Il commento vergognoso di una “giornalista” sulla tragedia del piccolo Joseph
Notizia di cronaca degli ultimi giorni è il spiacevole accaduto del piccolo Joseph, il bambino di 6 mesi morto in mare al largo della Libia.
Ci si trova nel mezzo del Mar Mediterraneo – precisamente lungo il tratto che va dalla Libia a Lampedusa – quando un barcone si rovescia e decine di persone sono precipitate in mare, tra cui anche un povero bambino. A soccorrerli è stata la ONG Open Arms che, accorrendo giusto in tempo, ha badato a salvare i migranti in pericolo. Nel mentre, alcuni membri hanno girato un breve video in cui è udibile una donna (la mamma del piccolo) gridare disperatamente a squarciagola: “Ho perso il mio bambino, ho perso il mio bambino”, intenta anche lei a gettarsi in acqua per cercare di recuperare il suo piccoletto. Dopo pochi minuti, però, ci ha pensato ancora l’Open Arms a recuperare il corpicino di Joseph, purtroppo deceduto dopo alcune ore in cui l’avevano trovato in arresto respiratorio.
Un’immagine triste. Straziante. Cupa e drammatica. Quasi l’immagine copertina di un fenomeno ormai diffuso da tanto (troppo) tempo quale è l’immigrazione. E purtroppo non è l’unico episodio del genere. Magari ne capiteranno ancora simili e, punto a capo, staremo a parlare di un’altra tragedia. A denunciare ancora una volta tutto questo è stato il sindaco di Lampedusa, Totò Martello: “Dinanzi a un episodio così non ci sono parole. Davanti a un bimbo morto in mare non ci si può esprimere. Tutto ciò è assurdo: non si può lasciar morire persone in mare. Questo succede in un Paese senza dignità. E non mi riferiscono all’Italia, sia chiaro, ma anche all’Europa che non può continuare a far finta di nulla.”
Ovviamente questo triste breve filmato ha fatto subito il giro in rete, suscitando sdegno, dispiacere e commozione. E in più c’è l’amarezza di vedere una mamma in lacrime che, anziché essere lieta e soddisfatta di aver potuto garantire al proprio figlio un futuro e una sistemazione migliore, lo piange.
In tutto ciò, mentre la gente (giustamente e lecitamente) si indigna perché questi fatti non avvengano più una volta per tutte, c’è anche qualcuno che trova il tempo di dire la sua con un tweet. La persona, giornalista (?) In questione è tal Azzurra Barbuto, “scrittrice”, “autrice tv” e “giornalista” di Libero, ovviamente; diciamo che quel giornale ha proprio un’indole naturale ad attrarre a sé i maggiori intellettuali contemporanei.
Dunque, come preannunciato precedentemente, tal Azzurra Barbuto ha avuto il piacere di scrivere quanto segue: “Hai perso il tuo piccolo – come se la povera madre stesse a sentire ‘sto individuo – di 6 mesi perché lo hai buttato su un gommone con un centinaio e più di persone ammassate l’una sull’altra, in autunno inoltrato, con il freddo e il mare grosso.”
A intuito, verrebbe da chiedersi: non può averlo detto sul serio. Poi si scopre che invece l’ha fatto. E viene naturale porsi una domanda: ma come fa questa gente a essere così priva di morale nei confronti di una donna che ha perso il proprio figlio? Per di più a causa di un sistema migratorio gestito in maniera scarsa che continua a spargere vittime.
Ci sta porsi delle domande e dubbi sull’immigrazione come fenomeno in sé, ma non attaccare spudoratamente una donna dinanzi a questo dramma. A gente così bisognerebbe togliere i social.
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