Omotransfobia, Il 30 Marzo La Proposta Di Legge Arriva Alla Camera

Era da tempo che la comunità LGBTQ attendeva una legge che tutelasse i propri diritti.

La stessa richiesta, arrivava dalla Corte di Strasburgo, che da anni invitava i vari paesi ad istituire leggi nazionali che tutellassero i diritti della popolazione LGBTQ, con misure penali per chi mostrasse comportamenti omotransfobici.

A novembre del 2019, l’onorevole Alessandro Zan, appoggiato dal leader del PD Zingaretti, ha redatto e firmato una proposta di legge per tutelare i diritti di questa comunità, presentandola al parlamento.

Il parlamento ha recepito l’urgenza che arriva dal paese di approvare una norma di contrasto d’odio, che negli ultimi tempi ha registrato una vera e propria escalation di violenza.

La legge dovrebbe servire a combattere e punire la paura e l’avversione irrazionale verso la comunità LGBTQ, ponendole sullo stesso piano dei reati di razzismo, xenofobia, antisemitismo e sessismo.

Negli ultimi giorni, lo stesso Zan ha annunciato che la proposta di legge è stata approvata dal Parlamento, e che verrà discussa alla Camera.

Nei prossimi giorni e nelle prossime settimane servirà l’aiuto e il sostegno di tutti voi per rendere il nostro paese un po più civile.

Diverse sono state le reazioni da parte delle varie associazioni.

Piazzoni, segretario generale di Arcigay, si dichiara ottimista, richiedendo che sia pubblicato un testo base della proposta di legge.

Al contrario, Marrazzo, portavoce di Gay Center, manifesta tutta la loro titubanza in questa proposta di legge, memore delle altre proposte portate alla Camera e poi dimenticate. Chiede anche che siano garantiti più diritti alle vittime e che sia inserito il reato di propaganda d’odio (reato fin’ora a tutela delle diverse religioni e diverse etnie).

Non tardano ad arrivare anche le proteste da parte dell’associazione ProVita & Famiglia, il cui vicepresidente e fondatore, Jacopo Coghe (vicepresidente anche del congresso mondiale delle famiglie), ha lanciato serie accuse contro questa proposta di legge.

Secondo lui, quest’ultima metterebbe “in gioco la libertà di ognuno di noi”, riferendosi ovviamente alla libertà di pensiero e di opinione.

Coghe afferma che se vale il principio che tutti i cittadini sono uguali, creare delle leggi che li tutelano per il loro orientamento sessuale minerebbe a questo principio cardine della costituzione italiana.

Aggiunge inoltre che non ci sono motivi razziali per poter istituire questa legge, anzi, in Italia addirittura non ci sarebbe un allarme sociale.

Coghe fa riferimento a una classifica mondiale secondo cui, su 49 paesi, l’Italia è salita dal 34° posto del 2018 al 32° del 2019 per il rispetto dei diritti della comunità LGBTQ, e alla diminuzione dei reati a sfondo omotransfobico (sempre dal 2018 al 2019).

Va peraltro fatto notare che la posizione del nostro paese così in basso nella classifica è gran parte dovuta sia allo scorso governo, che vedeva a capo Matteo Salvini, il quale partecipò al congresso delle famiglie a Verona, sia anche ai manifesti omofobi che spesso vengono affissi fra le strade di Roma da parte dell’associazione ProVita & Famiglia.


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Scritto da Giuseppe Currado
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