Pierpaolo Pretelli promessa della TV ma vittima dei clichè, davvero l’Italia non è un Paese per giovani?

di Giuseppe Scuccimarri

Pubblicato il 2021-11-17

Coloro che sostengono che l’Italia non sia un Paese per giovani stanno trovando conferma  in questi giorni  in alcune dichiarazioni di qualche parruccone più propenso a sminuire ciò che con talento e fatica si sta costruendo che a stimolare e a incitare il cambiamento. Non ci siamo prestati nelle ultime ore a smentire coloro che …

article-post

Coloro che sostengono che l’Italia non sia un Paese per giovani stanno trovando conferma  in questi giorni  in alcune dichiarazioni di qualche parruccone più propenso a sminuire ciò che con talento e fatica si sta costruendo che a stimolare e a incitare il cambiamento. Non ci siamo prestati nelle ultime ore a smentire coloro che come corvi in riva al fiume hanno aspettato il primo, presunto, passo falso di Pierpaolo Pretelli a Domenica in per tirar giù fiumi di inchiostro, parlando di impreparazione e imbarazzo della Venier nell’averlo accanto nel gioco televisivo costruito su di lui.

Proprio così cari parrucconi, quel gioco televisivo è stato costruito proprio sulle caratteristiche di Pierpaolo, da chi l’autore lo fa da 30 anni e non da chi seduto davanti a un pc butta giù la prima critica priva di fondamento che gli passa per la testa. Il nuovo gioco televisivo di Domenica In riprende un po’ il trend delle Domeniche televisive a cavallo tra gli anni 80 e 90, un gioco che ha nel pubblico a casa solo un pretesto per fare show, una sorta di Corrida telefonica per scherzare con chi è a casa ma di fatto per dar modo a chi conduce di intrattenere e creare spettacolo.

Per questo motivo il peccato originale del gioco non sta in Pierpaolo Pretelli, ma nel tempo limitato concesso per la realizzazione del medesimo, confezionato di corsa e mandato in onda per la fretta di dover subito macinare ascolti e portare risultato. In questo momento Domenica In deve rincorrere lo share per tornare regina del pomeriggio, non c’è tempo quindi per sperimentare, bisogna provare e casomai modificare in corso d’opera, sul campo e per una persona puntigliosa e meticolosa come Pretelli abituato a studiare i minimi particolari prima di andare in scena è una esperienza nuova che forse lo preoccupa un po’ ma non lo abbatte.

L’ esibizione di domenica quindi vista da questo punto di vista, che è quello giusto, scevro da pretestuosità e da preconcetti è una performance più che positiva, Pierpaolo ha cercato più volte di prendere in mano la situazione interrotto da una Venier che inconsapevolmente invece di essere d’aiuto a volte è stata d’intralcio. Giusto portare per mano, accompagnare i giovani per non bruciarli, ma anche giusto allentare la presa e farli andare un po’ per conto loro quando ci si rende conto che sono in grado di reggersi in piedi da soli. In settimana ci sarà  sicuramente tempo per limare e aggiustare e domenica dopo domenica il prodotto assumerà la sua fisionomia definitiva, tutto qua, questo è ciò che obiettivamente sarebbe bastato scrivere invece di avventurarsi in critiche senza senso e fuori luogo.

Possibile che l’Italia sia un Paese che tende a sminuire i giovani e a criticarli? La critica è giusta quando è costruttiva e non fine a sè stessa, chi critica per costruire lo fa perchè crede in un prodotto o in un personaggio, chi critica per distruggere e sminuire lo fa perchè probabilmente ha paura di essere scalzato da coloro oggetto della loro critica. Pierpaolo Pretelli ha la fiducia della Rai, di una conduttrice e di uno staff di autori che lo vogliono valorizzare, i corvi neri se ne restassero sugli alberi e sputassero anche le loro sentenze senza senso fino a quando come accade spesso anche loro saliranno sul carro del vincitore.

LEGGI ANCHE

Uomini e Donne, Matteo Ranieri sale sul trono, di Sophie neanche l’ombra…

 

 

Giuseppe Scuccimarri

Giuseppe Scuccimarri, classe 1969, esperto di televisione e cronaca rosa con interessi anche per l'attualità e la politica nazionale e internazionale. Autore della commedia "Il delitto di Lord Arthur Savile" (2002) e del musical "La vita è una splendida canzone" (2014), ghostwriter per diversi autori e paroliere, amante della scrittura e della letteratura italiana e straniera.

Potrebbe interessarti anche