Belve, Teo Teocoli asfalta Adriano Celentano e Diego Abatantuono

Belve ha chiuso col botto come merita un programma di successo, il talk condotto da Francesca Fagnani è stato tra i tre più scaricati su Raiplay e in assoluto il più commentato sui social nonostante una collocazione impietosa in seconda serata a inizio weekend. Le domande schiette e pungenti della conduttrice e il suo sorriso ironico dopo ogni domanda come già scritto altre volte meriterebbero se non una collocazione migliore quantomeno una replica il sabato o la domenica pomeriggio. Questa sera tra gli ospiti Teo Teocoli protagonista di una intervista in cui ha parlato a ruota libera di persone che lo hanno ferito e deluso, primo tra tutti Adriano Celentano con cui ha interrotto una amicizia che durava da 60 anni : “L’ ho chiamato un paio di volte, e da allora non ci siamo più sentiti. Celentano voleva che lo imitassi perfettamente così potevo presentare io lo spettacolo al posto suo, ma questa cosa a Mediaset non piaceva, lui se la è presa con me non mi risponde più al telefono”. Anche su Claudia Mori Teo Teocoli non è stato tenero : “Senza Adriano non sarebbe stata nessuno”.

L’ attore ha parlato anche di altri suoi colleghi, in particolare Diego Abatantuono, che ha descritto come una persona egoista che non ha mai aiutato nessuno. Dopo aver praticamente asfaltato quelli che possono definirsi i suoi amici storici, Teocoli ha raccontato particolari del suo passato e dei suoi amori celebri, è stato fidanzato con Loredana Bertè e Mia Martini in periodi diversi e pur non avendo mai avuto amori omosessuali ha dichiarato di averci pensato : “Negli anni ’70 c’erano certi travestiti che facevano girare la testa, come Amanda Lear, lei che era la musa di Salvador Dalí e non mi filava, nemmeno di striscio”.

Infine il rapporto conflittuale con il padre, una sorta di despota che non lesinava di prendere a botte lui e la madre se le cose non andavano come diceva lui : “Un pomeriggio venne un amico di mio padre, quando tornai a casa, mio padre e il suo amico stavano ascoltando su un giradischi i discorsi di Mussolini. Lì pensai: ma mio padre è proprio un fascistone di mer*a. Cominciò un conflitto duro, le sberle diventarono pugni per me e mia madre, e questa cosa è durata finché sono cresciuto, poi, dopo, l’ho appeso al muro. Ho fatto bene a non andare al suo funerale, mia mamma lavorava tutto il giorno lui non faceva niente”.