Riccardo Bocca, lettera al veleno contro la D’Urso “La gente ha fame di decenza”
Non c’è pace per Barbara D’Urso, dopo il ridimensionamento che Mediaset sta portando a termine sulle ore di presenza in video della conduttrice e che ha portato alla chiusura definitiva di Live Non è la D’Urso e Domenica Live a causa dei bassi ascolti e soprattutto per i contenuti delle trasmissioni, nelle scorse ore la conduttrice partenopea ha subito una bordata dal direttore di TPI e Vicedirettore di SkyTg24 Riccardo Bocca, una lettera aperta scritta dal portale che dirige e che tramortirebbe chiunque, figuriamoci una persona che negli ultimi mesi ha sentito l’azienda lontana da lei e il terreno sgretolarsi sotto i suoi piedi.
“Carissima Barbara D’Urso – esordisce il giornalista nella lettera scritta sul portale – le invio questa videolettera perché nell’arco dell’ultima stagione televisiva lei ha subìto una tele-mutazione genetica straordinaria: è passata dall’essere il Robocop degli ascolti felici di casa Mediaset a personaggio ingombrante a cui togliere spazi.
Prima furoreggiava con l’appuntamento serale di Live – Non è la D’Urso, dopodiché il suo editore ha deciso di toglierle microfono e telecamere. Stesso esito che le cronache specializzate danno adesso per scontato per Domenica Live, traumatizzata dalla concorrenza di Raiuno dell’acchiappa-share Mara Venier.
Succede. Può capitare a chi per mestiere naviga in tv di affondare con la propria corazzata. E però, cara D’Urso, questa volta non è come tante altre volte: perché lei è il personaggio simbolo di un modo amaramente specifico di stare in video, ovvero quello che viene catalogato come “super-trash.”
Un fantasmagorico accrocco fatto di gossip, cronache pop-vip, dolori assortiti di ogni genere e intensità e – a fine menù, come dolce – affettuosità garantite per i leader politici, accarezzati in studio con la confidenza del “tu”. Ingredienti che avvelenano, giorno dopo giorno, mese dopo mese, anno dopo anno, il pozzo della decenza pubblica e che riescono anche a confondere, a lungo andare, il senso della realtà nelle persone più fragili. Ma, attenzione – conclude – erano anche strumenti necessari e funzionanti per costruire ascolti”
Per i detrattori della conduttrice un sunto in poche righe di 14 anni di trash televisivo, salotti in cui si è dato spazio a personaggi opinabili, in cui non sempre sono stati lanciati messaggi edificanti e in cui si è cavalcata a volte la maleducazione e la non rispettosità alla ricerca di quegli ascolti che non sono mai arrivati. La D’Urso è rimasta arroccata a quei circa 2milioni di telespettatori che per anni la hanno seguita e che adesso forse capiranno che la televisione è anche altro.
Risponderà l’ex regina di Cologno alla lettera di Bocca? Non ci è dato saperlo, ma davanti a tanta evidenza sarebbe il caso di rimanere in silenzio.
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