Don Matteo, l’addio di Terence Hill dopo 22 anni, porta aperta a un ritorno, ma al momento restano i dubbi
Don Matteo spegne ad una ad una tutte le luci della canonica, controlla che la perpetua Natalina dorma, rimbocca le coperte alla piccola Ines, le avvicina il koala di peluche, entra nella stanza di Federico, cui dedica uno sguardo commosso. (Manca Pippo, grave svista degli autori). Poi va in chiesa, sfiora con la mano una panca di legno, afferra
una sedia e ci si siede al contrario, (Cit western ) stringendo al petto lo schienale. Un’occhiata commossa al Cristo
sull’altare, poi, improvviso, lo stravolgimento scenico: La camera stacca all’esterno della chiesa, dove il parroco viene condotto- costretto, sembrerebbe – da qualcuno all’interno di una macchina scura che scompare nella notte. Sulla sedia, davanti all’altare, non c’è più nessuno…
Così ci ha salutati il piu’ famoso prete della TV italiana, ci ha tenuto compagnia per piu’ di 20 anni, abbiamo sorriso, pianto, ci siamo emozionati anche, soprattutto, per la sua presenza. La dedica e un grazie a Terence Hill a cui vogliamo tutti, o quasi, bene è d’obbligo, quel 26% di Italia televisiva che da 13 edizioni segue la serie lo considera ormai uno di famiglia, non perché’ sia un attore eccelso, ma per il suo carisma, innata simpatia, garbo, gentilezza, empatia con il pubblico, che l’uomo Terence incarna perfettamente nell’uomo/prete Matteo.
Si è parlato di questa edizione come una chiave di volta, soprattutto bisognerà vedere come un pubblico “conservatore” come quello italiano accetterà un nuovo volto, seppur conosciuto, al posto di colui che gli ha tenuto compagnia per oltre 20 anni. Sarebbe stata peggiore la scelta di sostituire il ruolo con un altro volto, giusta la scelta autorale di cambiare il protagonista, bisognerà adesso vedere come si svilupperà la sceneggiatura intorno al nuovo parroco, soprattutto alcuni ruoli strettamente legati al personaggio Don Matteo. A prescindere dalla storia d’amore tra Nardi e la capitana, tra l’altro i due si stavano davvero mettendo insieme in quel periodo quindi molto realistica, il più anacronistico, incredibile a dirsi diventa Frassica/Cecchini.
In 13 edizioni è il ruolo che si è evoluto di meno, per motivi di sceneggiatura o di attori che sono usciti dal cast, gli hanno fatto morire la figlia, la moglie e l’interazione con i capitani con il tempo è venuta meno, i duetti con Insinna e Montedoro erano da manuale, con l’avvento della Giannetta per forza di cose e di appeal si è puntato sulla storia d’amore. Cecchini di fatto è diventato una macchietta stanca e ripetitiva che ieri ha perso l’ultimo motivo per rimanere nel cast a meno di colpi di scena che a questo punto arriveranno, compreso forse il ritorno di Don Matteo a fine serie chissà probabilmente quello di ieri non è stato un addio, ma un arrivederci, forse tra il pubblico e il prete detective non è ancora finita…
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