Sanremo 2025: I nostri giudizi sui brani in Anteprima – Voti e Sorprese dal Festival!
Il primo ascolto è come il primo amore
Il primo ascolto di una canzone è un momento unico, proprio come il primo amore. Alcune canzoni crescono e migliorano man mano che le ascolti, altre, invece, rischiano di perdere il loro fascino iniziale e diventare meno coinvolgenti. In fondo, le canzoni assomigliano molto alle storie d’amore: ci colpiscono in modi diversi e ci lasciano emozioni che si evolvono nel tempo. Tuttavia, in occasione dell’ascolto in anteprima dei brani di Sanremo 2025 riservato alla stampa, ho deciso di concentrarmi su questa “prima volta” senza lasciarmi influenzare da riflessioni esterne o aspettative future.
Lezioni dal passato: mai giudicare troppo presto
Negli anni, mi sono trovato più volte a commettere errori di valutazione, immaginando come le canzoni avrebbero potuto suonare dal vivo o fantasticando su performance spettacolari basate sulle doti degli artisti. L’esperienza di Tananai, capace di ribaltare ogni pregiudizio con impegno e determinazione, mi ha insegnato che è meglio limitarsi al presente. Quest’anno, quindi, ho deciso di giudicare le canzoni per ciò che sono nella loro versione in studio, senza immaginare come potrebbero essere accolte sul palco del Teatro Ariston.
La selezione di Carlo Conti: qualità e continuità
Il lavoro del direttore artistico Carlo Conti conferma le alte aspettative. La qualità delle scelte è evidente e, pur mantenendo una continuità con le ultime edizioni, l’asticella rimane alta. Rispetto al suo precedente mandato, si percepisce una maturità ulteriore nel processo di selezione. La 75ª edizione del Festival di Sanremo, in programma dall’11 al 15 febbraio 2025, si preannuncia come un evento di grande spessore.
Le prime impressioni sulle 30 canzoni in gara
Sciolto ogni riserbo, ecco le prime impressioni sui brani che si contenderanno la vittoria nella prestigiosa cornice del Teatro Ariston. Le canzoni promettono emozioni, innovazione e qualità, pronte a scrivere un nuovo capitolo nella storia della musica italiana.
Francesco Gabbani – “Viva la vita”
Francesco Gabbani si conferma una garanzia: ogni volta che torna a Sanremo non servono giustificazioni, né “scontrini” delle partecipazioni precedenti. “Viva la vita” è un brano intimo, ma dal ritornello corale, che richiama emotivamente “Spazio tempo” per il messaggio che porta – un invito a vivere appieno ogni momento. Interessante la struttura della canzone, con una seconda strofa diversa dalla prima e un crescendo finale emozionante, ideale per il palco dell’Ariston. Musicalmente, è una proposta solida, con un sound “suonato” che valorizza ogni strumento. Classico, ma con personalità.
Voto: 8
Clara – “Febbre”
A un anno dal debutto, Clara torna con un brano che rappresenta continuità più che evoluzione. “Febbre” si apre con archi che richiamano “Diamanti grezzi”, per poi muoversi tra atmosfere urban e club. Il testo è lungo e denso, quasi serrato, con il tema del riscatto come filo conduttore. Nonostante la qualità, manca quel guizzo sorprendente che potrebbe renderlo memorabile. Curiosa la frase: “come un enfant per strada in abito da gala”, che colpisce per originalità.
Voto: 6.5
Willie Peyote – “Grazie ma no grazie”
Willie Peyote è un maestro nella scrittura: crudo e leggero allo stesso tempo, capace di colpire con intelligenza e ironia. In “Grazie ma no grazie”, brilla per citazioni memorabili, come quella ai Jalisse o agli Articolo 31. Il brano ha un’anima brasiliana, quasi carioca, che ricorda “Mas que nada”, mescolando movimento e riflessione. Un pezzo che fa ballare, pensare e sorridere: il mix perfetto per Willie.
