Il 27 ottobre esce “Danse Macabre“, ma non si tratta della lunga poesia inserita ne “I Fiori del male” di Charles Baudelaire, né di una nuova edizione del celebre romanzo di Stephen King, pubblicato nel 1981: è il nuovo lavoro discografico dei Duran Duran.

Titolo inaspettato per il gruppo inglese, erroneamente  “relegato” al pop glamour degli anni 80: i Duran Duran sono molto di più: hanno inventato un suono, un mix tra funky, new wave, disco, glam rock e art rock che ancora oggi suona fresco, moderno, all’avanguardia.

GLI ANNI DEL POP GLAMOUR

Il loro primo successo “Planet Earth” non è altro che il manifesto di quell’onda “new romantic” che investì prima l’Inghilterra, per poi estendersi all’Europa ed al Nord America.  I loro video erano veri e propri cortometraggi, curati in ogni minimo dettaglio: la clip di “Girls on film”, fu una delle prime ad essere censurate, troppo “avanti” per i canoni dell’epoca.

Inanellati una serie di successi, “Rio”, “Save a prayer”, “Hungry like the wolf”, “The Reflex”, “Union of the snake”, “Wild boys”, “A view to a kill” (colonna sonora dell’ultimo James Bond interpretato da Roger Moore), “Notorius” per citarne solo alcuni, i Duran Duran hanno segnato inesorabilmente gli anni ’80.

Per i loro detrattori, il gruppo di Simon Le Bon, John Taylor, Nick Rhodes, Andy Taylor e Roger Taylor viene ricordato solo per le scene di isteria collettiva che provocava ad ogni loro passaggio, come era successo anni prima per i “The Beatles” e i “Rolling Stones”: erano cinque bellissimi ragazzi, e questo è indubbio.

La loro musica, però, ha accompagnato milioni di ragazzi in tutto il mondo, a prescindere dal loro aspetto: ne è riprova il loro viaggio nel tempo che li ha portati, dopo 40 anni ed oltre cento milioni di copie vendute in tutto il mondo, ad essere ancora lì, a dire la loro; certo senza “ragazzine in delirio” ad attenderli, ma con un pubblico più maturo che li ha seguiti, scoperti e riscoperti, e in più di un caso, rivalutati.

DOPO 40 ANNI ANCORA LASCIANO IL SEGNO

Entrati nel 2022 nella “Rock and Roll all of fame”, è il tastierista Nick Rhodes a spiegarci il segreto della loro longevità:

“Dopo tutti questi anni, lavoriamo ancora nello stesso modo: ci troviamo tutti insieme in studio e facciamo sempre del nostro meglio. Dipendiamo tutti gli uni dagli altri e il successo di un disco o di una performance dipende dall’essere sempre una squadra. Ci rispettiamo a vicenda e lavoriamo sodo insieme: per questo non ci siamo mai fermati e siamo ancora qui a parlare con voi”.

E allora ecco “Danse Macabre”, un album “ibrido”, ispirato all’atmosfera noir della festa di Halloween: 13 tracce tra inediti e cover, rivisitate in versione “spettrale”, ricche di ospiti illustri.

I tre inediti: Black Moonlight con il produttore, chitarrista e compositore Nile Rodgers, Danse Macabre e Confession In The Afterlife.

Le cover Bury A Friend di Billie Eilish, Paint It Black dei Rolling Stones, Super Lonely Freak ispirato a Rick James, Spellbound di Siouxsie and the Banshees, Supernature di Cerrone e Ghost Town degli Specials e Psycho Killer dei Talking Heads con la partecipazione di Victoria De Angelis dei Måneskin. 

Dalla discografia dei Duran Duran arrivano invece in una nuova versione di Nightboat, Love Voodoo e Secret Oktober 31st.

I Duran Duran sono riusciti ad adeguarsi ai tempi senza mai farsi “risucchiare” da mode e tendenze, rimanendo sempre fedeli a se stessi: possono piacere o meno ma, in ogni caso, “chapeau“!