Verissimo, la coraggiosa testimonianza di Chiara Balisteri: “Come non diventare l’ennesimo caso di femminicidio”

A Verissimo la coraggiosa testimonianza di Chiara Balisteri, la ragazza vittima di violenza da parte dell’ex fidanzato. Lei col suo coraggio e la sua forza ha avuto la forza di denunciare via social la paura di diventare l’ennesimo caso di Femminicidio in Italia.

A Verissimo Chiara racconta il dolore e le violenze

Un racconto disarmante quello di Chiara Balisteri, il suo racconto che è un inno alla libertà ma anche alla paura.

Chiara Balistreri oggi sarà a Verissimo con coraggio e forza ai microfoni di Silvia Toffanin parla della sua storia.

La ragazza, che vive a Bologna, è vittima continua di violenza da parte dell’ex fidanzato Gabriel e dopo il servizio mandato in onda a Le Iene, ha denunciato via social la sua paura di diventare l’ennesimo caso di femminicidio.

Una storia di violenza a Verissimo

Chiara ha 22 anni, vive a Bologna e aveva 14 anni quando ha conosciuto Gabriel per la prima volta, il suo aguzzino.

Una storia che all’inizio sembra bella, come tante altre. Poi, però, come ha raccontato la ragazza in un servizio a Le Iene e oggi a Silvia Toffanin, dopo diversi mesi di frequentazione è arrivato il primo schiaffo. Il primo di una lunga e terribile serie.

“Io non sono questo, tu mi hai conosciuto per come sono realmente, se sono arrivato a prenderti a schiaffi è colpa tua”

Con il passare del tempo, le violenze aumentavano:

“Mi ha preso la testa e me l’ha sbattuta sul muretto”.

Poi, però, sempre le stesse giustificazioni:

“Ti amo da morire, sei la donna della mia vita, ti prego scusami, non lo farò mai più, ti prometto che cambio”.

La mamma

La mamma di Chiara ha cercato in tutti i modi di aiutare la figlia, fino ad arrivare a denunciarla per far intervenire i servizi sociali.

Chiara per un periodo ha vissuto in comunità, ma da lì è sempre fuggita per tornare da Gabriel.

“Mi prendeva a cinghiate con il guinzaglio del cane. Mi prendeva a calci sulla schiena”

Chiara, con l’aiuto della mamma che non l’ha mai lasciata sola, ha trovato la forza e il coraggio di lasciare Gabriel, ma lui avrebbe continuato a manipolarla psicologicamente con varie minacce.

Tutto questo fino all’ultima lite, dove Gabriel l’ha picchiata talmente tanto forte da romperle il naso.

La giovane si è recata in ospedale, da lì è partito il codice rosso e la denuncia.

La latitanza e i domiciliari

Nel 2022 per Gabriel sono scattate le misure cautelari, ma lui è riuscito a fuggire e a vivere da latitante per due anni e mezzo.

In quel periodo ha continuato a minacciare Chiara e la sua famiglia e la sua presenza è stata segnalata anche a Bologna.

Il giovane, poi, è stato scoperto mentre era a cena con la mamma e arrestato, ma dai domiciliari è fuggito di nuovo. E adesso la paura è tanta.

Le parole della mamma

“Oggi è facile dire lo poteva lasciare… Non è uno schiaffo ma una continua voragine che va ad ingrandirsi. Ho visto una Chiara diversa allontanata da tutti a causa di un mostro… Dormivo con la paura che a Chiara succedesse qualcosa e che mi arrivasse una telefonata che mi diceva Chiara non c’è più. Questa persona ci ha devastato ma io non gli permetterò più di farlo”.

“Mia mamma è una donna forte e forse è da lei che ho imparato a tirare forte questa voce… Io ho denunciato, per una donna che sta in silenzio per tanti anni.. Io mi sono affidata alla legge e per la prima volta ho sperato magari facessero qualcosa ma lì è arrivata la prima delusione… Però ho continuato ad avere fiducia… la fiducia è venuta a mancare da quando lui è riuscito a tornare qua… Se non avessi avuto la forza di denunciare mediaticamente non sarebbe neanche arrivata la telefonata”.

“Preferisco registrarmi da viva”

“In quella famiglia non è stato insegnato che cosa sia l’amore. Un figlio va anche ripreso… Lei lo difende e io ad oggi penso che sia anche colpa di certe madri se i figli fanno cose del genere… Sua mamma mi ha detto che cosa ti ha fatto? Ti ha solo rotto il naso!”

“Oggi voglio essere un faro di speranza per tutte quelle ragazze che come me hanno subito certe violenze. Nessuna battaglia si vince in silenzio”.