“Se i Conti tornano…lo diciamo noi”. La finale di Sanremo 2025

Contenuti dell'articolo

“E come tutte le più belle cose…vivesti solo un giorno come le rose” cantava De Andrè. Evidentemente il Festival di Sanremo non rientra tra queste visto che dura sette giorni, escludendo i tre mesi di hype e polemiche prima e i quattro mesi successivi di strascichi canori che ci accompagnano fino agli aperitivi di luglio. Ma la verità è che questa entità nazionalpopolare che dura da 75 anni, di cui non riusciamo a spiegare bene il longevo successo, ci piace…e anche parecchio. E oggi che c’è la finale iniziamo ad assaporare quella malinconia della fine: “non sarà facile ma, sai, si muore un po’ per poter vivere”.

Gabry Ponte apre la finale di Sanremo 2025

Ha inizio la finale di Sanremo 2025 e finalmente lo vediamo: colui che abbiamo sentito più di Carlo Conti apre la quinta e ultima serata del Festival: Gabry Ponte è qui. Ma che ne sanno i Duemila?

È lui la mente creatrice di Tuttalitaliatuttalitaliatuttalitalia. L’Ariston è in piedi e si scatena, sembra il Papete. Di fatto, da oggi, il pronome indefinito “tutti”, nell’epoca della sovranità linguistica, è bandito e sostituito con Tuttalitaliatuttalitaliatuttalitalia. E ogni volta che lo si utilizzerà in una frase, bisognerà ricordare di alzare le braccia e muovere i braccialetti luminosi.

Tutte le canzoni di Sanremo 2025

Francesca Michielin non si sa come faccia a essere ancora in piedi, tra infortuni, scale trasparenti e duetti con Rkomi. Ma d’altronde dopo tutti questi anni d’amicizia con Fedez è ben temprata.

Willie Peyote con “Grazie ma no grazie” cerca di portare il pezzo politico proibito, per questo è un grande “vorrei ma non posso”. Questo fermerà il nostro endorsement per il rapper torinese? Certo che no. È la canzone con più groove dell’anno e le mossette sul palco ci piacciono troppo, già solo per non essere preconfezionate per il balletto TikTok.

Marcella Bella con la sua “Pelle diamante” torna a dire quanta consapevolezza e vita possa esserci nella propria libertà e indipendenza, ma non come la pikkola Kiara “pensati libera”, poi indagata per truffa, bensì con l’ironia e la saggia leggerezza di una donna matura che di colpi in canna ne ha ancora parecchi. Se vi siete distratti con le ballerine è tutto ok.

Bresh è tra i pochi che riescono nell’impresa di non farci storcere la bocca in una smorfia alla Miranda Presley quando sentiamo l’utilizzo dell’autotune. È stato anche, dopo la serata delle cover, il cantante con più esibizioni nella storia del Festival di Sanremo dal 1960 a oggi. Se ci aggiungiamo l’aver mantenuto una calma serafica durante i problemi tecnici, mentre la faccia di Cristiano De Andrè lasciava presagire una sbroccata imminente, possiamo affermare che “il ragazzo”, citando il grande Ultimo, farà parlare di sé.

Sui Modà saremo ripetitivi, ma è davvero difficile ascoltare la canzone: la vista è troppo stimolata dagli outfit della band, che mandano in tilt tutti gli atri organi di senso mentre gli occhi restano concentrati e sconcertati a guardare gli abiti di Kekko dei Modà & co.

Rose Villain con “Fuorilegge” sa già che anche quest’anno il mutuo è salvo,  le radio ci propineranno il motivetto senza pietà. Noi, però, vogliamo una videoradio, un ologramma o qualcosa di simile, perché ci rifiutiamo di ascoltare questa canzone senza vedere il movimento “argh argh” che la Villain fa sul ritornello.

