lunedì, Maggio 20, 2024

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GF, Beatrice isolata nella notte di Capodanno, quando il gioco non è più un gioco

Si è festeggiato il Capodanno anche nella casa del Grande Fratello ovviamente, ed abbiamo assistito ad uno degli spettacoli più brutti che il reality abbia mai offerto.

Dalla tavola apparecchiata per tutti tranne che per Beatrice Luzzi, a chi (Anita Olivieri) ha suggerito di farla mangiare da sola in sauna, a chi, invece (Letizia Petris) ha invitato gli altri coinquilini semplicemente a non rivolgerle la parola in alcun modo.

Rimasta completamente sola, l’unico che le si è avvicinato per farle compagnia è stato uno degli ultimi concorrenti a varcare la soglia della porta rossa, Stefano Miele.

Beatrice ha comunque provato a farlo tornare dal “gruppo” perché si integrasse, ma Stefano le ha risposto che vuole fare ciò che sente e le rimane accanto.

Questo il fatto.

C’è chi potrebbe obiettare che Beatrice o la si ama o la si odia ed è vero.

C’è chi potrebbe considerarla una provocatrice o una abile giocatrice, ed anche questa potrebbe essere una chiave di lettura della Luzzi, se ci si ferma a ciò che di lei viene abilmente mostrato durante lo show serale.

Noi però vogliamo andare oltre Beatrice, perché il pensiero vale per qualunque altro concorrente che si fosse trovato in quella situazione.

Si è parlato tanto quest’estate dell’importanza della televisione, quando, presentando i nuovi palinsesti, si erano fatti passare alcuni “allontanamenti non volontari” come la volontà di offrire prodotti qualitativamente e culturalmente più sostanziosi.

Ebbene, non sappiamo quale criterio di valutazione si sia utilizzato, di certo non il nostro o quello del pubblico.

Ieri sera abbiamo assistito ad uno spettacolo davvero poco edificante, per chi lo ha messo in piedi, per chi lo ha permesso, per chi lo ha mandato in onda.

Com’è possibile parlare di “percorso”, di crescita personale e contemporaneamente dare un immagine così agghiacciante di se stessi?

Viviamo in un momento storico in cui il passatempo preferito, omettiamo da chi,  sia diventato isolare qualcuno, deriderlo, sbeffeggiarlo, offenderlo.

Questo atteggiamento ha un nome, c’è un sostantivo che lo descrive appieno ma che non utilizzeremo per non cadere vittime dei tuttologi del web che quando si chiamano le cose con il loro nome gridano allo scandalo, all’esagerazione.

Non lo utilizzeremo perché tanto, come già visto per Massimiliano Varrese o per Anita Olivieri, il tutto si ridurrebbe ad una tiratina d’orecchie per poi chiedere anche scusa.

Commuoviamoci pure per un clochard che piange di gioia per una coperta ricevuta in dono, per le feste di un cagnolino al suo padrone, per l’abbraccio di un genitore con il proprio figlio, ma lasciamo passare il messaggio che se non ti adegui alle regole del finto buonismo, dell’ipocrisia, dei luoghi comuni sei brutto e cattivo e meriti di restare solo.

In questo scenario, al dir poco aberrante, l’atteggiamento di Stefano Miele è stato un raggio di sole.

Fregarsene della massa, del voler piacere a tutti i costi anche andando contro se stessi, dovrebbe essere la normalità ma è diventato un atteggiamento raro e da ammirare.

Una ragazza di soli 14 anni, che chiameremo Lulù,  ha scritto in un tema “A volte persone che conosciamo poco o per nulla riescono a comprendere e a donare affetto più di chi dovrebbe conoscerci meglio”, ed ha espresso in una frase tutto il significato della parola empatia.

Il nostro augurio per il nuovo anno? In un mondo pieno di Varrese, Olivieri e Garibaldi, siate sempre Stefano e Lulù.

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