Si accendono i riflettori delle critiche per il nuovo clubtape di Elodie “Red Light” che comprende sette canzoni, inaugurato circa una settimana fa dall’uscita del singolo A fari spenti, promosso da una foto in cui la cantante romana posa senza veli che ha destato un fiume di commenti negativi alla quale Elodie si è difesa rivendicando la libertà femminile.
“In queste ultime settimane sono uscite mille polemiche sulle mie foto.
Il corpo femminile non dovrebbe suscitare così tanto scandalo.
Il mio corpo è manifesto artistico e politica
Questo deve essere un corpo. Ognuno e soprattutto le donne devono avere la libertà si mostrare il proprio corpo come vogliono”.
Questo è quanto ha dichiarato Elodie ieri, nel corso della presentazione del clubtape in un suggestivo night club a Milano.
Quello che sarebbe dovuto essere il racconto della genesi di Red Light -che Elodie definisce non essere un album né un EP, ma un clubtape- si è trasformato in un dibattito in difesa dei diritti femminili e della libertà di espressione.
Le critiche del web
Tutto inizia dopo l’uscita del singolo A fari spenti, e se i colleghi la ribattezzano EloDea, il web non risparmia la disapprovazione per gli scatti senza veli. Ecco alcuni dei commenti sotto il post pubblicato sui social da Elodie:
” Ma possibile che non sapete fare un qualcosa senza denudarvi ormai? E questo vale per ambo i sessi”.
“Hai notato che ti scrivono “bellissima” e non “bravissima” Elo?”.
“Alla fine di tutti i ragionamenti comunque il messaggio che fare passare è: Donna se non ti spogli non vai da nessuna parte”.
La posa nuda: strategia di marketing o manifesto politico?
Le parole di Elodie si fanno portavoce di una realtà femminile -e non- che lotta per i diritti di libertà di espressione, a cui lei si ribella mostrandosi nuda:
“So bene da che parte stare. In questo momento sono incazza… e dispiaciuta. Il corpo è mio, è manifesto ed è politica. Fiera di essere femminista. Se mi dicono che non c’era bisogno, io rispondo che ce n’era, eccome. Meglio essere giudicati, ma rimanere liberi e dalla parte del giusto. Insieme noi donne, facendo rete, possiamo essere una forza”.
Eppure, Elodie non è la prima a spogliarsi.
Come dimenticare la propaganda femminista di Raffaella Carrà che, negli anni 70, mostrò a tutto il mondo l’ombelico, oggi simbolo della sensualità ma che all’epoca destò non poco scalpore in Italia.
Tuttavia, per ogni donna criticata per essersi messa a “nudo”, vi è un uomo che non subisce lo stesso metro di giudizio.
È il caso della copertina dell’album “Under The Rader”, in cui Robbie Williams indossa solo un paio di calzini. O di quella di Mahmood e Blanco che, nel 2022, appaiono nudi (con le soli mani a coprire i genitali) nella copertina di Vanity Fair.
E non finisce qui, circa diedi anni prima, a posare nudo -in questo caso “coperto” solo da un vinile- per la copertina dello stesso magazine, anche Biagio Antonacci.
Secondo voi la notizia di uno di questo uomini nudi -o di altri- ha scandalizzato l’opinione pubblica al punto da farne un caso di stato?
Sicuramente Elodie non è la prima e non sarà l’ultima a finire sotto il mirino delle critiche di una realtà ipocrita, o per meglio dire maschilista, che lei combatte proprio attraverso il ritratto nudo della sua persona.
In merito alla foto ritratto del clubtape realizzato da Milo Manara, Elodie ha dichiarato:
“Manara l’ho corteggiato io. Quando ci siamo incontrati ho portato tutto il progetto, le foto e i video fatti. Lui poi ha scelto liberamente e mi ha rappresentato.
Sono felicissimo della sua opera. Mi rappresenta e rappresenta la mia idea di libertà e femminilità”.
Milo Manara: “Nel disegno, elaborazione culturale dell’immagine, non si copre pudicamente il sesso, anzi chiude la mano a pugno come se rivendicasse la dignità del suo corpo. Nella rappresentazione del nudo c’è sempre qualcosa di eterno e sacrale. Lo sfondo estetizzante è in contrasto con la ieraticità della figura per far emergere la sua solennità”.
Questa politica di sensualità-sessualità e cattiveria condotta da Elodie è un pugno in faccia al pensiero misogino dei più, che all’esaltazione del corpo nudo in favore della libertà proprio non ci stanno. Neppure se la realtà in questione è sotto “giurisdizione” artistica che mira proprio a un atto di provocazione. Qualcuno la ha definita scelta di marketing, d’altronde: il fine giustifica i mezzi. Elodie è riuscita nel suo intendo, se il nuovo clubtape ha diviso i consensi, su una cosa si è d’accordo: ha dato ulteriore voce alla libertà di espressione.
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