Miriam Leone parla su Instagram dell’accettazione dei propri difetti, Gabriele Muccino la attacca

di Giuseppe Scuccimarri

Pubblicato il 2021-09-03

Miriam Leone giorni fa ha pubblicato sui social uno scatto che la ritraeva di schiena senza reggiseno scrivendo  “Ci vuole forza, ad accettare ciò che non ci piace di noi (che non è detto siano difetti, a volte sono nostre fissazioni, nostre ossessioni, compagni sgradevoli con cui magari siamo cresciuti/e) e a un certo punto …

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Miriam Leone giorni fa ha pubblicato sui social uno scatto che la ritraeva di schiena senza reggiseno scrivendo  “Ci vuole forza, ad accettare ciò che non ci piace di noi (che non è detto siano difetti, a volte sono nostre fissazioni, nostre ossessioni, compagni sgradevoli con cui magari siamo cresciuti/e) e a un certo punto LIBERARSI, ACCETTARSI, che non significa accontentarsi, ma ricercare la versione migliore di noi stessi e abbracciarla”. Diversi utenti web hanno interpretato male le parole dell’attrice e hanno criticato il suo post riempendolo di commenti negativi. Oggi l’attrice è voluta tornare sull’argomento e con una storia Instagram ha voluto spiegare cosa intendesse dire e quali significati racchiudesse ciò che aveva scritto, per farlo ha raccontato un episodio della sua adolescenza, ecco le sue parole:

Quando ero a scuola mi è arrivata una pallonata di rugby in faccia e mi ha deviato il setto nasale, infatti a volte non respiro neanche bene, ogni volta che vado dall’otorino mi dice che andrebbe rifatto, ma adesso questo naso mi piace, se tra i 15 e 20 anni mi fossi rifatta il naso me ne sarei pentita. Il problema è come lo vedo io il naso non gli altri, quindi il discorso che ho fatto e sull’accettazione di sè stessi, ed è bello rendersi conto che crescendo si accettano anche i propri difetti. Forse arriverà il giorno in cui mi obbligheranno a operarmi e a rifare il naso perchè a lungo andare respirerò sempre peggio, ma sarà una scelta obbligata dettatami dai medici e non una mia scelta perchè io adesso con il mio naso mi sento a posto”

Il discorso è stato improntato quindi all’accettazione di sè stessi e dei propri difetti, una sorta di messaggio social a chi vive le proprie imperfezioni fisiche come una limitazione, d’altronde i personaggi famosi sono stati sempre un ottimo veicolo per fare arrivare messaggi del genere a meno che sulla strada non si incontri qualcuno a cui di quel messaggio poco importa, forse per vecchie ruggini con l’attrice o esclusivamente per visibilità personale sempre che ,Gabriele Muccino, sì proprio lui, di quella visibilità ne abbia ulteriore bisogno. Il noto regista sotto il post dell’attrice ha ritenuto opportuno scrivere il suo commento ironico e ponendosi su un piedistallo immaginario ha chiosato “Ho il latte alle ginocchia con tutto il rispetto”  più che altro caro Muccino come giocarsi la stima di qualche ammiratore in due righe.

Sfruttare un messaggio sociale per farsi pubblicità o mettersi in mostra sarebbe da inserire nel libro nero delle proprie figuracce, non sappiamo se Muccino nel frattempo sia sceso dal suo piedistallo immaginario e abbia aperto il suo libro nero, se non lo avesse ancora fatto ci hanno pensato gli utenti web con le proprie critiche ad aiutarlo, ne riportiamo di seguito alcune, si va da quelle più educate “Penso che ad una persona del suo calibro un commento di questo tipo è a dir poco inutile. Con tutto il rispetto”, a quelle ironiche “Ricordatevi sempre che l’esempio andrebbe dato dai più ‘grandi’ e a quanto pare non è così”, fino alle più pesanti ” Fa ancora male il palo che hai preso vedo”, il regista ha arrancato qualche risposta per poi defilarsi ci auguriamo con il libro nero delle figuracce sotto il braccio.

Effettivamente ha proprio ragione l’utente web che ha commentato che il buon esempio dovrebbero darlo i più ‘grandi’, Miriam Leone lo ha capito, altri no.

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Giuseppe Scuccimarri

Giuseppe Scuccimarri, classe 1969, esperto di televisione e cronaca rosa con interessi anche per l'attualità e la politica nazionale e internazionale. Autore della commedia "Il delitto di Lord Arthur Savile" (2002) e del musical "La vita è una splendida canzone" (2014), ghostwriter per diversi autori e paroliere, amante della scrittura e della letteratura italiana e straniera.

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