Tony Effe ci riprova anche questa sera, ma l’effetto seppia non lo salverà da una canzone brutta. Ecco spiegato il perché chiede una mano a chi lo ascolta.  Siamo sorpresi, invece, dal fatto che sia tra i meno favoriti: pensavamo il fan club del bad boy e le bimbe di Giulia De Lellis fossero buona parte dei poteri forti italiani. Ci siamo sbagliati.

Clara stasera ha la frangia ed è vestita da Cenerentola versione Vogue. Noi je t’aime te lo diciamo Clara, ci sentiamo temerari. Con il disturbo ossessivo compulsivo di Conti per la puntualità vai a vedere che stasera si torna a casa con tutte e due le scarpette di cristallo e si riscrive il finale della storia.

Serena Brancale e la sua “Anema e core” non l’abbiamo vista arrivare, eppure più andiamo avanti più ci rendiamo conto che Conti ci ha (ri)portato sul palco dell’Ariston un fuoco che brucia…e che brucerebbe fortissimo all’Eurovision!

Brunori Sas è l’amico buono che ti riporta a casa ogni volta che sei ubriaco. Stasera con questo papillon, poi, è il testimone di nozze del Sud che ognuno di noi vorrebbe al proprio matrimonio. Non sappiamo come andrà a finire, ma in un modo o nell’altro quest’uomo porterà qualcosa a casa stasera. Premio al miglior testo?

Francesco Gabbani canta “Viva la vita”, non la versione italiana dei Coldplay, bensì la canzone probabille colonna sonora del prossimo film di Ozpeteck. Noemi, questa sera in modalità Elsa di Frozen con i capelli de La Sirenetta: è la serata delle principesse Disney. Canta con un’asta a forma di albero di Natale fatto con il nastro adesivo grigio metallico: non ce l’aveva nelle serate precedenti, vero?

Rocco Hunt, dopo Pino Daniele, ritorna con la canzone sui quartieri periferici. In fondo lo sappiamo che questo ritornello neomelodico, che richiama subito il magone di quando la domenica sera preparavamo lo zaino per la scuola del lunedì mattina, lo sentiremo…mille vote ancor.

I The Kolors continuano a chiederci con chi facciamo l’amore senza punto interrogativo… se solo sapesse sussulterebbe. Con quale codice possiamo votare Fru dei Jackal che sale con loro e balla sul palco?

Premio alla carriera ad Antonello Venditti a Sanremo 2025

Antonello Venditti super ospite della finale di Sanremo 2025. Canta “Ricordati di me” e ci ricorda tutti i messaggi mandati con la promozione 4000 sms al ragazzino delle medie che non ci filava di pezza e ci faceva piangere lacrime amare mentre limonava con la tua compagna di classe, quella maturata prima di te che comprava reggiseni imbottiti mentre tu portavi ancora le mutande con le Winx. Poi canta “Amici mai” e si passa a rispolverare il malessere del liceo. Grazie Antonello, riesci a farci sentire nostalgia anche di quei periodi dolcemente tremendi, ma soprattutto ci dai speranza, perchè sotto quegli stessi pini di Roma sei nato tu molto prima di Tony Effe. Si sa, la qualità dell’aria non è più quella di una volta.

Antonello dice che ha 37.5 fisso di febbre (non la stessa di Clara) da sedici giorni e non sa come far passare questa influenza bestiale. Lo dice a 75 anni, ritirando il premio alla carriera e annunciando il tour in partenza, mentre noi giovani incoscienti trentenni lo guardiamo devastati sbriciolando Oreo sul pigiama sdraiati sul divano. Mito.

Prosegue la finale di Sanremo 2025

Achille Lauro è punk, qualunque cosa significhi. Lui e i suoi bicipiti sono tra i favoriti alla vittoria quest’anno. Sarà così? Speriamo non si abbatta su di lui la maledizione del “preannunciato”. Comunque andrà, se l’anno scorso cantavamo “Amore tra le palazzine a fuoco/la tua voce riconosco”, siamo certi quest’anno sarà tutto un “Ti chiamerò da un autogrill/tra cento vite o giù di lì”. E comunque, dalla “pioggia sopra Villa Borghese” a tutto esaurito a Circo Massimo ci sembra un bel colpo per uno che per tutta l’estate ci ha tormentato con le fragole e lo champagne.

