Carolina Marconi, la forza dell’essere Donna.

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Carolina è una donna forte e combattiva che torna nel salotto di Verissimo per raccontare la sua storia, il suo dolore e la sua rinascita.

Dopo due anni, la ritroviamo ancora più bella, con un sorriso enorme e capelli lunghissimi.

Carolina c’è l’ha fatto, ha vinto la sua battaglia contro un male che ogni giorno non risparmia tantissime donne.

Le parole della Marconi per raccontare quegli istanti:

Sono passati due anni e ho imparato tanto, soprattutto a non sprecare più tempo. Ricordo ancora il giorno della diagnosi del medico, io ho preso e sono scappata. Mi sono sentita presa dalla paura e dalla disperazione”.

La stessa disperazione e paura che accompagna quotidianamente ogni donna che deve affrontare una diagnosi così prepotente e spaventoso.

La lotta al tumore inizia con la prevenzione

La prevenzione è il più importante modo attraverso cui si può veramente sconfiggere il tumore. Grazie alla prevenzione diminuiscono i tassi di mortalità.

Il tumore al seno, si stima colpisca 1 donna su 8 nell’arco della sua vita, grazie agli screening e alla prevenzione, oggi, una diagnosi di tumore al seno, presenta una mortalità nettamente inferiore rispetto al passato. Ciò che è importante è anticipare la diagnosi aumentando la possibilità di sopravvivenza dall’87% al 98%.

Carolina e il sogno di diventare mamma

Dopo questo lungo percorso fatto di dolore e forza, Carolina vorrebbe realizzare il sogno di diventare mamma, tramite adozione.

Oggi, non è più la malattia a frenarla ma la burocrazia e le leggi, soprattutto quella sull’oblio oncologico, che ad oggi, si protrae per 10 anni.

Dieci anni in cui la tua vita si ferma, si arresta come se il percorso fatto durante la malattie e le cure non fossero state già abbastanza.

Un limbo infinito, quello dei malati oncologici, che vedono le loro vite appese ad un filo di speranza ma anche di rassegnazione. Come può uno stato civile permettere tutto questo?

Come può uno stato, prendere la fragile vite di una persona, ed arrestarla ancora per 10 anni.

L’oblio oncologico

Oblio oncologico: diritto per il paziente oncologico guarito di non fornire dati e non subire indagini sulla propria esperienza clinica.

La proposta di legge viene introdotta per snellire quei processi burocratici attraverso cui, ad oggi, un paziente oncologico guarito, troverebbe difficoltoso accedere a servizi come: richiesta di mutui o prestiti, stipulare assicurazioni e adottare figli.

Cinque paesi europei (Francia, Lussemburgo, Portogallo, Olanda e Belgio) hanno già emanato la legge sull’oblio oncologico per garantire, primariamente, il diritto a non essere discriminati.

Per concludere

In un paese in cui le discriminazioni dovrebbero essere combattute e censurate, in un paese che si definisce libero e solidale, come si può privare diritti a chi ha combattuto e vinto la sua battaglia per la vita?

L’oblio oncologico deve essere una costante per un paese civile, snellendo il processo: dai 10 anni ai 5 anni, daremo più possibilità a tante donne che vorrebbero diventare madri.

Una vita non ha mai scadenza, una vita è una vita sempre anche quando viene ostacolata. Lei ritroverà sempre il modo di risollevarsi più forte di prima


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Scritto da Mariangela Ragno
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