Crisi Juventus, nei commenti dei giornalisti a vincere è l’ipocrisia sull’obiettività

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La Juventus è come la più bella della classe, quella di cui tutti i compagni sono innamorati e che costringe le altre ad accontentarsi degli scarti e così accade che anche le compagne che non la sopportano la adulino sapendo che sarà sempre irraggiungibile, ma stanno sempre lì, dietro quella facciata di circostanza a sperare che cada e si faccia male, che abbia quel momento di crisi che la faccia diventare più umana e meno regina, in maniera da dar loro modo di approfittare del momento negativo per trarne vantaggio.

Non staremo qui a pontificare sul momento negativo della Signora del calcio, dopo quasi un decennio di successi un periodo di flessione o cedimento è fisiologico, quanto su quell’orda, quel plotone di giornalisti e addetti ai lavori che dopo aver adulato per anni la squadra di Allegri adesso stanno speculando e cavalcando il momento negativo per trarne vantaggio, perché si sà che sul cadavere dei leoni, in questo caso delle zebre, sono sempre i cani a festeggiare sperando di aver vinto. Attendiamo con impazienza le varie testate Rai e Mediaset nonché i principali quotidiani pallonari italiani, e il termine in questo caso non è casuale, a cercare vendite e ascolti quando le cose ai bianconeri andranno meglio, assecondando il vizio tutto italiano di salire sul carro del vincitore.

Attendiamo con ansia quando i vari Allegri, Bonucci e Paredes dalle gran pippe descritte ora dai giornalisti torneranno ad essere fenomeni, da traditori a diventare di nuovo salvatori della patria in un festival dell’ipocrisia in cui la voglia di infierire adesso sta vincendo sull’obiettività. Eppure basterebbe molto poco per capire che Allegri dopo 6 scudetti e due finali di Champions League non può essere diventato improvvisamente un brocco e che calciatori che hanno vinto praticamente tutto si siano trasformati in ragazzini da oratorio, se si analizzasse con meno voglia di offendere e speculare il periodo nero della Juventus, si riuscirebbe anche a formulare una critica costruttiva su quanto sta avvenendo senza rifugiarsi nei gialli di Agata Christie e cercare opinabili congiure dello spogliatoio contro l’allenatore. Basterebbe fare una analisi sul periodo di forma di determinati elementi per arrivare a concludere che probabilmente la squadra sta risentendo unicamente dei carichi di lavoro sbagliati di un inizio di stagione in piena estate.

La Juventus è tra le squadre che ha cambiato di più e da cui si pretendono risultati immediati, bisognerebbe lasciare lavorare in pace mister Allegri senza i proclami di quei giornalisti travestiti da compagne di classe pronte a gioire sulle disgrazie della più bella di tutte.

a firma del Direttore Pep Currado


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Scritto da Giuseppe Currado