Voto: 7
Noemi – “Se t’innamori muori”
Testo e musica: Mahmood, Blanco, Michele Zocca | Produzione: Michelangelo
Noemi torna con una ballata emozionale costruita per esaltare la sua voce limpida. “Se t’innamori muori” unisce pianoforte e archi in un crescendo capace di emozionare, con uno special orchestrale pensato per raccogliere applausi. La canzone si distingue per la cura nei dettagli e per la sua capacità di mostrare una Noemi evoluta, ma ancora fedele a sé stessa.
Voto: 7.5
Lucio Corsi – “Volevo essere un duro”
Tra interpretazione e arrangiamento, il brano di Lucio Corsi è un piccolo gioiello senza tempo. “Volevo essere un duro” racconta il suo mondo con semplicità e intensità, chiudendosi con la frase: “Io non sono nessuno, non sono altro che Lucio”. Un inno alla normalità e alla bellezza delle cose semplici, impreziosito da una chitarra elettrica nel finale.
Voto: 8
Rkomi – “Il ritmo delle cose”
Rkomi ritorna con un pezzo che tiene fede al titolo: un brano ritmato e moderno, con una cassa in quattro che si sviluppa in un crescendo interessante. Ricorda per atmosfere “Il bene nel male” di Madame e segna un’evoluzione rispetto al suo debutto sanremese. Un ritorno convincente, che cresce con ogni ascolto.
Voto: 7
The Kolors – “Tu con chi fai l’amore”
I The Kolors provano a rinnovarsi con un brano che mescola dancefloor e indie, firmato Calcutta. Nonostante l’originalità e la voglia di staccarsi dalle sonorità precedenti, “Tu con chi fai l’amore” non convince del tutto al primo ascolto. Un rischio che, pur non esplodendo subito, potrebbe trovare la sua strada.
Voto: 6
Rocco Hunt – “Mille vote ancora”
Dopo nove anni, Rocco Hunt torna a Sanremo con un brano che celebra l’amore per la propria terra, mescolando cantato e rappato. Il ritornello in napoletano richiama “Nu jorno buono”, ma il pezzo non riesce a superare le aspettative generate dal confronto. Una canzone gradevole, che parla di radici e identità.
Voto: 6.5
Rose Villain – “Fuorilegge”
A un anno dal debutto, Rose Villain torna con “Fuorilegge”, un brano viscerale che esplora il desiderio. Definito dalla stessa artista come la “mamma” di “Click boom!”, manca però l’effetto sorpresa dello scorso anno. Nonostante ciò, il talento da songwriter di Rose Villain emerge ancora una volta, con testi incisivi e un sound ben costruito.
Voto: 7
Brunori Sas – “L’albero delle noci”
Finalmente il debutto di Brunori Sas a Sanremo. “L’albero delle noci” è una dedica implicita alla figlia, che racconta come una nascita possa rappresentare una rinascita. La produzione curata da Riccardo Sinigallia impreziosisce un brano ispirato e toccante.
Voto: 7.5
Serena Brancale – “Anema e core”
Serena Brancale porta sul palco ritmi mediterranei e vitalità. “Anema e core” si distingue per un testo che gioca con l’eleganza e il jazz, pur negando ogni riferimento neomelodico. Dopo anni di maturazione, il suo ritorno a Sanremo segna un passo interessante, ma non rivoluzionario.
Voto: 6.5
Irama – “Lentamente”
Irama continua il suo percorso sanremese con un pezzo che si inserisce nel solco delle sue produzioni più recenti. “Lentamente” è una ballata intensa che esplora un amore consumato lentamente. Il brano ha tutte le carte per crescere ascolto dopo ascolto, pur rimanendo prevedibile in alcuni tratti.
Voto: 7
Marcella Bella – “Pelle diamante”
Al suo nono Sanremo, Marcella Bella si presenta anche come autrice. “Pelle diamante” è un brano che cattura per immediatezza e carisma, con frasi che si ripetono come mantra: “Forte, tosta, indipendente”. Una canzone che potrebbe diventare un inno personale, grazie a un ritornello efficace e alla forza interpretativa della cantante.
Voto: 6.5
Achille Lauro – “Incoscienti giovani”
Con “Incoscienti giovani”, Achille Lauro cambia pelle: via i lustrini, spazio a eleganza e profondità. Il brano è arricchito da un sax sorprendente, che potrebbe rivelarsi l’elemento vincente. Forse è davvero il suo anno.
