Max Angioni è soprattutto orgoglioso dei complimenti che ha ricevuto dal nonno, più che del successo in sé.
Animatore prima, comico, conduttore e scrittore poi, già a scuola organizzava laboratori simil Zelig, e comunque è sempre stato attivo e propenso, talento innato, a far ridere i compagni di scuola, imitando, tra gli altri, i tic dei professori.
Infatti in una recente intervista, rilasciata al Corriere Della Sera, ha dichiarato:
“Non so quando l’ho capito, ma quello che ho capito subito è che non volevo lavorare. Mi divertiva molto far divertire gli altri, i miei compagni di scuola ad esempio. In oratorio organizzavo delle recite, in classe facevo degli sketch, ma fino a quando ho avuto 28 anni l’idea di lavorare come comico mi pareva un sogno irraggiungibile”.
A Italia’s Got Talent, nel 2021, si presentò come comico e come cavallo di battaglia portò il filone religioso, già “masticato” da Benigni, parlando dei “super poteri di Gesù” nello specifico la “tramutazione dall’acqua al vino”, al limite del blasfemo.
Il successo di Max Angioni è stato inarrestabile come comico, da Zelig a LOL, dove si è ritrovato tra mostri sacri di comicità, tra cui il Mago Forrest e Guzzanti, e come conduttore delle Iene e di LOVE MI. Nell’intervista, al Corriere della Sera, ne parla rimarcando l’intenzione di non voler vestire i panni del conduttore, ma di voler portare alla conduzione la sua comicità.
“Non me lo aspettavo, ma anche in quella veste vorrei cercare di mettere un po’ di vena comica. Non voglio diventare un conduttore, ma dare sempre l’idea di essere un comico che sta conducendo”.
La sua inedita fatica come scrittore è “Mistero brutto – Il Vangelo secondo me”, sulla cui copertina appare con una sorta di aureola.
Sempre nell’intervista commenta:
“Sto inquinando anche l’editoria. La recensione più carina me l’ha fatta mio nonno, dicendomi: “Bravo, ho riso tanto, ma sarete tutti scomunicati”.
Riguardo alla gavetta ricorda:
“Beh sì. Ci sono state persone che mi hanno detto “ma cosa stai facendo” o “ma guarda che non fai ridere”. Alla fine è stato tutto come prendere una bella rincorsa e crederci sempre un po’ di più. Un ristorante può beccare anche qualche recensione negativa ma va comunque avanti e, se va bene, migliora”.
Come fan boy, in primis, apprezza Benigni: “Quello che ha fatto come comico è incredibile”. Poi ha un debole per De Luigi e per Aldo, Giovanni e Giacomo, che vede come dei parenti: “Mi hanno dato troppa gioia. Li guardavo e impazzivo”. Infine trova incredibili Albanese, Paolo Rossi e anche Grillo.
A proposito di progetti futuri il giornalista del Corriere Della Sera incalza.
Se le dico Sanremo?
“Credo sia un universo a parte, lì il comico spesso viene visto come un intruso. Le brutte esperienze ci sono state, i comici non capiti come Angelo Duro o un genio come Crozza. È anche vero che li sono state fatte cose bellissime… il comico che lo non vedi mai in difficoltà è Fiorello: fa sembrare tutto semplice”.
E riguardo al suo successo su Instagram commenta con umiltà e la testa sulle spalle:
“Fa un po’ impressione, specie se ripenso ai primi esperimenti che tentavo di fare sul web con alcuni amici, durante l’adolescenza. Scrivevamo delle canzoni rap ma erano vergognose: i video per fortuna non sono stati pubblicati. Ha vinto il pudore”.
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