Arrivano i ComaCose: questa canzone diventa più inconcepibile a ogni ascolto, per questo la sappiamo a memoria: io e la mia amica ci siamo alzate in piedi all’unisono in un raptus simultaneo urlando CUORICINI, con tanto di balletto davanti al cane eccitato convinto fosse l’ora dei croccant-ini.

Continuiamo a non comprendere come puntualmente la gara possa proseguire dopo Giorgia: un mistero che potrebbe rientrare tra quelli di Lourdes. E deve vincere perchè se lo merita, anche se è la prima della classe che di solito sta sulle balle a tutti. E poi siamo in Italia, quale luogo migliore per essere premiata se non in un Paese dove esiste un ministero chiamato dell’Istruzione e del Merito?

Cristicchi deve essersi affidato allo stesso stilista dei Modà che ci auguriamo, dopo tutti i soldi fatti quest’anno, a Sanremo 2026 sarà in vacanza per il Mediterraneo sulla nave Costa Toscana, insieme ai Planet Funk che saranno ancora lì increduli di loro stessi. Però “Quando sarai piccola” fa vibrare i nostri cuori generalisti come le corde dei meravigliosi  archi che accompagnano il cantante di “Ti regalerò una rosa”. Avremmo pianto anche se l’avesse portata Povia…ma per fortuna la porta Cristicchi.

Elodie cigno nero stasera ci toglie le parole, le abbiamo dimenticate tutte anche se sono 00.09 e non le 7. Siamo certi le abbia dimenticate anche Bove. Era il gobbo a parlare.

Lucio Corsi è tante cose e nessuna insieme. È Bowie, Graziani, Zero. È me che a scuola non riuscivo a stare seduta composta e finivo per farmi rimproverare, con una gamba giù a penzoloni e una piegata sotto il sedere, come lui al pianoforte che lascia scorgere la scritta Andy sotto la suola. Se Cristicchi retoricamente ci apre i rubinetti, Corsi apre a soffietto la porticina della consapevolezza. Quella che intravediamo a volte quando, dopo la doccia, ci guardiamo allo specchio e proviamo a cercare nei nostri occhi le rimanenze di quello sguardo sincero immortalato nelle foto da bambini, incorniciate e messe in fila sul comò a casa dei nonni.
Io non so se “non sono altro che luce”, ma Lucio Corsi lo dice in un modo che mi viene voglia di crederci.

Irama dopo Lucio Corsi è faticoso da commentare, ma il nostro stomaco lo digerisce bene, è abituato: Irama al festival è diventato una certezza, come Beautiful dalla prozia dopo pranzo da cinquant’anni. L’anno in cui non lo vedremo sapremo di doverci preoccupare.

Fedez è la nostra personale rivelazione, nel senso che non ci aspettavamo nulla di tutto quello che è stato il suo Sanremo. “Battito” è il titolo adatto perché il nostro si ferma ogni volta che per onestà intellettuale dobbiamo ammettere che ci piace la sua performance.
Shablo con Guè, Joshua e Tormento, come Joan Thiele, gareggiano nel Paese sbagliato, quindi dedichiamo loro il premio Affari Esteri.

A Massimo Ranieri abbiamo tessuto sufficienti lodi in questi giorni. Ma perché stasera lui e Cattelan hanno lo stesso (brutto) abito? Se Dardust avesse fatto la produzione di questo brano, Massimo Piegamenti Ranieri avrebbe vinto il Festival. Gaia è brava e ieri ci ha fatto volare con Toquinho, ma questo brano l’avrei inserito nella compilation Sesso e Samba più che in quella Sanremo.

