Tutto quello che volete sapere (e non) della terza serata di Sanremo 2025
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Siamo alla terza serata di Sanremo 2025 di Carlo Conti che vede esibirsi 14 cantanti in gara e la finale delle Nuove Proposte con la proclamazione del vincitore tra Settembre e Alex Wyse. Alla conduzione questa volta tre donne: Miriam Leone, Katia Follesa e Elettra Lamborghini.
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I big della terza serata
Sono le 20.45: tempo di un caffè e la serata è già nel vivo. Clara apre la gara: è difficile concentrarsi su qualcosa di diverso dalla sua bellezza che, di fatto, dà la febbre. Segue Brunori Sas che ci piace da paura, tanto da farci venir voglia di piantare un albero delle noci in casa, dal momento che le case milanesi sono prive di balconi. E basta con queste critiche sterili: lui è un cantautore e viene da quella scuola genovese lì, anche se è nato a Cosenza. Brunori non fa De Gregori, semplicemente appartiene allo stesso circolino ed è incomprensibile come questo possa essere una critica e non un privilegio.
Tocca a Sarah Toscano con la sua “Amarcord” per ricordarci che siamo sempre più vecchi e il mistero su cosa abbiano dato da mangiare a quelli nati dopo il 2005 si infittisce sempre più. La segue Massimo Ranieri: a noi piace, c’è poco da fare. Probabilmente non al livello dei suoi brani dei tempi d’oro, ma è pur sempre lui, quello che alla sua veneranda età dà lezioni di presenza scenica e canto a tutti e, soprattutto, si mette ancora in gioco.
Joan Thiele bellissima, spacco centrale vertiginoso, classica treccia con un raffinato fiocco nero in velluto, smalto nero e chitarra elettrica tra le braccia, chic e rock n’ roll: troppo per la tv generalista, non ce la meritiamo.
Shablo porta “La mia parola”, pur non dicendone nemmeno mezza, con i “bros” Guè, Tormento e Joshua e, come cantano loro, “è una street song”,infatti siamo teletrasportati tra le strade delle periferie dal sound americano…ma subito Conti, ci ricorda che siamo in Italia e gli unici quartieri sono quelli napoletani, per questo corre fuori dal teatro tra gli attori di “Mare Fuori”. Per fortuna dura poco e subito passa il collegamento al palco Suzuki dove Ermal Meta canta la sua meravigliosa “Vietato morire”. Grazie Ermal.
I Duran Duran e Victoria De Angelis per la terza volta a Sanremo 2025
Katia Follesa prova a iniziare un monologo, ma Conti la blocca quest’anno no: e via avanti con Noemi, il nostro “memento mori” ma serenamente e d’amore, che, la sera prima di San Valentino, è un buon monito da tenere presente. Scende Miriam Leone in vestito lungo a sirena total red e presenta Olly: bellina, orecchiabile, ritornello più convincente della strofa ma non raggiunge “Devastante”.
è il momento che dovrebbe essere il più atteso della serata: l’ospite internazionale. I Duran Duran, la ventata di freschezza e la quota internazionalità di Sanremo 2025, tornano sul palco dell’Ariston per la terza volta, dopo Sanremo 1985 e Sanremo 2008. Si esibiscono in un medley di successi:
Quanto a internazionalità ci siamo, a freschezza decisamente meno: gli anni passano, Simon LeBon ce lo ricordavamo un po’ diverso, voce compresa. Ma ci pensa Victoria De Angelis, per gli amici Victoria dei Maneskin, a “rinfrescare” l’atmosfera. Accompagna i Duran Duran al basso in una versione di Psycho Killer dei Talking Heads: la sua energia e bellezza ci strega, esce, suona, saluta e va via lasciando Conti solo con la super band. Tutto sommato, i Duran Duran, anche se li preferivamo nel 1985 e nel 2008, hanno scosso la scena in questo Sanremo lentino e privo di momenti frizzantini che poi diventano quelli memorabili. Si congedano cantando Wild Boys, ci riportano indietro nel tempo e ci ricordano che, comunque, hanno fatto la storia della musica.
