Gabriele Muccino รจ stato molto criticato per il cortometraggio realizzato sulla Calabria, commissionato dalla regione Calabria per valorizzarne il territorio e le bellezze. Ma il regista alle critiche risponde cosรฌ:
โ a me interessa suscitare emozioni “
Il problema รจ che le emozioni che sono venute fuori, sono semplicemente rabbia e disappunto .
Ma ai cittadini non รจ proprio piaciuto il trionfo di vecchi stereotipi, coppole e bretelle. Ed รจ subito polemica.
ร chiaro che la Calabria รจ bellissima e che ci sono tanti posti da vedere e tantissimi beni e ricchezze da mostrare.
Ovviamente si tratta di un cortometraggio e non di un documentario e ci sta che non si possa scegliere di far vedere ogni cosa.
Io problema รจ che anche ciรฒ che si รจ visto agli occhi dei calabresi non corrisponde alla realtร , non rende giustizia a questa terra.
Diciamocela tutta siamo nel 2020, i vecchietti con tanto di Coppola e bretelle che giocano a carte , o portano a passeggio un asinello non รจ poi del tutto realistico …ma tutto apposto?
Fa storcere il naso anche il ricorso a un attore romano come Bova, โcalabreseโ solo perchรฉ il papร era di Roccella Jonica. Qualcuno ci scherza su: “Non era meglio rifare lo spot con Ringhio Gattuso, che almeno ci metteva il cuore calabrese?”.
In parte รจ vero, perchรฉ non scegliere qualcuno che la Calabria avrebbe saputo raccontarla?
“Si sono dimenticati semplicemente della Calabria”, dice lโattore Sergio Crocco: “Un video che inizia con una mano maschile sulla coscia di una ragazza, prosegue con il finocchietto nella soppressata (neanche le basi, maledetti) e termina con un senso di vuoto universale. La mia Calabria non cโรจ. Ci sono solo i miei soldi”
“Mancavano solo le cipolle di Tropea e le patate della Sila, poi il negozio era completo”, ironizza il cantante Ivan Colacino.
Muccino sceglie il tasto piรน prevedibile, il โbalcone di Tropeaโ o il mare cristallino di Capo Vaticano, invece di raccontare le radici millenarie di paesi che hanno unโanima vera rispetto a una Calabria costiera distrutta dallโurbanizzazione. Nรฉ basta piazzare un asino o i ragazzotti con la coppola, usciti dal backstage del Padrino. “Una realtร goffamente artefatta e stereotipata”, inveisce il sindaco di Reggio, Giuseppe Falcomatร .
โCalabria, terra mia”: si intitola cosรฌ il corto
Terra mia รจ il titolo di una delle piรน note canzoni di Pino Daniele ….Nemmeno per il titolo hanno usato un poโ di fantasia.
Piazzette dove giovani in coppola e bretelle stanno seduti a gambe larghe mentre i pensionati giocano a carte? Per le stradine dove passano gli asinelli, condotti da un altro simpatico paesano con la coppola scenario che ricorda IL PADRINO.
Non si riconoscono i calabresi, poteva essere un vero omaggio a questa bellissima terra ma che di omaggio non aveva niente .
Il regista risponde a una ragazza calabrese che su Instagram aveva criticato il cortometraggio sulla Calabria:
ยซMi stai dicendo che in Calabria si trainano gli asini sulle strade sterrate, si mangiano le clementine e se non metti il finocchietto sulla soppressata non sei nessuno?ยป.
La ragazza sicuramente non avrebbe potuto pensare che, da un post palesemente ironico, potesse arrivare uno scambio di battute con lo stesso Muccino.
Il regista ha infatti replicato alla foto pubblicata dalla ragazza con un piccato: “Preferisci le case non finite, migliaia di case abusive. Hai ragione”. Una risposta che perรฒ non ha trovato impreparata La ragazza , che non solo ha replicato, ma (dopo aver tenuto testa senza particolari problemi al suo interlocutore) ha anche pubblicato gli screen sulla sua pagina Facebook. “Non capisco perchรฉ creare un corto sulla Calabria se (lei, Muccino, ndr) disprezza cosรฌ tanto questa terra tanto da vedere solo le โcase non finite e migliaia di case abusive”.
“La Calabria? Lโho resa bellissimaโ Replica ancora Muccino. “Ma ho avuto molti palazzi che non potevo inquadrare. Questo non significa disprezzare. Soltanto essere obiettivi. Invece che lamentarvi delle coppole pensate alla suggestione per uno che non รจ mai stato in Calabria e debba essere tentato dallโandarla a visitare. Questa era la mia missione”.
Lโultima parola va alla sua interlocutrice:
“La Calabria รจ mare e montagna, modernitร e storia, ma Lei ha preferito mostrare una terra ferma a 50/60 anni fa che non rispecchia la realtร , difatti nessun calabrese si รจ sentito identificato nel Suo corto”.
Ecco il cortometraggio:
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