Sanremo 2025, l’Accademia della Crusca contro le canzoni in gara “Testi piatti”, ecco quali sono i peggiori
Meno di una settimana al Festival di Sanremo 2025 e non si placano le polemiche attorno alla kermesse canora. Proprio in queste ultime ore l’attenzione è concentrata sui testi delle canzoni in gara e l’Accademia della Crusca non ha potuto non esprimere il suo immancabile, ma tutt’altro che esaltante, parere a riguardo.
Sanremo 2025, il Festival “ostaggio” delle polemiche ancora prima di cominciare
Il Festival di Sanremo 2025 non è ancora cominciato, manca poco meno di una settimana ma è senza ombra di dubbio uno degli appuntamenti più attesi dai telespettatori italiani. E se sul fronte scoop, gossip e colpi di scena la kermesse canora non si è davvero risparmiata con annunci inaspettati, ritiri sofferti, accuse di ogni genere e persino il retroscena sui tradimenti di una delle storie d’amore più seguite a livello mediatico (quella dei Ferragnez), facendo storcere ahimè il naso a quanti invece avrebbero che il Festival venisse ricordato come “quello della musica italiana” e non come il “salotto di Uomini e Donne” ( con tutto il rispetto per il dating show di canale 5), sulle canzoni in gara ha invece lasciato parecchio a desiderare… o almeno questo è quanto è emerso dall’attenta analisi dell’Accademia della Crusca.
L’ Accademia della Crusca contro i testi di Sanremo, “Canzoni piatte”
Ad esprimere il proprio parere, senza troppi giri di parole, è stato il professore Lorenzo Coveri dell’Accademia della Crusca.
Secondo l’esperto i brani in gara sarebbero oltremodo piatti e vedrebbero il coinvolgimento di pochi autori ormai stranoti.
“Quest’anno ci sono sempre gli stessi 11 autori per due terzi dei brani. Tutta questa omogeneità porta a un appiattimento generale. Ormai è una tendenza al Festival”
I giudizi di Lorenzo Coveri sui brani in gara, ecco quali sono i testi migliori e peggiori
Brunori Sas – “È il testo di una vera canzone d’autore: letterario, con immagini sofisticate, figure retoriche di livello. Interessante, intimo, autobiografico”.
Shablo – “Originale, esce dai binari”.
Francesco Gabbani – “Mi aspettavo molto di più, invece il testo è banale, virato sull’ottimismo alla Jovanotti”
Marcella Bella – “Se questo è un testo originale siamo fuori strada”
Giorgia – “La voce più bella di tutto il festival, ma un testo da canzonetta classica”
Tony Effe – “Nemmeno una frase sessista, una filastrocca banale su una Roma per turisti”
Fedez – “Un testo deprimente che parla di depressione, si salva qualche giochetto di parole sui nomi dei farmaci, poi rime discutibili (…) Cita Mary Poppins col cianuro al posto della pillola che va giù. Mi cadono le braccia”.
Modà– “Versi pesantissimi, lunghissimi, più che una canzone sembra la predica di un prete (…) Fa cadere le braccia”.
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