Ultima Fermata, l’esperimento low cost della De Filippi convince a metà

Prima di poter esprimere un giudizio netto e il più possibile obiettivo su Ultima Fermata bisognerà aspettare la seconda puntata, il confronto con Temptation Island è evidente e la sensazione che il nuovo format targato Maria De Filippi sia un tentativo di autoprodursi abbattendo i costi è abbastanza palese. A Queen Mary va riconosciuto il merito di essere l’unica in Italia che prova a fabbricarsi format da sè lavorando sullo scheletro di format originali e provando ad offrire un prodotto se non godibile accettabile, se questa operazione provassero a farla tutte le generaliste, formando autori validi, colossi come Endemol o Banijay comincerebbero a volare più in basso con le proprie richieste invogliando le emittenti a comprare.

Il programma è l’espressione 3.0 del De Filippi pensiero che ormai da tempo sembra aver svestito i panni della conduttrice per vestire quelli della psicologa, lo si è notato in C’è Posta per Te dove le vicende su rapporti familiari da ricostruire hanno preso il sopravvento sulle storie di corna, se non addirittura in Uomini e Donne in cui la conduttrice appare sempre più protesa ad indirizzare i tronisti di turno verso la scelta a lei più congeniale. Ultima Fermata parte da qui, il viaggio nei sentimenti a cui i telespettatori sono affezionati da 8 anni sta provando a lasciare il posto all’analisi introspettiva delle persone, accantonando le tentazioni e le scenate di gelosia e riducendo il tutto a colloqui tra il protagonista e la psicologa o tra il protagonista e un parente.

Non sappiamo perchè la De Filippi si sia da tempo convertita a questa immagine seriosa da consulente familiare, in cui solo chi ha vissuto determinate vicende si può immedesimare, parlare di corna, di tradimenti, di tentazioni, oltre che più semplice, per il pubblico diventerebbe anche più appetibile, più facile immedesimarsi in storie di corna in cui bene o male ci siamo imbattuti un pò tutti che in vicende familiari il più delle volte lontane da noi. Il prodotto alla fine la sufficienza la strappa, buona la conduzione come voce narrante di Simona Ventura, poco invadente e capace di fare da anello di congiunzione e chiave di lettura tra il telespettatore e i protagonisti, sicuramente inferiore l’ambientazione, la splendida cornice dell’Is Morus Realais in Sardegna ha lasciato il posto a casette prefabbricate più adatte a un campo scuola parrocchiale che a un programma televisivo, belle le musiche ad accompagnare gli eventi, ma mentre in Temptation la musica coinvolge emotivamente chi guarda, in Ultima Fermata fa rimpiangere il format che si vuole sostituire.

L’ opera di fidelizzazione è cominciata vedremo come andrà a finire.

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Scritto da Giuseppe Scuccimarri
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