Dino Zoff, 80 anni, il compleanno di una leggenda

Per alcuni Dino Zoff è un pallone bloccato sulla linea di porta a 3 minuti dal fischio finale in un torrido pomeriggio estivo il 5 luglio 1982, tanti parlano della notte di Madrid, ma il trionfo Mundial nasce da quella parata contro un Brasile stellare e dalla consapevolezza di essere diventati insuperabili. Dino Zoff per i 50enni di oggi e gli adolescenti di allora è un monumento, l’emblema dello sportivo senza vizi, poco incline alla cronaca e alle esternazioni, anzi anche infastidito nel 1982, nel dover essere lui il portavoce della squadra durante il silenzio stampa azzurro seguito a un avvio non molto edificante nel girone di Vigo. Campione del mondo a quarant’anni suonati, in un ‘epoca in cui le carriere dei calciatori si fermavano ai 35, Dino ha vinto tutto tranne la coppa dei Campioni sfiorata contro i mostri dell’Ajax di Cruijff nel 1972 e nel 1983 contro l’Amburgo di Magath e un tiro da lontano non imparabile che di fatto ne ha accelerato la fine della carriera nonostante qualche settimana dopo in Nazionale in una sfortunata partita contro la Svezia Dino avesse dimostrato che la macchina funzionasse ancora.

Dino Zoff oggi compie 80 anni e nonostante sia leggenda e sia stato inserito tra i protagonisti del 900 è restato l’uomo umile e sobrio di sempre, di record ne ha collezionati tanti, a cominciare dall’aver giocato per 11 stagioni di seguito nella Juventus senza mai saltare una partita, vincendo 6 campionati italiani, 2 coppe Italia, una coppa UEFA, un mondiale e un europeo. Da allenatore ha alzato in cielo una coppa Italia e una coppa UEFA sfiorando a pochi minuti dalla fine il successo alla guida della Nazionale di calcio agli Europei del 2000. Mai una parola fuori posto o sopra le righe, punto di riferimento per i compagni di squadra e per i giovani che ha allenato nonchè allenatore in campo per chi lo ha allenato. “Un giorno come tanti altri” ha detto alla hostess della FIGC che questa mattina gli ha portato i fiori a testimonianza di avere sempre anteposto l’essere uomo all’essere una gloria del calcio. Auguri leggenda!

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