“Il ritmo delle cose” di Rkomi al terzo ascolto inizia a fare strani effetti, tipo che ti piace lui, lei, il brano, inizi a parlare come Padron Rkomi, sei pronto a lasciare la contea e a partire per Mordor. Infine, Sarah Toscano, colei che ha più autori dei co-conduttori di Carlo Conti, la Lorella Cuccarini della Generazione Alpha.

Alessandro Cattelan e Alessia Marcuzzi alla co-conduzione

I co-conduttori della finalissima di Sanremo 2025 sono Alessandro Cattelan e Alessia Marcuzzi. Come tutti i conduttori precedenti, fatta eccezione per Geppy Cucciari che fa storia a parte, sono relegati a comparse. Sembrano tutti molto rigidi, con il guinzaglio pronto a tirare qualora dovessero andare fuori dai binari…o dai tempi. Nessun fuori programma. Tuttavia, perlomeno, Cattelan e Marcuzzi sanno condurre, quindi quello che devono fare lo fanno discretamente, a differenza di qualcuno che sembravo capitato lì per caso, di cui non facciamo nome. A proposito…perché Mahmood è ancora lì?

Il podio di Sanremo 2025

La cosa più da brividi di questo Sanremo è la scelta di non mostrare la classifica totale mai prima della finale, così da non avere la benchè minima idea di quelli che sono i nomi più papabili alla vittoria. Complice il fatto che non ci sono canzoni che spiccano particolarmente su altre, come accaduto con “Brividi” di Mahmood e Blanco o “Due vite” di Marco Mengoni. Tutto può succedere, tutto. Persino che Achille Lauro arrivi settimo e il pubblico in sala inizi a fischiare e a cantare “Achille, Achille”. Il Senato è in rivolta. Ma con Giorgia sesta in classifica speriamo l’orchestra inizi a lanciare gli spartiti come ai tempi d’oro con la Clerici alla conduzione. Spoiler: non succede.

I primi cinque classificati sono Brunori Sas, Simone Cristicchi, Lucio Corsi, Olly e Fedez. Detto fatto: un podio tutto maschile. Speravamo nel colpo di scena finale con Corsi, l’outsider medaglia d’oro, sarebbe stato un bel colpo di teatro. Ma così non è. Cristicchi è quinto, Fedez quarto.

Olly vince Sanremo 2025

Medaglia di bronzo a Brunori, quella d’argento a Corsi. Vince Sanremo 2025 Olly. Non sappiamo chi sia più potente, se le ragazzine o Marta Donà, manager che non sbaglia un colpo. Sicuramente la combo è in grado di far aprire il varco di luce e far vincere Olly, che, tutto sommato, lascia un po’ l’amaro in bocca ma non una divisione tale da scatenare la contestazione.

Siamo giunti alla fine, da domani si ritorna alla vita normale con i postumi che ci trascineremo dietro per un po’, quasi al pari dei concorrenti del Grande Fratello quando escono dalla casa e ricominciano a pagare le bollette.

I Conti tornano? Ci interessa davvero? Noi ce ne freghiamo, come Achille Lauro. Alla fine, comunque vada, il Festival di Sanremo è bello sempre. Tutto è bene quel che finisce. E la nostra certezza, dopo la morte, è che tanto l’anno prossimo il Festival ricomincia. E poi, si sa…sono solo canzonette.


Rimani aggiornato con le ultime notizie di MondoTV24!

Visita MondoTV24.it per tutte le novità su TV, cinema, gossip e spettacolo. Non perdere neanche un aggiornamento, iscriviti ai nostri canali ufficiali:

WhatsApp: Resta connesso alle notizie più calde direttamente su WhatsApp. Clicca qui per unirti al canale e ricevi tutte le novità in tempo reale!

Telegram: Segui il nostro canale Telegram per contenuti esclusivi e breaking news. Unisciti al canale Telegram per essere sempre un passo avanti!

Seguici su MondoTV24 e scopri il mondo dell’intrattenimento a portata di click!

Scritto da Damiana Civita
Parliamo di: , , , ,