Sanremo 2022, Paolo Bonolis contro Amadeus ecco le sue parole
Immaginavamo che quanto detto da Sonia Bruganelli qualche giorno fa non fosse tutta farina del suo sacco, ma retaggio di qualche confronto familiare, il Festival di Sanremo si sà è terreno di confronto e vedersi all’improvviso scalzare da recordman di ascolti deve essere cosa dura da digerire, ciò che non dovrebbe mai mancare però dovrebbe essere la correttezza tra colleghi. Paolo Bonolis dopo i fasti Rai ha deciso di prendere casa in Mediaset identificandosi in programmi trash che pur riscontrando gradimento da parte del pubblico sminuiscono a nostro avviso le qualità del conduttore romano.
Chiamato più volte negli ultimi anni a guidare la barca sanremese Bonolis ha sempre rifiutato, addirittura dicendo di ritenere obsoleta la cornice dell’Ariston e mettendo tra le condizioni di una sua eventuale presenza lo spostamento della sede del Festival in uno spazio più ampio, una sorta di “Io so io e voi non siete un caxxo” di Sordiana memoria che gli si è rivoltata contro come un boomerang, con l’arrivo di Amadeus il Festival si è riavvicinato ai giovani con la platea nella fascia 14/24 anni che ha sfiorato l’80% , il passaggio in radio costante delle canzoni uscite dal festival e soprattutto il lancio di cantanti divenuti vere e proprie star internazionali, i Maneskin su tutti.
In questo stato di cose e davanti a un gradimento del 65% le parole di Paolo Bonolis stridono non poco, soprattutto perchè il conduttore come bandiera della sua crociata ha portato l’esempio dell’assenza di controprogrammazione da parte di Mediaset e delle altre emittenti, cosa che nei suoi festival 2005 e 2009 non è avvenuta, tutto vero, ma la polemica appare strumentale in quanto ai tempi dei festival di Bonolis non esistevano le piattaforme e la diversità di offerta televisiva di adesso, tempi in cui portare il pubblico sulle reti generaliste è impresa assai difficile.
E’ toccato a Maurizio Costanzo e Carlotta Quadri nel loro programma su Radio101 ascoltare lo sfogo del conduttore romano, più una arrampicata sugli specchi che critica costruttiva “Avevamo contro la guerra civile perché tutti i migliori programmi Mediaset erano accesi – ha affermato il conduttore – poi la cosa è cambiata sono contento per loro perché bisogna impegnarsi meno ora a farlo. Senza programmazione diventa un po’ più facile, per quanto poi la cosa devi farla bene, hanno saputo farla bene tutti, ci mancherebbe altro, però non c’è più quella tigna che ci vuole per trovare qualcosa che possa sconfiggere le velleità dell’avversario .”
Una vera e propria caduta di stile da parte di Paolo Bonolis, soprattutto di fronte all’evidenza di un successo colossale, i Festival targati Amadeus hanno avvicinato i giovani alla kermesse nell’epoca di Spotify, Youtube e delle piattaforme musicali, solo questo dovrebbe indurre tutti a rimanere muti e applaudire, sono davvero lontani i tempi in cui Fabrizio Frizzi al termine dell’ultima edizione di “Scommettiamo Che ” legata alla Lotteria Italia fece i complimenti a Corrado che con “La Corrida” su Canale 5 aveva a volte superato la sua trasmissione in termini di ascolti, altri tempi e forse altri uomini, Frizzi aveva solo 3 anni più di Bonolis quindi pressocchè coetaneo, ma in quanto a signorilità e educazione avrebbe ancora tanto da insegnare al Bonolis di turno.
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