Donatella Rettore parla delle “trasgressioni” che hanno caratterizzato la sua carriera

Donatella Rettore è stata una vera star della musica negli anni 70/80. Con le sua canzoni, spesso definite trasgressive, ha toccato temi importanti, oltre a parlare liberamente di argomenti che in quegli anni erano tabù.

In una lunga intervista rilasciata al Corriere della Sera la Rettore ha parlato innanzitutto di “Kobra”, canzone che aveva un evidente doppio senso:

“Una professoressa siciliana mi denunciò perché sosteneva che si trattava di un testo pornografico. Sa che feci? Le mandai dei fiori”

Un’altra canzone che ha fatto molte parlare è stata “Lailolà”, uscita nel 1976 e che trattava il tema della verginità:

“Ho inciso “Lailolà”. In Italia nessuno aveva capito che era una canzone sulla perdita consapevole della verginità e nessuno disse niente. Ma all’estero la capirono subito. Ecco perché negli anni Settanta e Ottanta in Germania, Francia e Spagna mi adoravano”

Con “Maria Sole”, Donatella ha toccato un tema molto importante, e cioè l’aborto, specialmente perché all’epoca non era stata ancora approvata la legge 194 sull’interruzione volontaria di una gravidanza.

La Rettore non si è risparmiata nemmeno con l’ultimo singolo che si intitola “Faccio da me” che vede la partecipazione di Tancredi, ex concorrente di Amici 20. Anche questa canzone ha un chiaro doppio senso e conferma la vena trasgressiva della cantante:

“Faccio da me nella canzone vuol dire tante cose. Consapevolezza, autoironia, libertà. Imparo tanto da Tancredi, anche se è un ragazzo di soli vent’anni. È intelligente, scanzonato. All’inizio era molto sulle sue, ma poi ha capito che io sono più matta di lui”