Sanremo 2025: niente brividi, solo cuoricini
Cambio d’abito per Elettra Lamborghini che ci ricorda quella pietra miliare del momento Bugo-Morgan che racconteremo ai nostri figli e nipoti. Un’intensità di brividi che sembrano lontani milioni di anni luce dal Festival di Carlo Conti, e arrivano i ComaCose a ricordarci che sì, siamo veramente in un’altra epoca rispetto a quella de “le brutte intenzioni, la maleducazione”. Se quest’epoca sia successiva a quella passata nutriamo effettivamente dei dubbi.
Il tempo di un cambio d’abito di Katia Follesa e si ricomincia. “è tutto un attimo” canta Anna Oxa, probabilmente la canzone preferita di Conti a giudicare dalla velocità di conduzione. La Follesa non manca di farlo presente: peccato, tanti volti (di co-conduttori) e tutte comparse.
Scendono ai Modà con una canzone difficile da ascoltare perchè tutta l’attenzione è concentrata sulle giacche fucsia dei componenti della band, in pendant con la cravatta di Kekko, all’anagrafe “Kekko Dei Modà”, sopra una camicia nera con palme bianche.
Fortunatamente arriva Tony Effe che ci rassicura: la sua maglia è il suo petto roseo e tatuato e, dopo la prima puntata in versione pischello ripulito con tatuaggi ricoperti, torna a indossare semplicemente la sua pelle. Tony intona “damme ‘na mano” e in effetti una mano è quello che serve per capire il perchè di questo stornello alla Gabriella “Ferry” in feat con la Dark Polo Gang. Non lo sappiamo, eppure ci prende: è un guilty pleasure (anche se il nostro, personalmente, è ancora Massimo Ranieri).
Sanremo 2025: premio alla carriera a Iva Zanicchi
A proposito di vecchia guardia c’è Iva Zanicchi, la zingara allegra dal turpiloquio comico e l’ugola d’oro, altrochè Simon LeBon e Duran Duran. La Zanicchi è a Sanremo 2025 per ritirare il Premio alla Carriera. Lei scherza sempre, le batterie della sua personalità sono inesauribili, ma noi siamo contenti che questo premio vada a lei quest’anno in cui ricorrono i suoi sessant’anni di musica. Evviva Iva, la nostra diva scesa tra i comuni mortali (l’altra non si sa bene dove sia e per un attimo abbiamo pensato fosse lei e non il Papa la sorpresa irrepetibile della prima serata, anche perchè il Papa ormai lo vediamo più da Fazio che a Castel Gandolfo).
Tutto corre veloce e si passa da un’emiliana a un’altra, dall’Aquila di Ligonchio al leopardo di Sant’Agata Bolognese, dalla zingara alla sposa. Elettra Lamborghini riscende le scale con un velo e un ampio vestito principesco dal buon gusto discutibile, che più che altro faceva ripensare a Kristen Dust in Melancholia. Ecco, certe volte la velocità è un bene e siamo contenti di passare in men che non si dica da Elettra Barbie Sposa a Gabbani Viva la vita che richiama in brutta copia il fantasma di quella “Che sia benedetta” della Mannoia a cui Occidentali’s karma aveva levato il primo posto. Parafrasando la Lucarelli al Dopofestival, è passato dalla scimmia a Domenico Modugno.
Un altro cambio d’abito per Miriam Leone che raggiunge Conti per il momento pubblicità alla regione. Speravamo di sentirla dire “La mia Liguria”? Sì.
C’è Gaia con “Chiamo io chiami tu” entra in testa ma replico con “Grazie ma no grazie” come direbbe il Peyote, a noi non piace mandare al telefono, solo messaggi, vocali e match. Nel 2025 non si telefona più, che modi sono? è maleducazione. Gaia, prima di telefonare si avvisa con un whatapp, ma non importa, ti perdoniamo perchè ci porti sempre a Rio De Janeiro quando canti e noi con te verremmo a ballare sempre e ovunque.
