Abbiamo voluto aspettare ventiquattrore prima di parlarne, cercando un appiglio, qualcosa che giustificasse una scelta editoriale del genere da parte de L’Espresso, ma non lo abbiamo trovato. La copertina con Chiara Ferragni truccata da Joker in primo piano non è altro che speculazione per fare vendere il giornale, ben sapendo che purtroppo pochi si fermano a leggere gli articoli, ma molti parlano di titoli e copertina.
LA GOGNA MEDIATICA
Ed è così che quella che doveva essere una inchiesta probabilmente anche ben condotta sulle società dell’influencer digitale, si è trasformata in una gogna mediatica, un cazzotto nello stomaco di una tale violenza da restare storditi, a memoria non ricordiamo nessuna copertina dall’impatto emotivo così devastante e violento, neanche nei confronti di terroristi o capi di stato. Colpire una donna mentre sta attraversando uno dei periodi più difficili della sua vita, assume una forma ancor più dirompente se il tutto è fatto alla vigilia della Giornata Internazionale della donna.
L’Espresso con la sua scelta editoriale, ha macchiato anni di lotte verso la parità di genere condotte dal settimanale, riducendo una inchiesta giornalistica a semplice battage ed esponendo la Ferragni a una shit storm senza precedenti, di quelle capaci di piegare le gambe a chiunque, soprattutto se il cazzotto arriva da chi non te lo aspetti. C’è chi si è appellato alla libertà di stampa e di espressione, ma non esiste libertà che permetta a qualcuno di porsi in maniera feroce verso altri, non esiste libertà che preveda l’umiliazione, la derisione o il pubblico ludibrio.
Ormai la frittata è stata fatta, non resta altro che constatare lo svilimento di una carta stampata orientata ormai sempre più verso i click e le vendite che ai contenuti, capace di mettere da parte anche la dignità umana al fine di raggiungere i propri scopi, si è parlato di libertà, ma non si è per nulla citata l’etica, quella che anche davanti a un probabile record di vendite consiglierebbe un passo indietro.
LA MORALE VENDUTA AL MIGLIOR OFFERENTE
Triste l’epoca in cui il rispetto è messo da parte e la morale è venduta al migliore offerente, la copertina de “L’Espresso” rappresenta un triste precedente e probabilmente come conseguenza provocherà emulazione, dando ancora di più la parvenza che l’informazione si è trasformata in un tribunale del popolo in cui tutto è concesso sotto il paravento di una libertà che di fatto non è nè libertà tantomeno informazione.
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