Palinsesti Rai 2025: fuori Cattelan e Marcuzzi, dentro la tradizione. Il ricambio generazionale si è già fermato?

Palinsesti Rai 2025: fuori Cattelan e Marcuzzi, dentro la tradizione. Il ricambio generazionale si è già fermato?

La Rai ha presentato ufficialmente i palinsesti autunnali 2025/2026, confermando una linea editoriale sempre più orientata verso la continuità, più che verso l’innovazione. Tra assenze eccellenti e ritorni consolidati, il panorama televisivo nazionale si muove lungo direttrici conservative, mettendo in dubbio il reale spazio concesso al ricambio generazionale e alla sperimentazione sostenibile dei format.

Tradizione batte innovazione Cattelan e Marcuzzi fuori: chi resta, chi va

A dominare la scena sono ancora una volta i “conduttori inossidabili” del servizio pubblico. Carlo Conti, Milly Carlucci, Antonella Clerici, Mara Venier e Marco Liorni rappresentano il nucleo storico della programmazione Rai, confermati in blocco nonostante alcune tensioni interne legate alle recenti modifiche su format chiave come Domenica InThe Voice.

Secondo indiscrezioni, alcune conduttrici avrebbero scelto di disertare l’evento di presentazione come segnale di malcontento verso le nuove linee editoriali. Un segnale che rende visibile lo scontro interno tra logiche di stabilità e richieste di innovazione.

Spazio ai giovani? Solo per pochi

Tra le poche scommesse vincenti sul nuovo volto della TV pubblica troviamo Stefano De Martino e Francesca Fagnani, a cui vengono affidati progetti che uniscono linguaggi più freschi e un’impostazione più contemporanea. Un segnale di apertura che, però, sembra l’eccezione e non la regola.

Fuori, almeno per il momento, due nomi simbolo del tentativo di rinnovamento: Alessandro Cattelan e Alessia Marcuzzi. I loro format sperimentali, Stasera c’è Cattelan e Boomerissima, non sono stati confermati. Il loro allontanamento dai palinsesti solleva un dubbio più ampio: la Rai è davvero pronta a investire nei volti nuovi?

Auditel, tagli e proteste: l’altra faccia dei palinsesti Rai

Dietro le scelte editoriali, pesano anche i numeri e i tagli. L’AD Giampaolo Rossi ha chiarito che i programmi con ascolti inferiori al 3% saranno ridimensionati. Tra questi, non solo format di intrattenimento, ma anche contenuti di approfondimento e inchiesta, come Report, su cui si concentrano proteste da parte di giornalisti, cittadini e attivisti, sensibili alla qualità e alla sostenibilità dell’informazione pubblica.

In Viale Marconi, durante la presentazione, non sono mancate manifestazioni contro lo “smembramento” dell’informazione Rai, guidate da Sigfrido Ranucci. Il dibattito si fa quindi anche politico e sociale, ponendo interrogativi su quale futuro culturale e ambientale voglia costruire il servizio pubblico.


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Scritto da Simona Russo
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