Conduzione supersonica a Sanremo 2025
La serata giunge quasi al termine e prima della classifica c’è finalmente un po’ di intrattenimento superiore ai 12 secondi: Carlo Conti rischia il coccolone ma si ritrova al centro con le tre co-conduttrici Leone. Follesa e Lamborghini. Argomento della scenetta? L’uomo ideale. Leone non pervenuta, Follesa sempre divertente ma con le braccia legate dai tempi e da questa linea di conduzione dal respiro corto, molto rigida e disciplinata, a cui non manca il finale moralistico e didascalico “quando le donne dicono no è no” (i Neri per caso ce lo raccontavano già con “Le ragazze” nel 1995). Per carità, la consensualità è sempre bene ricordarla in tutti i luoghi, laghi e mari, però c’è un modo, un contesto e un tempo giusto da dedicare a certe tematiche, altrimenti sembra solo un bel compitino strizza-occhio.
Settembre vincitore Nuove proposte Sanremo 2025
Prima dell’annuncio dei cinque posti in classifica di questa terza serata sanremese, c’è la finale dei Giovani, i veri brani belli bellissimi di questa edizione, portatori sani di quell’atmosfera postmoderna amadeusiana, per la cui nostalgia i meme invadono X. A giocarsi la finale sono Settembre con “Vertebre” e Alex Wyse con “Rockstar”. Il premio della critica Mia Martini e quello della sala stampa Lucio Dalla vanno entrambi a Settembre, ma non è tutto. Il giovane cantante uscito (non vincitore) da X factor 2023 vince il premio Nuove Proposte e torna a casa come una Beyoncè qualunque reduce dai Grammys. Saremmo stati contenti per entrambi, ma grazie a Settembre per il merito più grande: portare una narrazione musicale partenopea diversa dal solito stereotipo.
Classifica della terza serata di Sanremo 2025
È il momento della classifica. “Le ragazze” raggiungono Conti in pigiama, pronte per la canzone della buonanotte. Nella cinquina di questa sera i ComaCose, Brunori Sas, Irama, Olly e Francesco Gabbani, anche se, per onor di cronaca va detto che la maggior parte dei migliori in gara si sono esibiti nella serata precedente. Domani tocca all’attesa serata dei duetti: sarà lei galeotta di pepe e scandali? Noi lo speriamo fortemente, perchè finora il massimo guizzo lo ha dato il bambino alla conduzione. Diciamoci la verità, il Festival è bello sempre, anche quando è brutto e non è questo il caso, ma è innegabile che manchi qualcosa…forse due…tre.
Il Teatro patologico ospite della terza serata di Sanremo 2025
Una grande nota di merito a Conti, però, va data: l’ospitata a inizio serata del Teatro Patologico. Il fondatore, attore e regista Dario D’Ambrosi accompagna sul palco la compagnia portando sul palco di Sanremo 2025 le disabilità e la salute mentale, il momento non atteso ma il vero punto più alto e non retorico della 75esima edizione della kermesse. Il gruppo propone un brano del Simon Boccanegra portato all’Opera di Roma: “per me sono il sale della vita, senza di loro la vita sarebbe una noia mortale” dice D’Ambrosi. I ragazzi del Teatro Patologico fanno battere le mani a tutti, scendono in platea cantando “Musica, musica, la vita è musica” e ci ricordano che nonostante tutte le note alte ma anche, e soprattutto basse che viviamo, la vita è musica e dobbiamo alzarci e celebrarla. E che quando non ce la facciamo la musica, la danza, il teatro e l’arte sono terapia. Standing ovation.
La terza serata è conclusa. È l’1.13 e Cattelan è già in diretta con il Dopofestival. Una cosa è certa: con Conti le scalette arrivano sempre in orario.
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