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Grande Fratello, il cast di Signorini conferma che la cultura in TV è un optional

“Lo scorso anno abbiamo sbagliato cast”, questa affermazione di Alfonso Signorini alla vigilia di questa edizione del Grande Fratello, può essere presa a emblema di quanto a volte le parole potrebbero trasformarsi in un boomerang micidiale qualora la situazione non prenda la piega aspettata o si faccia in modo che non la prenda. Alfonso Signorini ha ancora una volta trasformato un reality in una bomba a orologeria e le sue parole come al solito nel festival dell’ipocrisia.

La verità è che non è il cast ad essere sbagliato, ma l’idea di reality che chi ha fatto i casting aveva in testa, prendere a pretesto la semplicità, l’ignoranza e la presunzione di ragazzetti presi per la strada per mettere in piazza tutte le loro criticità invece di farne uscire gli esili punti di forza, denota tutta la falsità e la malignità di chi ha cercato di puntare sul dissing e sul livore invece che sulle storie dei singoli. Non frenare alcuni atteggiamenti, ha avuto il sapore di esasperare determinate tematiche per darle in pasto al pubblico nella maniera peggiore possibile per alimentare l’odio social e il tiro al bersaglio su determinati personaggi.

Il cast di Signorini, sta dimostrando che di questi tempi per fare determinate esperienze televisive la cultura è un optional, ma soprattutto che si può passar sopra alla tanto vituperata cattiva educazione qualora la medesima sia foriera di tendenze sui social, di click e di ascolti. Si è puntato al peggio nella consapevolezza di andare incontro a un determinato target di pubblico.

E’ come se attraverso i protagonisti si volesse colpire proprio i fruitori del prodotto, presentando un microcosmo di falsità, ipocrisia e cattiveria in cui lo stesso pubblico è immerso nella realtà di tutti i giorni. Una sorta di mondo visto da Signorini e dai suoi autori, un enorme gioco di ruolo in cui i protagonisti interpretano le diverse personalità perverse di cui è piena la società attuale.

Pertanto le lacrime di coccodrillo del conduttore davanti all’indifferenza dei concorrenti per il dolore di Beatrice Luzzi, stridono non poco davanti a ciò che lui stesso ha creato, al posto di provvedimenti che lasceranno il tempo che trovano sarebbe opportuna una riflessione da parte di chi tanto livore lo ha messo in piedi e continua ad alimentarlo.

 


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Giuseppe Scuccimarri
Giuseppe Scuccimarri
Giuseppe Scuccimarri, classe 1969, esperto di televisione e cronaca rosa con interessi anche per l'attualità e la politica nazionale e internazionale. Autore della commedia "Il delitto di Lord Arthur Savile" (2002) e del musical "La vita è una splendida canzone" (2014), ghostwriter per diversi autori e paroliere, amante della scrittura e della letteratura italiana e straniera.

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