Alberto Angela, lo sconforto verso gli Italiani che non amano la storia, pubblico televisivo poco attento alla cultura, ecco le sue parole
Giovedì 21 settembre è andata in onda su Rai 1, una delle puntate più emozionanti e belle della storia di “Ulisse il piacere della scoperta”, interamente dedicata alla storia di Anna Frank.
Attraverso le pagine del diario, che l’ha resa immortale, Alberto Angela, racconta la sua storia che è anche la nostra.
L’ESCLUSIVA RAI SUI LUOGHI DI ANNA FRANK
Per la prima volta le telecamere della Rai entrano a Merwedeplein 37, ad Amsterdam, la casa dove Anna ha vissuto con la famiglia dal 1933 anno in cui lasciarono la loro patria, la Germania, a causa dell’ascesa al potere di Hitler.
Subito dopo lo scoppio della seconda Guerra Mondiale e la divulgazioni delle leggi raziali, la famiglia di Anna fu costretta a nascondersi.
Alberto Angela in questo viaggio meraviglioso ci porta a visitare la “Casa sul Retro” dove la famiglia Frank visse con altre 4 persone per oltre due anni.
Ascoltare oggi, alcune pagine del diario di Anna commuove un po’ tutti soprattutto quando scrive:
“Ho la sensazione che tutto cambierà per il meglio. A dispetto di tutto quanto credo ancora nell’ intima bontà dell’uomo”.
Successivamente Alberto ripercorrerà gli ultimi istanti di vita di Anna e di sua sorella Margot nel campo di Bergen Belsen.
Anna Frank sognava di fare la scrittrice, ma il destino con lei non è stato clemente.
La sua morte, a pochi giorni dall’arrivo degli Alleati, consegnerà per sempre Anna, la sua storia e il suo Diario di giovane e spaventata fanciulla all’eternità del tempo.
L’INDIGNAZIONE DI ALBERTO ANGELA
Ed è proprio qua che subentra l’indignazione e lo sconforto da parte del figlio di Piero Angela, l’uomo s’interroga su come sia possibile che la cultura e la storia di un paese meritino così poca risonanza e con queste parole ne sancisce il suo pensiero: “Non ho molta speranza in un’Italia che consegna sol il 13% e 2 mln a una delle puntate più belle di #Ulisse, necessaria ed emozionante, dedicata ad Anna Frank”.
Alberto Angela denuncia tramite queste poche righe quanto la televisione sia improntata più su argomenti leggeri e privi di qualsiasi forma di cultura, e come la maggior parte dei telespettatori siano affascinati da programmi di un livello culturale e storico molto basso.
Noi siamo la nostra storia, siamo ciò che da esse ne deriva, dovremmo far si che la propaganda culturale e storica del nostro paese venisse più apprezzata e innalzata, in primis da noi stessi.
L’IMPORTANZA DI AVERE UNA IDENTITA’ STORICA
Avere una storia significa: appartenenza, ed è ciò che vorrebbe in qualche modo portare all’attenzione Alberto Angela, e non solo lui, ma anche tutti coloro impegnati nella continua ricerca e divulgazione televisiva di racconti o temi più importanti.
La storia di Anna Frank è la storia di un epoca molto vicina a noi in cui le atrocità e il dolore erano le protagoniste indiscusse.
La storia insegna ciò che non dovrebbe più capitare, la storia insegna quali siano i momenti da non ripetere, che hanno lasciato un’enorme ferita dentro tutti coloro che portano il ricordo di quel tempo.
Alberto Angela e il suo team ha il merito, nonostante lo sconforto degli ascolti non sempre favorevoli, di portare in tv storia, cultura e un pizzico di novità che dovrebbe essere da tutti apprezzata e idolatrata.
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