Harvey Weinstein condannato a 5 anni di reclusione

di Giuseppe Currado

Pubblicato il 2020-02-27

E’ arrivata qualche giorno fa la condanna per Harwey Weinstein. Il processo, iniziato a gennaio, si è concluso con un verdetto di colpevolezza per due capi d’accusa: stupro di primo grado nei confronti dell’ex assistente di produzione Miriam Haley: la pena prevista va da 5 a 25 anni di reclusione, e di stupro di terzo …

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E’ arrivata qualche giorno fa la condanna per Harwey Weinstein. Il processo, iniziato a gennaio, si è concluso con un verdetto di colpevolezza per due capi d’accusa: stupro di primo grado nei confronti dell’ex assistente di produzione Miriam Haley: la pena prevista va da 5 a 25 anni di reclusione, e di stupro di terzo grado nei confronti di Jessica Mann, in questo caso la pena arriva fino a 4 anni di reclusione.

Le vicende giudiziare dell’ex produttore cinematografico iniziano nel 2017 quando, due giornalisti del New York Times, Jodi Kantor e Megan Twohey, ed un giornalista del New Yorker, Ronan Farrow, denunciano gli abusi sessuali perpetrati da Weinstein nei confronti di almeno tredici donne.

Nello stesso anno, ad ottobre, la polizia di New York, la polizia di Londra e la polizia di Los Angeles iniziano ad indagare sul “re di Hollywood”. A questo punto si fanno avanti ottanta donne che lo accusano di molestie sessuali, violenze sessuali di vario tipo e stupro, fra le quali nomi illustri del cinema internazionale come Uma Thurman, Angelina Jolie e Asia Argento.

E’ proprio in questo momento che inizia la parabola discendente del potente produttore Miramax: viene licenziato dalla sua compagnia la Weinstein Company, aziende come Apple, Amazon e Hachette interrompono la collaborazione con la compagnia, la  British Academy of Film and Television Arts sospende lo statuto di membro di Weinstein, la l’Academy of Motion Picture Arts and Sciences (che decerne gli Academy Awards) espelle Weinstein infine viene espulso anche dalla Producers Guild of America. La moglie, Georgina Chapman chiede il divorzio.

Nel Gennaio 2020 inizia il processo che lo vede imputato per cinque capi di imputazione: viene ritenuto colpevole per due e non colpevole per gli altri tre ma sopratutto è stato assolto dall’accusa di “aggressione sessuale predatoria” che avrebbe comportato una condanna all’ergastolo.

Weinstein, 67 anni, si è presentato sempre in aula, durante tutto il processo, con il suo deambulatore, mantenendo una condotta esemplare. Ma a nulla è servito. E non è servito a nulla nemmeno l’appello alla clemenza della corte del suo avvocato Donna Rotunno, soprannominata “la legal Rottweiler”.

Alla giuria sono bastate 26 ore per raggiungere un verdetto unanime: “guilty”, colpevole.

All’ex Boss della Miramax non sono stati concessi gli arresti domiciliari e avrebbe dovuto attendere in carcere l’11 Marzo, giorno in cui il giudice deciderà quanti anni di galera infiggergli. Tuttavia, a poch ore dalla condanna, Weinstein ha accusato un malore ed è stato trasportato in ospedale dove si trova attualmente ricoverato.

Moltissime le reazioni positive a questa condanna arrivate sia dal mondo della politica internazionale che dal movimento #metoo. Il movimento femminista, sorto  in seguito alle denunce nei confronti di Weinstein, si occupa di denunciare la disparità di trattamento sul posto di lavoro fra uomini e donne, e le violenze e i soprusi che quest’ultime sono costrette a subire.

Questa sentenza è considerata una vera e propria vittoria come sottolinea l’attrice Rose McGowan sul suo profile tweteer: ” Oggi è un giorno importante, un grande passo per la nostra guarigione collettiva. Sono orgogliosa delle donne coraggiose che hanno testimoniato”. A questo si unisce il ringraziamento alle donne che, coraggiosamente, hanno testimoniato di Ashley Judd “Per le donne che hanno testimoniato in questo caso, rivivendo l’inferno del trauma subito, che  hanno però reso un servizio senza precedenti a donne e ragazze in ogni luogo del mondo.Grazie”

E’ un verdetto che “cambia il corso della storia nella lotta contro la violenza sessuale” come afferma il procuratore di Manhattan Cyrus Vance . È l’inizio di «una nuova era di giustizia», ​​dichiara Tina Tchen, presidente del movimento Time’s Up.

Purtroppo però non è ancora finita. L’avvocato Rotunno ha annunciato il ricorso in appello: “La lotta non è finita. Harvey è molto solido. Ha incassato come un uomo. Sa che continueremo a lottare per lui. Per questo ha deciso di fare appello”.

Speriamo che tutte le donne che hanno subito questo inferno possano ottenere la giustizia che meritano.

Giuseppe Currado

Imprenditore, Speaker Radiofonico. In vari anni ha sviluppato competenze in diversi settori specializzandosi nell’ambito editoriale e della sicurezza sul lavoro. Fondatore di MondoTV24, Spazio Wrestling, Tuttocalciomercato24. Appassionato del Festival di Sanremo da sempre, nel corso degli anni ha presenziato presso la Sala Stampa Lucio Dalla durante la manifestazione partecipando alle votazioni delle canzoni. Dal settembre 2023 proprietario di Recensiamo Musica, portale presente da anni nel mondo musicale al quale sta fornendo la sua esperienza per rilanciarlo in maniera incisiva nel mondo editoriale.

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