Voto: 8
Elodie – “Dimenticarsi alle 7”
Elodie torna con un pezzo deep house, che unisce ritmo e introspezione. “Dimenticarsi alle 7” fonde perfettamente le sue due anime, emotiva e sbarazzina. Un brano trascinante, che offre ampio margine per una performance memorabile.
Voto: 7.5
Tony Effe – “Damme ‘na mano”
Un debutto sanremese sorprendente per Tony Effe, che con “Damme ’na mano” propone un brano a metà tra una ballata alla Gabriella Ferri e una colonna sonora di un film di Ozpetek. L’arpeggio di chitarra e il romanesco sono elementi distintivi che stupiranno, ma il pezzo risente di un cambio di stile poco convincente per l’artista. Se Tony è famoso per il suo genere originale, perché presentarsi con qualcosa di così distante? La scelta rischia di non essere compresa dal suo pubblico abituale.
Voto: 5.5
Massimo Ranieri – “Tra le mani un cuore”
Con “Tra le mani un cuore”, Massimo Ranieri si rimette in gioco con eleganza. Il brano affronta il tema delle relazioni che finiscono, con un ritornello che richiama le migliori ballate di Tiziano Ferro, qui al debutto come autore sanremese. La seconda strofa sorprende con l’ingresso del sassofono, che sembra essere il vero protagonista musicale di questo Festival. Una canzone delicata, arricchita da testi profondi e toccanti, che rimandano alla poesia de “La cura” di Battiato.
Voto: 6.5
Sarah Toscano – “Amarcord”
Sarah Toscano, classe 2006, debutta al Festival con “Amarcord”, una canzone che farà ricredere anche i più scettici. Con un titolo che omaggia Fellini, il brano alterna atmosfere comiche e tragiche, con un giro di piano che ricorda il suono di un carillon e archi che richiamano il mondo del Rondò Veneziano. Supportata da una cassa in quattro, “Amarcord” è una proposta fresca e attuale, che segna un punto di svolta nella carriera della giovane artista.
Voto: 6.5
Fedez – “Battito”
Fedez torna a Sanremo con “Battito”, un brano cupo e intimo che affronta il tema del disturbo dell’umore. Tra riferimenti alla Fluoxetina e frasi forti come “basta un po’ di zucchero e va giù pure il cianuro”, il testo alterna momenti interessanti a passaggi destinati a far discutere. Fedez riprende a rappare con intensità, lasciando alle spalle il pop degli ultimi anni. Un pezzo che segna un ritorno alle origini, ma senza eccessivi picchi emotivi.
Voto: 6
Coma_Cose – “Cuoricini”
I Coma_Cose tornano al Festival come marito e moglie, ma “Cuoricini” non convince pienamente. Il brano, pur avendo le potenzialità per diventare un tormentone, rappresenta un passo indietro rispetto a successi come “L’addio” o “Malavita”. Con atmosfere che ricordano un lato B dei Ricchi e Poveri o una hit dei Bee Hive, la canzone sembra un ritorno nostalgico al passato, ma manca della freschezza che ha contraddistinto i lavori precedenti.
Voto: 5
Giorgia – “La cura per me”
Se Sanremo è Sanremo, Giorgia è Giorgia. La cantante torna al Festival nel trentesimo anniversario di “Come saprei”, ma senza farne un pretesto: questa volta il pezzo c’è, e potrebbe riscattare la meno brillante partecipazione precedente. “La cura per me”, scritta da Blanco e Michelangelo, è un brano che esalta la vocalità straordinaria di Giorgia, capace di rimanere fedele a sé stessa pur essendo incredibilmente contemporanea. Sorprende nello special, dove quasi rappa, ma è il ritornello aperto e “strappamutande” a fare breccia nel cuore del pubblico. I presupposti per puntare in alto ci sono tutti.
