Verissimo: Renato Zero ospite da Silvia Toffanin racconta i suoi “primi settant’anni di vita”!

Torna in televisione Renato Zero, e sceglie di farsi intervistare da Silvia Toffanin nel salotto del sabato pomeriggio su Canale 5, in onore dei suoi “primi” 70 anni.

“Io sto bene. Ho una compagna da quando avevo 15 anni che non invecchia mai: la musica. Capitano dei momenti così amari nella vita che se non hai una corazza soccombi. Durante la pandemia mi sono messo a scrivere: io amo scrivere a penna ma quando scrivi a macchina non puoi cancellare così ci pensi due volte prima di scrivere una cosa non interessante. Così mi sono messo all’opera e mi sono regalato questi 3 album in occasione dei 70 anni. Lo devo al mio pubblico che è la mia famiglia allargata.

Non festeggerò in modo particolare, per me il mio compleanno è tutti i giorni. Il bilancio non deve essere tardivo perché se si rimanda poi si accumulano le cose. Io penso che sia giusto fare i bilanci prima di addormentarsi e così lo faccio tutte le sere: penso, rifletto, mi rammento di chiamare qualcuno che ha bisogno di me.

Un bilancio è un avvenimento che ti impegna perché devi mettere via la superbia e l’avarizia che lo possono infettare. L’obbiettività e il coraggio di guardarsi dentro sono fondamentali quando si fa un bilancio.”

Dopo di che Renato ci racconta qualcosa della sua infanzia e giovinezza:

“Non mi aspettavo di entrare nel mondo dello spettacolo perché, sai, venivamo dalla guerra e tutto era da ricostruire. Io sono nato con l’RH negativo e ho avuto bisogno di una trasfusione per guarire e quindi da questo la mia fame di vivere e di mordere la vita. Io ho addosso tutto l’affetto delle famiglie italiane ed è meraviglioso questo.

La mia è stata una grande famiglia dalle origini molto umili. Mia madre era bellissima. Io ho due sorelle e un fratello che ho desiderato per 10 anni. A mia madre era stato diagnosticato un fibroma e noi partimmo per le vacanze però al nostro ritorno vidi mia madre e la chiamai e lei voltandosi aveva in braccio mio fratello e io impazzi dalla gioia. Mio fratello è anche il mio migliore amico.

Mamma e papà mi hanno sempre appoggiato e abbiamo avuto un rapporto anche molto confidenziale. Loro mi guardavano e sapevano esattamente cosa mi passava per la testa. E’ importante l’alleanza soprattutto in famiglia.

Io dovevo portare a casa il risultato era questo l’obiettivo della mia vita. Mi dicevano ‘sei uno zero’ perché io avevo di fronte a me questa necessità degli altri di sprofondare in un anonimato, invece io li ho fregati tutti. Il lavoro è stato duro, tanti no, tante porte in faccia ma c’era anche tanto amore e c’è ancora tanto amore davanti a me.”

Renato ha anche raccontato alcune delle sue esperienze lavorative: l’apertura del concerto di Jimi Hendrix, la comparsa notturna per Fellini solo per citare due delle sue prime apparizioni sotto i riflettori. Tutte esperienze che lo hanno aiutato a diventare il grande cantautore che tutti conosciamo.

Il “boom” di Renato Zero arriva dopo una gavetta lunga 10 anni con il singolo “Mi vendo” grande classico della nostra cultura musicale popolare.

Nel 1991 torna  a Sanremo spogliato del personaggio istrionico che si era costruito. Sale sul palco con un look essenziale, spogliato del mito di sé stesso  per avvicinarsi e respirare insieme al suo pubblico.

Oggi Renato è nonno di due meravigliose nipotine, Ada e Virginia,  nate da suo figlio Roberto, adottato e voluto con tutte le sue forze. Alle porte dei suoi 70 anni Renato si dichiara ancora pieno di energie e pronto a regalare e a farsi regalare ancora tanto amore.

Martedì in  prima serata su canale 5 andrà in onda un concerto  interamente dedicato a Renato per celebrare i suoi 70 anni e la sua incredibile carriera!

Sarà una serata ricca di ospiti e si preannuncia già un evento emozionante!

Auguri Renato Zero da tutti i tuoi “sorcini”!

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