Francesco Nuti, genio vittima dei pregiudizi, sfortunato anche per la data della morte

Quando il pregiudizio si abbatte sulle persone, o le stesse trovano in sè stesse le giuste motivazioni per uscirne o se ne rimane soggiogati e inghiottiti. Francesco Nuti è stato sfortunato fino alla fine, anche per la data della morte, avvenuta poche ore dopo la dipartita di Silvio Berlusconi, con tutti i canali televisivi profusi, anche con un pizzico di ipocrisia, nel ricordo di colui che all’improvviso si sono ricordati essere un imprenditore che ha cambiato le sorti della comunicazione oltre che un uomo politico.

Francesco Nuti dopo aver inciso sulla filmografia anni ’80 con film come “Io, Chiara e lo Scuro”, “Casablanca, Casablanca”, “Tutta colpa del paradiso”, “Stregati”, “Caruso Pascoski (di padre polacco)”, “Willy Signori e vengo da lontano”, a inizio anni ’90 ha battuto ogni record di incassi con “Donne con le gonne”, segnando il momento di maggior successo della sua carriera, l’attore di quel film è stato sceneggiatore, regista e attore protagonista al fianco della bellissima Carole Bouquet.

Sempre delicato nelle sue interpretazioni, Francesco Nuti ha affrontato per primo anche tematiche delicate con il giusto garbo e la giusta ironia, esprimendosi anche in contesti che non fossero il cinema, suo ambiente naturale. Memorabile la sua partecipazione al Festival di Sanremo nel 1988 con quel “Sarà per te” che poco dopo sarà incisa anche da Mina o il duetto con Mietta in “Lasciamoci respirare”, brano composto da Biagio Antonacci.

Dopo i tiepidi successi al botteghino della seconda parte degli anni ’90, Francesco Nuti è stato vittima di una profonda depressione precipitata in problemi di alcolismo. Uscitone a fatica, proprio alla vigilia del suo ritorno sul set nel settembre 2006, una rovinosa caduta dalle scale gli procurò un’ematoma al cervello e il coma. Dopo questo episodio la vita di Nuti cambierà radicalmente, costretto su una sedia a rotelle e con difficoltà di espressione. Nel 2016 altra caduta e altro ricovero, nel mezzo una triste vicenda di maltrattamenti da parte di un badante georgiano poi arrestato.

In tutto ciò il pregiudizio di quel mondo dello spettacolo che ha idolatrato Nuti per poi abbandonarlo, l’estro e la creatività non hanno mai abbandonato l’attore toscano neanche durante la malattia, ha continuato a scrivere, ma non ha trovato più nessuno disponibile a produrre e a distribuire i suoi film, come se una dipendenza superata fosse un marchio, un timbro per il quale dovesse essere messo ai margini.

Negli ultimi anni ci hanno pensato la figlia Ginevra, il grande amico Enio Drovandi e l’imitatore e cabarettista Victor Quadrelli a fare in modo che Nuti non fosse dimenticato e uscisse dall’oblio in cui il pregiudizio lo aveva confinato, proprio ieri quest’ultimo rivolgendo un saluto a Nuti ha ironizzato su come tutti si stessero ricordando di Berlusconi e pochi di Francesco Nuti.

 


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Scritto da Giuseppe Scuccimarri