Carlo Conti rompe il silenzio: la verità sul cast “contestato” di Sanremo 2026

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 Sanremo 2026 e il dibattito sui big e sugli emergenti

Carlo Conti, direttore artistico e conduttore del Festival di Sanremo 2026, ha affrontato su RTL 102.5 le
critiche nate dopo l’annuncio del cast. Durante Non Stop News con Enrico Galletti, Giusi Legrenzi,
Massimo Lo Nigro e Lucrezia Bernardo, Conti ha chiarito le motivazioni delle sue scelte. Il conduttore ha
sottolineato che la forza del Festival risiede nel bilanciamento tra artisti affermati e nuovi talenti. Ha citato
l’esempio di Lucio Corsi, rivelazione dell’ultima edizione.

Il rapporto di Carlo Conti con le critiche sul cast di Sanremo 2026

Conti ha dichiarato di non lasciarsi influenzare dai commenti online: «Non leggo niente e non guardo niente, è
il mio modo di vivere. Sono poco social da sempre»
. Per lui la priorità resta la musica, non le polemiche. Il
direttore artistico ha spiegato che la selezione del cast è un lavoro complesso, che richiede distacco e lucidità.
Sanremo, secondo Conti, deve sempre riflettere lo stato reale della musica italiana. Negli ultimi anni, ha
osservato, la scena musicale è diventata sempre più ricca e diversificata.

Criteri e responsabilità del direttore artistico

«La parte più difficile è scegliere le canzoni», ha affermato Carlo Conti, ribadendo che il Festival resta
il luogo in cui la canzone italiana deve essere rappresentata. Ha raccontato di non dormire negli ultimi giorni
prima della chiusura della selezione, quando il dubbio di escludere un brano forte lo accompagna di continuo.
L’ex DJ ha spiegato che l’orecchio radiofonico rimane uno strumento fondamentale nella valutazione. L’obiettivo
è individuare canzoni capaci di durare nel tempo.

Come nasce il cast: un equilibrio tra gusti e generazioni

Conti ha descritto la selezione come un “bouquet” di sonorità, pensato per rappresentare gusti e tendenze
attuali. Ha ricordato che lo scorso anno venti brani su trenta sono entrati in classifica e in alta rotazione
radiofonica. Questo risultato conferma la solidità delle sue scelte. Il direttore artistico ha spiegato che il
cast 2026 nasce dalla stessa filosofia: varietà, attenzione alla qualità e fiuto musicale. Ha scherzato sul
suo “naso” come metafora del proprio intuito.

Big, giovani ed emergenti nel cast di Sanremo 2026

Carlo Conti difende il mix generazionale

Sul tema delle accuse riguardo alla presenza di molti emergenti, Conti ha chiarito: «Big o non big è tutto
relativo. Mia suocera non conosce Samurai Jay, un ragazzino non conosce Patti Pravo, ma sa chi è
Aka7even»
. Per questo ritiene fondamentale mescolare generazioni e pubblici diversi. L’esempio di
Lucio Corsi, salito alla ribalta grazie al Festival, dimostra secondo lui la validità della formula. Le
canzoni, ha ribadito, restano il fattore decisivo.

Ricordi e omaggi nella nuova edizione del Festival

Carlo Conti ha anticipato che nel 2026 saranno ricordati grandi protagonisti della storia del Festival, a
cominciare da Pippo Baudo, insieme a Ornella Vanoni e al Maestro Beppe Vessicchio. «Basteranno
piccole citazioni, nel mio stile»
, ha detto Conti. Il conduttore desidera mantenere un equilibrio tra rispetto
del passato e rinnovamento. Il pubblico, secondo lui, apprezza quando omaggi e memorie vengono proposti con
misura e autenticità.

Ospiti, co-conduzioni e stile di Sanremo 2026

Al momento, la scelta degli ospiti non è ancora definita: Conti lavora per fasi, e in questa fase si è concentrato
sul cast. Ha spiegato che preferisce uno stile con meno monologhi e più gesti simbolici, come l’apparizione di
Bianca Balti o il duetto tra artiste israeliane e palestinesi visto lo scorso anno. Per Conti, alcuni momenti
visivi possono avere una forza superiore rispetto ai discorsi. Tra le priorità delle prossime settimane ci sono
co-conduzioni e ospiti internazionali.

Durata del Festival e rapporto con il pubblico

Il conduttore ha anticipato che Sanremo 2026 avrà una durata simile alle scorse edizioni, con chiusura prevista
intorno all’una di notte. Ha ironizzato sulle critiche ricevute: c’è chi lo trova troppo veloce e chi troppo lento,
ma questo per lui fa parte del gioco. Sanremo resta un momento di unione nazionale, un evento che genera
discussioni come una partita della Nazionale. Al termine di ogni serata, la linea passerà a Nicola Savino con
il Dopo Festival. Conti ha ringraziato le radio per il sostegno costante.


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Scritto da Giuseppe Currado
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