno degli uomini più influenti della Curia romana, è un diplomatico esperto, stimato per la sua capacità di mediazione e per il suo stile sobrio e riservato. Ha guidato i rapporti tra la Santa Sede e molti Paesi complessi, tra cui il Venezuela, il Vietnam e la Cina, firmando accordi delicati e spesso controversi.
Vicino a Papa Francesco, ma al tempo stesso capace di mantenere una certa autonomia, Parolin rappresenta una figura di continuità, ma anche di equilibrio. La sua candidatura potrebbe risultare gradita sia ai cardinali più progressisti sia a quelli più conservatori, in cerca di una guida autorevole ma meno esposta sul piano mediatico.
Gli altri papabili: tra continuità e rottura
Oltre a Parolin, restano in campo altri nomi. Tra questi, spicca quello del cardinale Luis Antonio Tagle, filippino, attualmente Pro-Prefetto del Dicastero per l’Evangelizzazione. Tagle è molto vicino alle posizioni di Francesco, rappresenta il volto della Chiesa asiatica in espansione ed è considerato un ponte tra culture e popoli. Tuttavia, la sua scarsa esperienza nella Curia romana potrebbe penalizzarlo.
C’è poi il cardinale Matteo Zuppi, arcivescovo di Bologna e presidente della CEI. Figura carismatica, molto attiva nel dialogo interreligioso e nella promozione della pace, Zuppi ha acquistato sempre più visibilità negli ultimi anni, anche grazie all’incarico ricevuto da Papa Francesco per mediare nel conflitto tra Russia e Ucraina. La sua popolarità in Italia è altissima, ma resta da capire quanto consenso possa raccogliere in un Conclave internazionale.
Tra i conservatori, si fanno i nomi del cardinale guineano Robert Sarah, già Prefetto della Congregazione per il Culto Divino, e del cardinale ungherese Péter Erdő. Entrambi rappresenterebbero un’inversione di rotta rispetto all’attuale pontificato, ma al momento sembrano avere meno sostegno tra i cardinali elettori.
Una successione ancora lontana?
È bene ricordare che, al momento, non ci sono segnali concreti che facciano pensare a dimissioni imminenti o a un Conclave alle porte. Papa Francesco ha ribadito più volte di non avere intenzione di lasciare, se non per motivi gravi. Tuttavia, nel mondo vaticano, la prudenza e la preparazione fanno parte della tradizione. E proprio per questo, l’attenzione sui possibili successori resta alta.
Pietro Parolin, con la sua esperienza diplomatica e il suo profilo moderato, sembra incarnare quel punto di equilibrio che molti cardinali potrebbero ritenere ideale per guidare la Chiesa nel post-Bergoglio. Ma come sempre accade nei Conclavi, le sorprese non sono escluse.
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