Fedez, la petizione a difesa del Bonus Psicologo
Dopo essere intervenuto sull’argomento nell’intervista di domenica sera a Che Tempo che fa, Fedez lancia una petizione sulla salute mentale.
Federico, come aveva promesso, non si è fermato e ha messo in piedi un’iniziativa che mira a difendere il Bonus Psicologo, “un supporto vitale” per tutte quelle persone che lottano con disturbi psicologici e che, per motivi finanziari, non riescono ad accedere alle sedute di psicoterapia di cui avrebbero bisogno.
Il Bonus Psicologo
Aveva rivelato i suoi problemi personali, legati anche all’uso di psicofarmaci, che gli avevano creato gravi difficoltà, ed ha voluto rendere giustizia ad un tema ancora molto sottovalutato, organizzando una raccolta di firme, lanciata attraverso i suoi canali social, per invitare il governo a non tagliare i fondi per questo importantissimo progetto, su cui si insiste da anni.
La salute mentale deve avere, al pari di quella fisica, la giusta attenzione, le stesse garanzie: e se ancora non esiste una figura come lo “psicologo d base”, dovrebbe essere garantito il sostegno a chi soffre, anche in maniera invalidante, a prescindere dalle possibilità economiche.
Nel 2021, il governo Draghi, come ha ricordato Federico, aveva messo a disposizione 25 milioni di euro per il programma del Bonus Psicologo, ponendo, per la prima volta, l’attenzione sul tema della salute mentale, “Tuttavia, il governo Meloni ha drasticamente ridotto questi fondi a 5 milioni per l’anno in corso e a 8 milioni per il 2024, mettendo a rischio il sostegno necessario per chi ne ha urgente bisogno”, sottolinea Federico.
I dati
I dati sono allarmanti: in Italia, il 20% della Generazione Z, tra i 10 e i 20 anni, soffre di disturbi mentali, secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità.
Il suicidio è la seconda causa di morte tra i giovani dai 15 ai 25 anni a livello globale.
La pandemia, con tutto ciò che ne è conseguito, sembra aver fatto da detonatore: nel 2021 oltre il 6% degli adolescenti percepiva un disagio ed era insoddisfatto della propria vita.
La necessità evidente di un supporto non trova, però, riscontro nella realtà: ci sono solo 2,8 psicologi ogni 100mila abitanti negli ospedali e nei consultori, mentre l’Istituto Superiore di Sanità indica la necessità di almeno 1 psicologo ogni 1000 abitanti.
Gli investimenti non sono neanche lontanamente in linea con le reali esigenze: il Bonus Psicologo, nel 2022, ha ricevuto il 99% di richieste che rispondevano ai criteri di ammissibilità, ma solo il 10,5% delle richieste è stato finanziato a causa dei drastici tagli dei fondi.
La petizione
Fedez e tutti i sostenitori di questa petizione, che ha già ampiamente superato le 100mila adesioni , chiedono al governo di varare urgentemente i decreti attuativi per il Bonus Psicologo, con un impegno a stanziare fondi adeguati per questo settore sanitario.
Il mancato varo di questi decreti nei prossimi due mesi rischia di vanificare l’intera operazione, facendo confluire i fondi previsti nel bilancio generale dello Stato.
“È giunto il momento che il benessere psicologico diventi una priorità nazionale. Con questa petizione si vuole proteggere il Bonus Psicologo e assicurare un accesso rapido ai fondi per chi ne ha bisogno, sottolineando l’importanza di investire nella salute mentale dei cittadini italiani, in particolare dei giovani”.
Queste le parole di Federico che, tramite le sue stories di Instagram ha invitato i suoi fan ad aderire alla raccolta firme “facciamoci sentire”, lanciata dalla sua fondazione.
Il tema è evidentemente, molto sentito: a prescindere dal sostegno, scontato, della moglie Chiara Ferragni, tanti i personaggi che hanno immediatamente aderito all’iniziativ ricondividendo il post e il link alla petizione di Fedez: Francesca Michielin, Tommaso Zorzi, Roberto Saviano, JAx, Francesca Fagnani, Sabrina Ferilli, Rovazzi, solo per citarne alcuni.
L’obiettivo
L’obiettivo è quello di raggiungere le 150.000 firme: “Ovviamente poi bisogna far sì che questa petizione abbia un seguito e non finisca nel nulla. Vi prometto che non sarà così. Se arriviamoin 24 ore a 150 mila firme, che è un numero incredibile, noi inizieremo a scrivere direttamente al ministro per chiedere un incontro su questo tema qui”.
Il tema è delicato, ancor di più perché si sviluppa in situazioni all’apparenza intangibili, ma non per questo meno reali, soprattutto per chi le vive: un disagio mentale può diventare invalidante come e più di una qualsiasi altra patologia fisica.
Al di là della petizione, che va indiscutibilmente sostenuta, va riconosciuto a Federico il merito di aver portato alla ribalta un problema che ancora oggi è vittima di un’opinione popolare che lo stigmatizza come un tabù, senza retorica e senza reticenza.
Difficile aggiungere altro senza cadere nell’ovvio o, peggio ancora, nel qualunquismo.
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