Rai, dopo Amadeus la paura di perdere il Festival ma soprattutto l’affetto della gente
E se dopo Amadeus la Rai perdesse anche il Festival di Sanremo? Viale Mazzini non è riuscita a trattenere il conduttore veronese, desideroso di percorrere nuovi sentieri lavorativi e non restare ancorato agli ascolti e probabilmente agli stessi programmi. Uno strappo da rispettare seppur doloroso anche se Amadeus con la sua uscita lascerà scoperti importanti slot in fatto di orari per la rete ammiraglia Rai.
La Rai ha un pubblico fidelizzato, probabilmente un pò agèe, poco propenso ad usare il telecomando. Un pubblico affezionato, capace di stare a guardare anche prodotti meno graditi pur di non “tradire” quella che loro reputano una azienda di famiglia. Il pubblico Rai, incredibile a dirsi, preferisce il personaggio al prodotto, pertanto sarà difficile rimpiazzare Amadeus, in quanto il pubblico Rai vede in lui uno di famiglia e soprattutto mal sopporta l’idea che venga rimpiazzato con un altro volto al suo posto, chiunque subentrerà sarà visto come un usurpatore anche se conosciuto.
IL DOPPIO PROBLEMA DELLA RAI
Pertanto per l’azienda televisiva di Stato il problema è doppio, la perdita di un volto familiare per i telespettatori in primis e soprattutto trovare qualcuno che non ne faccia sentire troppo la mancanza, che ci metta poco tempo nel far digerire il paragone e farsi accettare.
Amadeus oltre l’appuntamento quotidiano con Affari Tuoi o I Soliti Ignoti conduceva appuntamenti importanti nella vita del pubblico quali Arena Suzuki che sanciva il ritorno dalle vacanze, il Capodanno di Raiuno e ovviamente il Festival di Sanremo. Un conduttore nazional popolare che è riuscito a emulare Baudo e Bongiorno nella conduzione di 5 Festival consecutivi, una istituzione come istituzionale è la Rai.
IL RISCHIO PER LA RAI DI PERDERE IL FESTIVAL
Non si tratta quindi di una uscita qualsiasi e come se non bastasse a tutto ciò si aggiunge per la Rai il rischio di perdere il Festival di Sanremo. Nel 2025 scadrà la convenzione della Rai con il Comune di Sanremo e il sindaco giorni fa invece dei soliti attestati di stima nei confronti di Viale Mazzini, ha concluso dicendo “poi si vedrà”, una frase che ha fatto sobbalzare sulla sedia i dirigenti della TV pubblica che adesso temono anche di perdere Sanremo con il suo indotto di 60milioni annui.
LE RICHIESTE DEI DISCOGRAFICI
Ma non finisce qui, i discografici vorrebbero che non fosse il Comune di Sanremo a scegliere in autonomia, ma che l’evento fosse assegnato tramite gara d’appalto con il rischio che vada acquistato dalle pay TV o che addirittura ne venga cambiata la location dandone una valenza più internazionale.
Insomma i guai non sembrano finire mai, come se dopo un periodo d’oro si stessero affacciando le nubi all’orizzonte.
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