Venezia 80. Il film Ferrari, lungo 30 anni: il regista Michael Mann lo ha pensato nel 1993.

Si narra che il regista quattro volte candidato all’Oscar Michael Mann sia metodico al limite della maniacalità.

Il regista, sceneggiatore, produttore cinematografico e produttore televisivo statunitense manca come cineasta da 7 anni, considerato un maestro del cinema d’azione, è famoso per fare le cose con calma, per Hollywood è un controsenso infatti, il film Ferrari, costato 90 milioni di dollari, non vanta una produzione Hollywoodiana, ma di STX Entertainment, fondata nel 2014 e di Ilbe (lervolino and Lady Bacardi Entertainment), come produzione esecutiva.

Ad interpretare Laura la moglie di Enzo Ferrari troviamo Penelope Cruz attrice spagnola alla ribalta a livello internazionale e vincitrice dell’Oscar come miglior attrice non protagonista nel film di Woody Allen Vicky Cristina Barcelona. Nel cast, oltre ad Adam Driver nel ruolo di Enzo Ferrari, anche gli attori: Shailene Woodley nel ruolo dell’amante di Enzo Ferrari Lina Nardi, Sarah Gadon nel ruolo di Linda Christian, Gabriel Leone nel ruolo del carismatico Fon De Portago, Jack O’Connell nel ruolo del pilota Peter Collins, Patrick Dempsey nel ruolo del pilota di auto da corsa Piero Taruffi.

Il regista, che costringe i suoi attori a dure prove per immedesimarsi nei personaggi, è famoso, tra gli altri, per il film, considerato il suo capolavoro, HeatLa sfida in cui vediamo per la prima volta, riuniti e nemici, recitare insieme Al Pacino e Robert De Niro.

Negli anni ’70 era il regista più pagato, ma dà sé voleva di più, il suo riferimento è Stanley Kubrick e fonte ispiratrice il film cult Il Dottor Stranamore, con un magistrale Peter Sellers. L’opera di Kubrick, per Michael Mann, unisce le caratteristiche che dovrebbe avere un film: estremo, commerciale, radicale e popolare.

Tornando alle tempistiche nella realizzazione dei suoi film il vulcanico regista Michael Mann veniva quasi preso in giro per la sua apparente flemma che invece era cura dei dettagli, infatti prima di girare scandaglia in profondità il personaggio e la sua vita. L’eclettico regista ha una sua metodologia per entrare nel personaggio: per dargli forma realizza sempre una biografia. Forse per questo i tempi si allungano.

In psicologia si dice che i creativi amino procrastinare, ma non per pigrizia. Infatti Michael Mann odia la fretta.

La sceneggiatura del film Ferrari si basa sul romanzo Enzo Ferrari: The Man, The Cars, The Races, The Machine di Brock Yates.

L’idea del film è nata durante una visita di Michael Mann nel lontano 1993 alla cripta della famiglia Ferrari nel cimitero di San Cataldo, periferia di Modena.

La prima scelta, per interpretare Enzo Ferrari, non fu Adam Driver bensì Christian Bale nel 2016, i due sono amici da tempo, che, con rammarico, rifiutò perché ormai 42enne non se la sentiva di sottoporre il suo fisico a ulteriori pressioni: avrebbe dovuto prendere peso per interpretare Enzo Ferrari. L’attore infatti è noto per essere ingrassato per America Hustle e precedentemente dimagrito in maniera repentina per interpretare L’uomo senza sonno. La star famosa per Il cavaliere oscuro sente la responsabilità di padre e dopo vari incidenti e operazioni gli pare di essere un uomo di latta ed è conscio che il fisico non riuscirebbe a tornare in forma velocemente come un tempo.

La scelta su Adam Driver, attore prolifico, famoso grazie ad House of Gucci, interprete anche del film drammatico Storia di un matrimonio con Scarlett Johansson, è caduta nel 2022, l’anno delle riprese in Italia, ed è dettata anche dalla fortunata somiglianza dell’attore con Enzo Ferrari.

La trama del film di Michael Mann si concentra su un determinato periodo della vita di Enzo Ferrari, creatore del mito del cavallino rampante, e si sviluppa intorno all’estate del 1957: momento di crisi, complesso e tragico sia a livello professionale che personale; il dramma è legato anche alla morte del figlio Dino risalente all’anno prima.

A chi gli dice che è per queste perdite di tempo che ci mette così tanto a finire un film, Mann risponde che lui fa cinema ogni volta che provoca un contrasto-scontro tra una cosa e un’altra.

Michael Mann e il film Ferrari meriterebbero un premio, a prescindere, per la caparbietà del cineasta di voler raccontare il pilota fondatore imprenditore Enzo Ferrari con tutte le sue contraddizioni e complessità in momento particolarmente difficile della sua vita.

Checché se ne dica.


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Scritto da Giuseppe Currado
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