MES e CoronaBond: proviamo a fare chiarezza

In questo particolare momento storico il nostro paese sta attraversando non solo una crisi sanitaria molto grave ma anche un collasso economico che sta travolgendo tutti i settori produttivi e tutti i lavoratori.

E’ per questo che il Governo e l’Europa stano cercando nuove soluzioni per far fronte a quella che viene definita la più grave crisi dal dopoguerra ad oggi.

Si parla moltissimo, in questi giorni, del MES, quindi vorrei provare anche io a fare un po’ di chiarezza per avere un quadro più completo della situazione.

Innanzi tutto che cos’è il MES?

Il MES, Meccanismo Europeo di Stabilità, è un ente finanziario che nasce con lo scopo di mantenere la stabilità economica dei paesi della zona euro. E’ stato istituito in seguito alle modifiche del trattato di Lisbona ratificate dal Consiglio Europeo nel marzo del 2011. L’entrata in vigore del MES era prevista per il 2013 ma è poi stata anticipata al luglio del 2012 a causa di una crisi del debito sempre più pressante. Questo “fondo salva-stati” per garantire la tenuta dell’Euro zona emette prestiti  a determinate condizioni e, in alcuni casi, può adottare atti sanzionatori. Il MES viene gestito da un Consiglio dei Governatori costituito dai ministri delle finanze dei paesi europei oltre che da un consiglio di amministrazione. Fanno parte del Mes anche un Direttore Generale (che ha diritto di voto), il Commissario europeo agli Affari economico- monetari e il Presidente della BCE (questi ultimi due però non hanno diritto di voto ma presiedono solo come osservatori).

Ma come funziona concretamente il MES?

Le modalità di azione del fondo sono definite dall’articolo 3 del suo trattato istitutivo e la sua azione è suddivisa in tre fasi:

  1. Lo stato in difficoltà presenta al Presidente del Consiglio dei Governatori del fondo richiesta di assistenza.
  2. Il MES chiede alla Commissione UE di valutare lo stato di salute del paese richiedente aiuto.
  3. Dopo la valutazione, l’organo plenario del MES decide di agire e di aiutare il paese in difficoltà con i prestiti previsti.

Fatta questa piccola introduzione sul meccanismo del MES cerchiamo di comprendere perché la discussione è così calda nel nostro paese sopratutto in relazione alla grave crisi economico-sanitaria che stiamo vivendo.

MES si o MES no? Perché sono preferibili i Coronabond? Ma poi sono veramente più utili?

Partiamo dicendo che entrambi i sistemi creano un debito.

Quindi una prima differenza sostanziale risiede nel fatto che il MES già esiste, e con esso l’Italia riceverebbe un prestito di 36 miliardi a condizioni estremamente favorevoli, mentre i CoronaBond non esisteno ancora a livello di legislazione e dovrebbero essere costruiti, discussi, elaborati, approvati, costituiti eccetera. Insomma una lunga procedura che forse  in questo momento di crisi mondiale non ci possiamo permettere.

Ma le differenze non si esauriscono in questo. La seconda problematica legata ai CoronaBond deriva da una convinzione errata secondo cui questi ultimi creerebbero un debito “garantito da tutti gli stati europei” mentre con il MES  la restituzione del debito ricadrebbe sull’Italia da sola. Questo non è molto vero in quanto nessuno ci garantisce che gli altri paesi dell’Unione Europea ricorrerebbero a nuove e simultanee emissioni di debito sotto la forma di CoronaBond.

I CoronaBond, in sostanza, altro non sono che obbligazioni emesse per far fronte alle spese generate dalla crisi sanitaria. Quindi verrebbe erogato denaro per due scopi soltanto: 1. finanziare le spese sanitarie per far fronte all’epidemia di coronavirus; 2. per rilanciare la nostra economia messa a dura prova dalle misure restrittive fino ad ora adottate.

Quindi, riassumendo, con entrambi gli strumenti finanziari l’Italia si indebita. E purtroppo, si sa, i debiti vanno in qualche modo restituiti.

Ecco che di fatto il MES e i CoronaBond coincidono.

Nonostante si discuti e si litighi molto su questi temi, non sembra palesarsi ancora una soluzione.

E ad oggi a che punto siamo? L’Italia riceverà degli aiuti?

I partiti italiani su questo punto si sono completamente spaccati. Lo dimostra chiaramente il voto svoltosi nella giornata di ieri: nella prima votazione il PD ha votato a favore del MES mentre il Movimento 5 Stelle contro. Nella seconda votazione è rimasto compatto il fronte PD, Italia Viva e Forza Italia con voto favorevole mentre i 5Stelle si sono astenuti. Quindi il paragrafo 23, che invita i paesi dell’Unione Europea ad attivare il Mes, è passato con 523 voti favorevoli e 145 contrari nonostante l’astensione dei parlamentari pentastellati.

Diversa sorte è toccata invece all’emendamento presentato dai Verdi riguardante i CoronaBond. Lega e Forza Italia hanno votato contro, Italia Viva si è astenuta e PD e 5 Stelle hanno votato a favore. La mozione è stata bocciata con 326 voti contrari, 282 voti favorevoli e 74 astenuti.

Insomma un gran caos sia all’interno del nostro paese che a livello europeo.

Una cosa è chiara però, forse in un momento storico del genere sarebbe il caso di dimostrare più unità, sia nazionale che come Unione Europea, per evitare che, per l’ennesima volta, tutta questa bagarre ricada sulla spalle sempre dei soliti: noi cittadini.

Nel frattempo non ci resta che aspettare il Consiglio Europeo del 23 Aprile per capire come andrà a finire.


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Scritto da Giuseppe Currado
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