Nomine Rai 2023, Stefano Coletta il DIRETTORE che ha battuto ogni record, difficile da superare

Quando si ha a che fare con la comunicazione si deve mettere in conto che è l’editore a dettare le regole e quando quest’ultimo deve pensare a distribuire le poltrone non in base al merito, ma al tornaconto politico, a vincere non è la meritocrazia, ma gli interessi di chi comanda.

Nonostante da anni ci si affanni a ripetere “fuori i partiti dalla Rai”, lo slogan può essere interpretato solo come tale, la Rai ha come editore lo Stato e sarà sempre sottoposta ai cambi di bandiera governativa. Non serve la lungimiranza di chi ha puntato sempre alla qualità ottenendo risultati, serve che le poltrone siano fatte a immagine della compagine governativa.

Con le dimissioni dell’AD Carlo Fuortes, facilitate da un provvedimento ad acta del Governo che ha liberato un posto alla Sovrintendenza del Teatro San Carlo di Napoli, da pochi giorni si è insediato al settimo piano di Viale Mazzini, Roberto Sergio, in quota Lega. Da ieri a cascata sono arrivate le nomine per le direzioni di genere che non hanno salvato neanche Stefano Coletta e Simona Sala, rispettivamente direttori dell’Intrattenimento Prime Time e direttrice dell’intrattenimento Day Time, due dirigenti che hanno risposto negli anni con i risultati.

Stefano Coletta è un dirigente a tutto tondo, esperto di televisione e di editoria, capace di individuare linee e cavalli vincenti con uno sguardo, suo il merito insieme ad Amadeus di aver portato il Festival di Sanremo a vette di gradimento che non si vedevano da 25 anni, quando le piattaforme non esistevano e la controprogrammazione era ai minimi termini rispetto ad oggi.

Suo il merito di aver riportato in Rai la compianta Raffaella Carrà, di aver dato nuovo lustro a una icona come Loretta Goggi e di aver individuato nei vari Gabbani, Serena Rossi e Nek, volti da prestare alla televisione.

Coletta è una risorsa per la Rai, di quelle che non dovrebbero essere messe in panchina per l’avvicendarsi di un Governo, dopo aver fatto grande Raitre ha fatto grande Raiuno e con l’avvento delle direzioni di genere ha dato lustro alle prime serate televisive, rilanciando anche la bistrattata Raidue.

Complimenti a quegli editori capaci di lavorare anche con chi ha un pensiero diverso dal loro, se questi ultimi posseggono le doti umane e le capacità manageriali per fare grande una azienda. Stefano Coletta mancherà nel ruolo, ne siamo certi, come mancherà il suo eloquio forbito e ricercato durante le conferenze stampa, da noi un grazie per aver reso la Rai più giovane e averla avvicinata alla gente.


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Scritto da Giuseppe Currado
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