Roby Facchinetti a Verissimo: “Con Stefano D’Orazio ho lavorato fino alla fine. Ho conosciuto il terrore, ma la vita ci ha dato tanto”
Ospite nella puntata di Verissimo andata in onda domenica 30 marzo 2025, Roby Facchinetti si è raccontato a cuore aperto a Silvia Toffanin, ripercorrendo la sua carriera, i momenti difficili della sua vita privata e il legame indissolubile con gli altri membri dei Pooh, in particolare con Stefano D’Orazio.
Roby Facchinetti: “Dopo lo scioglimento dei Pooh, io e Stefano continuammo a scrivere insieme”
Durante l’intervista, Roby Facchinetti a Verissimo ha ricordato l’intenso rapporto umano e professionale con Stefano D’Orazio, scomparso nel 2020:
“Quando decidemmo di sciogliere i Pooh, io e Stefano continuammo a lavorare su Parsifal. Un lavoro enorme, con due orchestre sinfoniche: una di Budapest e una italiana.”
Con commozione, il cantautore ha aggiunto:
“Stefano non si meritava ciò che è successo. Era una persona meravigliosa, manca ogni giorno.”
Facchinetti ha ricordato anche l’aiuto immediato ricevuto da D’Orazio quando volle scrivere un brano dedicato a Bergamo, sua città d’origine:
“Quando gli chiesi una mano per quella canzone, non esitò nemmeno un attimo.”
Il ruolo da nonno: “I bambini ci insegnano ogni giorno”
Con grande tenerezza, il musicista ha parlato del suo ruolo di nonno di sette nipoti, sottolineando quanto i più piccoli siano fonte di continua ispirazione:
“È una cosa meravigliosa. I bambini si meravigliano per ogni cosa. Dovremmo tornare a guardarci il mondo con i loro occhi.”
I rimpianti e l’amore per Giovanna
Nel corso dell’intervista, Roby ha ammesso di avere alcuni rimpianti legati alla carriera:
“Il nostro lavoro ha preso tutto di noi. Sono stato più sul palco che a casa con mia moglie e i miei figli.”
A dare equilibrio alla sua vita è stata Giovanna, la donna che gli ha restituito serenità:
“È arrivata al momento giusto. Mi ha regalato l’equilibrio, che è l’anticamera della serenità.”
Roby Facchinetti La rapina in casa: “Ho avuto una pistola puntata alla gola per 45 minuti”
Uno dei momenti più toccanti dell’intervista è stato il racconto della rapina subita due anni fa nella sua abitazione:
“Sono entrati dei ladri armati. Abbiamo vissuto i 45 minuti più brutti della nostra vita. Ho avuto la pistola puntata alla gola per tutto il tempo.”
Facchinetti ha descritto il terrore vissuto in quegli istanti:
“Il terrore ti entra dentro, ti succhia il cervello. Non sei più padrone di quello che fai o dici.”
A cambiare il corso degli eventi è stato un improvviso malore di sua moglie:
“Giovanna svenne, e uno dei rapinatori ebbe paura che stesse morendo. Lì si spaventarono e abbandonarono tutto. Non sono mai stati trovati.”
Facchinetti: Una vita segnata da dolore e gratitudine
Nonostante l’episodio traumatico, Roby Facchinetti ha concluso con parole di gratitudine verso la vita:
“La vita dà e toglie. Ma ci ha anche dato molto. Da quel giorno, la nostra vita è cambiata.”
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