Luca Giorgio Barbareschi è un attore, regista e produttore televisivo, cinematografico, autore, conduttore, sceneggiatore, direttore artistico ed ex politico. Ha 67 anni ed è nato a Montevideo in Uruguay.
Ha vissuto gran parte della sua vita con tanta rabbia e solitudine dettata soprattutto dall’assenza della madre nella sua vita.
L’abbandono della madre
Barbareschi ha vissuto tanti anni della vita portandosi addosso le ferite dell’abbandono della madre e al Corriere della Sera dicendo:
“Mia madre mi disse: mi sono stufata, me ne vado. Avevo sei anni”.
Queste le parole che la madre rivolse al piccolo Luca per giustificare il suo abbandonarlo e andare via.
Luca è figlio di Francesco Saverio Barbareschi, ingegnere e imprenditore con un passato da partigiano.
Le parole di Luca sulla madre:
“un giorno mi ha detto: scusa ma io mi sono stufata,me ne vado. Avevo sei anni, si era innamorata di un altro uomo e si è portata via mia sorella di un anno dividendoci per sempre”.
Il piccolo Luca le disse:
“e io? Ma gli rispose: mica possiamo andare tutti in vacanza insieme… Era molto simpatica, spiritosa. Mi ha dato un libro, Cent’anni di solitudine, dicendomi di leggerlo. Per tutta la vita mi ha mandato un libro ogni due giorni. Al telefono diceva: si sono via, sono a Copenaghen…, sto andando in Egitto…, e poi aggiungeva: ora cosa fai piangi?”.
Barbareschi a tutto ciò rispondeva:
“no, no, ciao mamma.”
Il rapporto tra Barbareschi e la madre
Il rapporto tra Barbareschi e la madre non è mai risolto, tant’è che lei muore nel 2015 senza mai risolvere questa situazione. Lui su questo discorso dice:
“non volevo più difenderla. Difendevo anche mio padre, lo vedevo piangere: gli mancava sua figlia. Bel casino, insomma”.
Luca decise di rimanere col padre:
“quando mia madre è scappata siamo rimasti due uomini in competizione. Quando abbiamo litigato e me ne sono andato gli ho detto cose terribili. Gli è venuto un infarto”.
Successivamente Barbareschi decidere di volare in direzione USA, faceva il cameriere e guadagnava anche abbastanza bene. Ed è li che ha cominciato a scrivere film.
Luca e il padre
Luca rivide il padre dopo 5 anni raccontando:
“ma la competizione fra noi non è finita neppure alla sua morte”.
Neanche con la madre riuscì a risolvere le sue questioni in sospeso dicendo:
“no, ed è il problema più grosso della mia vita. Quando ho capito un po’ meglio le cose sono diventato suo padre, a 80 anni era ancora un’adolescente”.
La rabbia di Luca nell’ultimo periodo si è un po’ placata:
“meno di un tempo. La mia è stata una rabbia terribile, figlia della solitudine. Una volta al mese devo riguardare il mio curriculum perchè non penso di aver fatto davvero le cose scritte lì. Non ho mai la sensazione di meritarmi il successo. Ho fatto ipnoterapia, sono stato anche in cura per 8 anni da Matte Blanco, un analista cileno. Il problema non è guarire ma accettare i propri dolori. La ferita rimane dentro e ti rende consapevole delle difficoltà, ti tiene sveglio, ti fa ricominciare”.
Il trauma dell’abbandono è sempre stato vivo nella mente del Barbareschi, che si è ripercosso anche sui suoi rapporti sentimentali:
“io lo creo, l’abbandono, faccio di tutto perchè a un certo punto qualcuno mi lasci. I modelli di comportamento si ripetono. Per i medici nel primo mese di vita ci succedono le cose più importanti. Con l’ipnoterapia parlavano col mio inconscio per eliminare i traumi, ma tutto si ferma a 10 giorni dopo il mio concepimento. So che mia madre voleva abortire, ha scritto una lettera a mio padre proprio 10 giorni dopo aver scoperto di essere incinta. Il feto ha ventimila neuroni che registrano tutto, e io ho registrato che non ero benvoluto”.
Luca termina l’intervista dicendo:
“cercavo gli applausi ed è un bel passo avanti che oggi non mi interessino più. Da ragazzo ho usato tante droghe, oggi faccio volontariato al Centro Marini per tossicodipendenti, andare tra persone che stanno peggio di me è un gesto di umiltà. Ho anche lavorato con una trainer per un deficit da mancanza di concentrazione che compenso facendo mille cose”.
Per concludere, l’intervista di Barbareschi mette in luce la sofferenza di un figlio nell’essere abbandonato da un genitore. Come può un genitore inficiare o migliorare la vita di un figlio secondo le proprie personali scelte?
Ed è questo che insegna Luca Barbareschi con la sua intervista e soprattutto mette in luce il fatto che non sempre un figlio è predisposto al perdono e all’andata oltre.
Una madre e un padre sono i primi che, nel lungo cammino di vita, dovrebbero accompagnare il proprio figlio nelle scelte personali senza giudizio o intercessione, ma nella vita del Barbareschi, la madre ha lasciato una profonda ferita che ha interferito esclusivamente sui suoi rapporti personali.
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