Non è la Rai compie 30 anni, Pamela Petrarolo: “Ecco cosa succedeva tra noi ragazzine”

di Giuseppe Scuccimarri

Pubblicato il 2021-09-02

Il 9 settembre saranno passati 30 anni esatti dalla prima puntata di quello che è diventato uno dei programmi cult della televisione, “Non è la Rai” , un altro esperimento riuscito di quel grande maestro che è stato Gianni Boncompagni, un’avanguardista uno che è riuscito a guardare sempre oltre, scopritore di tanti talenti, precursore probabilmente …

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Il 9 settembre saranno passati 30 anni esatti dalla prima puntata di quello che è diventato uno dei programmi cult della televisione, “Non è la Rai” , un altro esperimento riuscito di quel grande maestro che è stato Gianni Boncompagni, un’avanguardista uno che è riuscito a guardare sempre oltre, scopritore di tanti talenti, precursore probabilmente di quello che oggi è Tik Tok, quelle ragazzine infatti cantavano quasi tutte sulle voci di soliste che prima avevano preventivamente registrato i pezzi su cui si sarebbero esibite e in diretta muovevano le labbra e si muovevano su una base predefinita. Piccole adolescenti che provavano a fare le grandi con in testa tanti sogni, pronte a sgomitare per una inquadratura.

Oltre Ambra Angiolini, rivelazione del programma, da quell’idea televisiva poi diventato un format esportato all’estero sono usciti volti poi diventati noti al pubblico del piccolo schermo: Antonella Elia, Miriana Trevisan, Alessia Mancini, Cristina Quaranta, Alessia Merz sono solo alcune, ma ce ne sono tante altre come Pamela Petrarolo soprannominata “The Voice” e addirittura promossa coreografa nelle ultime due edizioni del programma. Intervistata da FRALOF per PIUDONNA, la starlette di Non è la Rai e ancor prima di Domenica In ha raccontato quegli anni e quale era il rapporto con le altre compagne di avventura, Pamela oggi racconta di essere ormai una donna matura e consapevole delle sue scelte, a 15 anni non era pienamente consapevole del successo che la aveva travolta. Una volta finito il programma dopo 4 edizioni vissute da protagonista, Pamela aveva da poco più di 7 mesi compiuto 18 anni, ha terminato gli studi e ha cominciato piano piano a capire quale potesse essere la sua strada.

Immaginando Non è la Rai oggi al tempo dei social probabilmente sarebbe un gioco al massacro e oltre che per le inquadrature si litigherebbe anche per i followers, probabilmente chi ne avrebbe di più si sentirebbe autorizzata a chiedere più spazio e Boncompagni ad essere più autoritario “I social sarebbero stati devastanti per adolescenti fragili come noi all’epoca che venivamo prese di mira spesso dai giornali…- racconta Pamela e su Gianni Boncompagni aggiunge- Gianni è colui che mi ha televisivamente creata. A lui devo tutto. Gli sarò riconoscente a vita. Lui mi chiamava The Voice”

La rivalità tra le ragazzine si sentiva e si avvertiva anche attraverso il teleschermo e se si parlava con qualcuna di loro se ne aveva conferma, a questo proposito Pamela afferma “Eravamo ragazzine, poco più che adolescenti. I litigi lasciano il tempo che trovano. Quello che poteva accadere in un liceo o in una gara di nuoto. Eravamo tutte femminucce, quindi più competitive e vanitose. Trovarsi davanti alle telecamere era un modo per tirare fuori la nostra femminilità. Ma tutto passava. Si riusciva a lavorare insieme anche perché ognuna di noi passava il tempo con il suo gruppetto. Era impossibile andare d’accordo con 100 persone”  di una cosa però Pamela è fermamente convinta, Non è la Rai rimane e rimarrà per sempre una creatura degli anni 90, sarebbe impossibile una versione 2021, equivarrebbe a snaturarne l’essenza.

Nell’ultima edizione Pamela oltre ad essere promossa coreografa è stata soprannominata The Voice proprio per il fatto di essere una delle poche a cantare con la propria voce, caratteristica che la ha portata a incidere due compact disk come si chiamavano all’epoca “Io non vivo senza te” e “Niente di importante” il suo sogno è ancora quello di partecipare a Sanremo? “I miei sogni sono tanti. In parte li ho realizzati ma ne mancano un po’. Per ora mi ritengo una donna fortunata. Ho tutto quello di cui ho bisogno e si chiama amore. Poi quello che arriverà valuterò. Sicuramente Sanremo è uno di quei sogni proibiti, come li chiamo io. Ma chissà, mai dire mai. Sono per natura una positiva.”

Delle sue compagne d’avventura è rimasta legatissima ad Emanuela Panatta, un’amicizia ormai trentennale, di quelle che la hanno delusa ormai ha rimosso tutto, il tempo è un gran dottore e fa ricordare solo le cose belle. E per quanto riguarda la TV prende quel che viene, è stata giudice di All Togheter Now, una bella esperienza, le sarebbe piaciuto fare un programma di cucina legato alla musica, ma pensa che rimarrà un sogno nel cassetto, comunque mai dire mai.

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Giuseppe Scuccimarri

Giuseppe Scuccimarri, classe 1969, esperto di televisione e cronaca rosa con interessi anche per l'attualità e la politica nazionale e internazionale. Autore della commedia "Il delitto di Lord Arthur Savile" (2002) e del musical "La vita è una splendida canzone" (2014), ghostwriter per diversi autori e paroliere, amante della scrittura e della letteratura italiana e straniera.

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