Voto: 8
Olly – “Balorda nostalgia”
Due anni dopo il debutto, Olly torna con “Balorda nostalgia”, una ballata che richiama lo stile di Vasco Rossi. Con una verità disarmante, il cantautore racconta la mancanza e il senso di vuoto, dando voce a un sentimento universale, pur partendo da esperienze personali. Al grido di “stanotte non è vita senza te”, Olly dimostra maturità e intensità.
Voto: 7
Simone Cristicchi – “Quando sarai piccola”
Simone Cristicchi commuove ancora una volta con “Quando sarai piccola”, un brano che richiama la delicatezza di “Abbi cura di me” e la potenza narrativa di “Ti regalerò una rosa”. L’arrangiamento è essenziale, lasciando spazio alla forza evocativa delle parole, che si fanno poesia pura. È una di quelle canzoni che lasciano il segno, dimostrando ancora una volta il talento straordinario di Cristicchi.
Voto: 9
Emis Killa – “Demoni”
Nonostante fosse uno dei debutti più attesi, Emis Killa con “Demoni” non colpisce al primo ascolto. Il brano manca di quel guizzo che lo avrebbe reso memorabile, soprattutto considerando pezzi più incisivi come “Fuoco e benzina”, mai arrivato a Sanremo per vicende legate alla censura. Alcuni versi spiccano, come “Non esiste un piano B, andrò all’inferno, c’est la vie”, ma l’insieme non decolla. Forse servirà un secondo ascolto più attento, ma al momento non convince pienamente.
Voto: 5.5
Joan Thiele – “Eco”
Joan Thiele debutta al Festival con “Eco”, un brano che mescola atmosfere alla Garbage e Shivaree, creando un invito a difendere le idee che “rimangono negli occhi della gente”. La sua vocalità ipnotica e l’arrangiamento raffinato sembrano usciti direttamente dalla colonna sonora di un film di 007. Un esordio interessante e piacevole, che lascia il segno.
Voto: 6.5
Sanremo 2025: pagelle dei brani in gara – quarta parte
A cura di Nico Donvito
Modà – “Non ti dimentico”
I Modà tornano al Festival con un pezzo che celebra il loro stile romantico e maturo. A vent’anni dalla loro prima partecipazione, “Non ti dimentico” canta l’amore nella sua potenza e universalità. La penna di Kekko Silvestre si dimostra ispirata, con versi evocativi come “Sembravi una canzone che mi squarciava il petto, un quadro di Kandinsky dove immaginarmi tutto”. Un brano che punta dritto al cuore, fedele alle loro radici.
Voto: 7
Gaia – “Chiamo io chiami tu”
Gaia ritorna sul palco dell’Ariston a quattro anni dal debutto e con una rinnovata maturità artistica. “Chiamo io chiami tu” è un brano ben costruito grazie alla collaborazione con Petrella, che riesce a cucire la canzone addosso all’artista. Con un’atmosfera che richiama il bagnasciuga di Copacabana, Gaia dimostra di aver trovato la sua dimensione sonora. Un pezzo che scorre piacevole, senza però sorprendere troppo.
Voto: 6.5
Bresh – “La tana del granchio”
Al suo debutto sanremese, Bresh porta un mondo fatto di immagini evocative e concrete. “La tana del granchio” esplora il tema della libertà nelle relazioni e nell’identità personale. Il testo spicca per l’uso di metafore suggestive, come “sei una sirena che non nuota”. Un brano intrigante e poetico, che merita attenzione.
Voto: 6.5
Francesca Michielin – “Fango in Paradiso”
Francesca Michielin si ripresenta al Festival con “Fango in Paradiso”, un brano che combina un’ossatura classica con una modernità testuale e interpretativa. Il disagio raccontato nella canzone diventa magnificamente coinvolgente, con uno special finale che è pronto a esplodere sul palco. Un ritorno forte e significativo per l’artista.
Voto: 7.5
Shablo feat. Guè, Joshua e Tormento – “La mia parola”
Shablo segna la storia come primo producer a competere al Festival di Sanremo, portando con sé una collaborazione di alto livello con Guè, Joshua e Tormento. “La mia parola” è una vera “mina”, che fonde il flow incisivo di Guè, lo slang di Tormento e il soul raffinato di Joshua. Una street song moderna e potente, che promette di lasciare il segno.
Voto: 7
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