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“Il Pranzo è Servito” omaggio a Corrado o minestra riscaldata?

Il tentativo è senz’altro quello di riportare in auge e far conoscere alle nuove generazioni un programma cult degli anni ’80, uno di quegli appuntamenti irrinunciabili, quando forse tutta la famiglia riusciva a pranzare insieme durante i giorni feriali, quando il tempo pieno a scuola lo facevano in pochi e quando non c’erano internet, social e canali satellitari a proporre un’offerta diversa. Ogni epoca ha i suoi orari e le sue consuetudini ed un programma riesumato dopo quarant’anni quando già negli anni ’90 dopo dieci anni di onorato servizio fu mandato in pensione, sembra un’operazione molto coraggiosa, i tempi e le abitudini sono cambiate e del vecchio “Pranzo è Servito” oltre le scenografie e la ruota con le portate è rimasto ben poco.

Probabilmente collocato nello slot orario della Clerici renderebbe di più, posto d’estate nella fascia immediatamente successiva al pranzo e con un conduttore senz’altro educato, ma che non fa del brio e dell’esuberanza la sua forza, diventa noioso e dà al programma un’ aria di vecchio e obsoleto come quando le nonne tirano fuori dall’armadio la coperta ricamata a mano o le fotografie in bianco e nero dei tempi passati. Alcuni quiz sono letteralmente “copiati” da “L’ Eredità” e le domande lette dallo stesso conduttore risultano riciclate e messe lì per forza, certo il quiz è in rodaggio ed una censura immediata probabilmente risulterebbe esagerata, fatto sta che il programma non cattura e la voglia di cambiare canale o buttarsi su qualche social dopo dieci minuti diventa insistente.

Flavio Insinna ce la mette tutta, ma forse dopo un anno passato ogni giorno in video diventa ingombrante come presenza, non si riesce ancora a capire come mai la RAI, continui a tenere in naftalina un conduttore come Alessandro Greco, probabilmente più adatto a un programma dove l’estro del conduttore dovrebbe fare la sua parte e trainare il programma laddove i concorrenti non riescano a rendere particolare il tutto. Come al solito Insinna chiacchiera e gioca con le parole quando invece sarebbe più opportuno scherzare con i concorrenti un pò alla Bonolis, già così il paragone fa rabbrividire figuriamoci con un mostro sacro come Corrado.

La domanda di fronte a tentativi del genere rimane sempre la stessa: possibile che si debba andare a rivangare programmi in soffitta da anni invece di pensarne di nuovi? In un’epoca televisiva dove i format sono spremuti come limoni per dieci/quindici stagioni di fila è troppo chiedere a Rai e Mediaset di investire sulla formazione di autori preparati o lasciare campo libero a quelli che si hanno a disposizione? Sarebbe molto più interessante concentrarsi su prodotti nuovi che andare a cercare vecchi cimeli nei cassetti della nonna.

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Giuseppe Scuccimarri
Giuseppe Scuccimarri
Giuseppe Scuccimarri, classe 1969, esperto di televisione e cronaca rosa con interessi anche per l'attualità e la politica nazionale e internazionale. Autore della commedia "Il delitto di Lord Arthur Savile" (2002) e del musical "La vita è una splendida canzone" (2014), ghostwriter per diversi autori e paroliere, amante della scrittura e della letteratura italiana e straniera.

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