Raoul Bova trova un escamotage per fermare le frasi degli audio diffusi a lui legate: ecco qual è

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Raoul Bova registra il marchio “Occhi spaccanti”: ecco perché l’attore vuole fermare la diffusione degli audio virali

Raoul Bova ha depositato il marchio “Occhi spaccanti” presso l’Ufficio Italiano Brevetti e Marchi. Una mossa strategica per arginare la diffusione degli audio diventati virali sui social. La vicenda nasce dalla pubblicazione di messaggi privati da parte di Fabrizio Corona.

Raoul Bova al centro di uno scandalo mediatico

Negli ultimi giorni il nome di Raoul Bova è tornato prepotentemente al centro dell’attenzione mediatica. L’attore è finito sotto i riflettori dopo la diffusione – da parte di Fabrizio Corona – di alcuni messaggi vocali e chat che lo vedrebbero coinvolto in una conversazione privata con la modella Martina Ceretti. Alcuni estratti audio, in particolare la frase “occhi spaccanti”, sono diventati virali, trasformandosi in meme e tormentoni sui social network.

Il deposito del marchio “Occhi spaccanti”

Secondo quanto riportato da AdnKronos, il 5 agosto 2025 Raoul Bova, assistito dall’avvocata Michela Carlo dello studio Bernardini De Pace, ha presentato due richieste di registrazione presso l’Ufficio Italiano Brevetti e Marchi (UIBM) del Ministero delle Imprese e del Made in Italy.

Le frasi oggetto della richiesta di tutela sono:

  • “Occhi spaccanti”
  • “Buongiorno essere speciale, dal sorriso meraviglioso e dagli occhi spaccanti”

L’obiettivo? Fermare la diffusione non autorizzata della frase, ormai diventata oggetto di contenuti virali e sfruttamenti commerciali impropri.

Cosa significa registrare un marchio in questo caso?

Il deposito del marchio da parte dell’attore ha una finalità ben precisa: limitare l’uso commerciale delle frasi diventate virali, impedendone la riproduzione su prodotti come abbigliamento, gadget, cosmetici o articoli di cancelleria.

In sostanza, se il marchio venisse approvato, ogni utilizzo della frase a scopo di lucro dovrà essere autorizzato da Bova o dal suo team legale. Una mossa non solo difensiva, ma anche preventiva per proteggere l’immagine pubblica dell’attore.

Le parole della legale: “Un modo per far cessare la diffusione dei video”

Intervistata da AdnKronos, l’avvocata Michela Carlo ha spiegato così la decisione dell’attore:

“È semplicemente un modo, come tanti, per far cessare la diffusione dei video”.

Secondo il team legale, infatti, il deposito del marchio rappresenta un’azione concreta per contrastare la continua riproduzione e condivisione di materiale che viola la sfera privata di Raoul Bova, contribuendo al fenomeno della viralità non autorizzata.


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Scritto da Simona Russo
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