Sanremo 2026: in trattativa una clausola anti-scandalo
L’edizione 2026 del Festival di Sanremo non è ancora iniziata, ma ha già dovuto affrontare numerosi ostacoli. Tra tensioni con il Comune, richieste economiche in crescita e trattative infinite con le case discografiche, ora arriva un nuovo elemento che complica ulteriormente il percorso verso il Festival: una clausola anti-scandalo proposta dalla Rai.
Ecco cosa sta accadendo dietro le quinte della kermesse più attesa d’Italia.
Sanremo 2026, un avvio tutto in salita
Carlo Conti, reduce dal successo dell’ultima edizione vinta da Olly con “Balorda Nostalgia”, si prepara a guidare anche il Festival 2026 previsto per febbraio. Tuttavia, questa nuova stagione è partita nel peggiore dei modi.
Il Comune di Sanremo ha posto condizioni rigide per continuare a ospitare l’evento al Teatro Ariston, generando un braccio di ferro durato settimane. A ciò si sono aggiunti i contrasti con le case discografiche, che hanno chiesto aumenti dei rimborsi per i Big in gara, oltre a un raddoppio dei compensi per gli ospiti della serata cover: da 4.000 a 8.000 euro.
Nonostante le trattative serrate, Carlo Conti ha rivelato di non aver ancora selezionato alcuna canzone per il cast definitivo, mentre intanto prosegue la competizione di Sanremo Giovani, già ricca di sorprese.
La Rai introduce la clausola anti-scandalo
Secondo un’indiscrezione riportata da Fanpage, la Rai avrebbe deciso di inserire una nuova clausola nel regolamento di Sanremo 2026. L’obiettivo è chiaro: evitare che eventuali comportamenti sopra le righe possano ricadere sull’azienda, soprattutto alla luce degli scandali recenti come il bacio tra Rosa Chemical e Fedez o l’episodio di Blanco e le rose distrutte sul palco.
La nuova norma sposterebbe la responsabilità delle azioni degli artisti direttamente sulle case discografiche, sollevando la Rai da possibili conseguenze mediatiche e legali.
Perché la nuova clausola preoccupa le etichette discografiche
La misura, tuttavia, non piace affatto al mondo discografico. Secondo quanto riportato:
“Qualsiasi forma di comportamento censurabile verrebbe scaricata sulle etichette e questo, considerando il numero spropositato di polemiche potenziali che caratterizzano la settimana di Sanremo, rappresenta un rischio economico troppo alto, non compensato dagli aumenti dei rimborsi.”
La clausola sposterebbe quindi la responsabilità dalle performance artistiche a quella personale degli artisti, con possibili implicazioni perfino penali. Una scelta che molte etichette ritengono ingiusta, poiché il loro compito è presentare le canzoni, non controllare ogni gesto o comportamento dell’artista sul palco.
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