José Sebastiani, il figlio di Amadeus, debutta all’Eurovision, ecco come

José Sebastiani: «Tale padre, tale figlio!»

Sarà José Sebastiani, il figlio quindicenne di Amadeus e Giovanna Civitillo, una delle giovani voci del podcast  Stonati a Eurovision – 40 adolescenti ancora senza pass, di Radioimmaginaria per RaiPlay Sound, programmato inizialmente in presenza all’Eurovision Song Contest 2024 in Svezia e poi, per motivi di sicurezza causa allerta terrorismo, trasmesso in remoto.

“Secondo il Ministero degli Esteri Italiano, si registra in tutta la Svezia un incremento d’allerta per la minaccia terroristica a seguito degli episodi legati ai ‘Roghi del Corano’ con un innalzamento del livello di allerta al grado 4, su una scala da 1 a 5”, riporta un’ANSA.

José al debutto in Radio, le sue parole

A proposito della nuova esperienza in radio, nel corso di una recente ed esclusiva intervista per Vanity Fair, José ha confessato le sue emozioni e com’è il rapporto nato con gli altri adolescenti, dagli 11 ai 17 anni, protagonisti del podcast di Radioimmaginaria:

«Si è creato un bel feeling. Eurovision è un evento importantissimo, e sono felice di seguirlo, anche se la cosa più importante, per me, è divertirmi».

Tale padre, tale figlio, sarebbe l’epilogo alla nuova avventura di José che sembrerebbe proprio seguire le orme del padre Amadeus. Lo storico – ormai ex – conduttore Rai di Affari Tuoi e del Festival di Sanremo, deve infatti la carriera artistica in qualità di conduttore al debutto nelle radio.

«Sì, anche se il mio primo sogno è quello di diventare calciatore. Se non avessi la fortuna di riuscire nello sport, mi piacerebbe lavorare nella musica, ma dietro le quinte. Riesco a distinguere un bel brano», rivela José alla domanda di Vanity Fair sulla carriera nel mondo dello spettacolo.

Infine, José risponde alle critiche online, per essere «figlio di»:
«Dopo Sanremo mi sono stati indirizzati contro sfottò piuttosto pesanti. Io il bullismo non lo sopporto: non riesco a capire come si possano prendere di mira altre persone. Quando l’ho subìto, comunque, ho reagito molto in fretta. Quando ero più piccolo, mi è servito molto parlarne con mia mamma. Recentemente, invece, ho adottato un’altra strategia: cambio strada, non rispondo e non reagisco agli attacchi. Funziona».